Un ricercatore ha studiato diversi geni della storia e ha scoperto la caratteristica che hanno in comune

James Gleick è un autore e storico della scienza riconosciuto in tutto il mondo grazie ai suoi scritti, che ha voluto studiare l’evoluzione delle idee e delle menti responsabili delle più grandi scoperte storiche. L’uomo, durante un’intervista per Big Think, ha spiegato che, oltre all’intelligenza, esiste una caratteristica che accomuna tutti i grandi geni, un particolare tratto che li definisce e che consiste in una straordinaria capacità di concentrazione.

Lo storico ha scritto biografie di geni come Newton o come il fisico Richard Feynman, due individui all’apparenza completamente diversi. Newton, per esempio, era un uomo solitario, malinconico e che non ha mai avuto un partner, mentre Feynman era molto socievole, estroverso e persino considerato donnaiolo.

Nonostante queste estreme differenze, questi due geni avevano una caratteristica in comune, entrambi sentivano la necessità di rimanere soli con se stessi e con le loro idee, e avevano la capacità di immergersi profondamente nei propri studi. Di fatto, questa particolarità è stata descritta da Gleick nel proprio libro “The Information“, nel quale afferma che si tratta di una qualità che accomuna anche molti geni dell’informatica.

Tutti i geni avevano la capacità di concentrarsi con un’intensità difficile da concepire per le persone normali. Una passione per l’astrazione“, ha affermato lo storico.

A suo tempo, circa un secolo fa, lo psicologo e filosofo statunitense William James sosteneva che: “La capacità di controllare un’attenzione irrequieta più e più volte è la radice stessa del giudizio, del carattere e della volontà. Un’educazione volta ad aumentare questa capacità sarebbe l’educazione per eccellenza“.

Di fatto, quando una mente riesce ad essere tanto concentrata è perché entrano in gioco due importanti fattori, ovvero la capacità di dirigere e mantenere l’attenzione e la passione per un qualcosa che porta ad avere una vita piena di significato. Questi due elementi portano a focalizzare l’energia mentale in un determinato punto. Si potrebbe dire che la mente abbia in sé un certo potenziale di genio, ma è la capacità di concentrazione e di dominio mentale che distingue le diverse menti.

Bruce Alan Wallace, scrittore statunitense esperto di buddhismo, nel proprio libro “The Attention Revolution“, ha affermato che la nostra società moderna ha un grande problema con il deficit dell’attenzione. Se dovesse avere ragione, significherebbe che staremmo ostacolando la formazione di nuovi geni e limitando la vitalità del pensiero innovativo nelle generazioni future. Tuttavia, l’uomo afferma che l’attenzione si può allenare attraverso la meditazione e questo potrebbe essere un buon rimedio in questa epoca fatta di distrazioni.

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