La vera storia della principessa Qajar. La leggenda narra che la amarono più di cento uomini

“La principessa iraniana della dinastia Qajar ebbe più di cento pretendenti e 13 di loro si suicidarono quando lei li rifiutò”.

Anis-Al Doleh

È molto probabile che ti sia già capitato di vedere le foto di questa donna in giro per il web accompagnate da queste parole perché, attraverso un post pubblicato sulla piattaforma di Facebook, sono riuscite a fare il giro della rete. In entrambe le foto appare Anis-Al Doleh, la donna era una delle mogli preferite dello shah di Persia Nasereddin della dinastia Qajar, ma di fatto la vera principessa si chiamava Zahra Khanom Tadj es-Saltaneh, la quale è considerata un’icona, non tanto per il suo aspetto, ma perché lottò con tutte le sue forze per i diritti delle donne.

Zahra Khanom Tadj es-Saltaneh, la vera principessa.

La leggenda su Facebook narra che ben 145 uomini dell’alta nobiltà furono suoi pretendenti e che 13 di loro si tolsero la vita dopo essere stati rifiutati, inoltre dice che veniva considerata da molti come un simbolo di perfezione e bellezza.

Se ebbe veramente tanti pretendenti, se alcuni di loro si tolsero la vita e se fosse davvero un’icona di bellezza per la sua epoca, sono dati che non si possono verificare, però esistono vari dettagli della sua vita abbastanza sorprendenti.

Zahra Khanom Tadj es-Saltaneh era una donna rivoluzionaria, nata nel 1883 ed appartenente alla dinastia Qajar, famiglia reale persiana; figlia di Nasser al-Din Shah, re di Persia dal 1848 fino al maggio del 1896.

Si sposò con Amir Hussein Khan Shoja’-al Saltaneh ed ebbe quattro figli, proprio come ci si sarebbe aspettato da una brava donna di quell’epoca. Però, dopo alcuni anni divorziò e chiaramente, ai tempi, era un qualcosa di impensabile, dopodiché divenne la musa ispiratrice del famoso poeta persiano Aref Qazvini, che per lei scrisse la poesia “Ey Ta”.

Zahra Khanom Tadj es-Saltaneh ha combattuto in prima linea per i diritti delle donne e, nel 1910, è stata una delle fondatrici di una società per la libertà femminile chiamata “Anjoman Horriyyat Nsevan”. Oltre che attivista, era pittrice, scrittrice ed intellettuale che organizzava settimanalmente a casa sua dei saloni letterali; fu tra le prime donne ad abbandonare lo hijab (tipico copricapo) ed a indossare abiti occidentali.

Era una donna che stava sempre un passo avanti, venne considerata femminista e la sua figura è stata studiata da diversi ricercatori, sia nel suo paese che nel resto del mondo, per capire meglio l’impatto che è riuscita a generare.

Cosa pensi di questa donna? Anche se al giorno d’oggi può sembrare che l’apparenza sia molto importante, la verità è che non conta nulla, le cose davvero preziose sono il buon cuore e l’altruismo. Bisognerebbe imparare a non giudicare gli altri solo per le apparenze ed andare più a fondo, dove si cela la vera sostanza.

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