“Il cagnolino curioso”, un bellissimo testo che ci lascia un insegnamento indimenticabile

La storia del cucciolo curioso comincia in un posto lontano nel bosco. Lì c’era una casa abbandonata. Sembrava che fossero trascorsi molti anni da quando qualcuno c’era entrato per l’ultima volta. Il cagnolino, intimorito, non si avvicinò per paura di incontrare qualcosa di sconosciuto.

Tuttavia, gli rimase un pizzico di curiosità. Il giorno dopo tornò e si avvicinò un po’ di più alla casa, però ancora non osò entrare. Il sole iniziò a scaldare molto e la temperatura in breve tempo divenne insopportabile. Il cucciolo aveva bisogno di un luogo dove riposare e proteggersi dai caldi raggi del sole.

Dopo averci pensato un po’, decise di entrare. L’interno era completamente disabitato. “Ciao!”, disse il cagnolino, però nessuno gli rispose. In un angolo c’era una scala. Il cagnolino si avvicinò, ma non vide nessuno. Così decise di salire con molta cautela.

 “Ci guadagniamo da vivere con quello che otteniamo, ma ci guadagniamo una vita con quello che diamo”

-Winston Churchill-

Un incontro inaspettato

Quando il cagnolino arrivò in cima alla scala si ritrovò in un grande salone. Nell’entrare, per sua sorpresa, trovò qualcosa che non si aspettava assolutamente. Nel salone c’erano centinaia di cagnolini come lui. Stavano tutti aspettando.

Il cagnolino curioso fu subito molto felice. Gli altri sembravano molto amichevoli. Per questo decise di alzare la propria zampina per salutarli. Tutti risposero all’istante. Il cagnolino abbaiò in segno di amicizia. Gli altri fecero lo stesso. “Che luogo incredibile!”, pensò il cucciolo. “Tornerò il prima possibile”.

I giorni passarono e questa volta arrivò un altro cucciolo vicino alla casa. Aveva un carattere molto diverso dall’altro, era più pauroso e prevenuto. Vide la casa e non si volle avvicinare. Gli faceva troppa paura. Per questo motivo si mantenne a debita distanza.

Stesso posto, incontro diverso

Il secondo cagnolino vide che c’erano molti bei posti vicino a quella casa. Così decise di tornare, mantenendosi però sempre alla larga dall’edificio abbandonato. Tuttavia, un giorno qualsiasi cominciò a cadere una pioggia torrenziale. Non c’erano alternative. Doveva entrare nella casa.

Proprio come il primo cagnolino, una volta dentro iniziò a guardarsi intorno con molta cautela. In fondo alla stanza vide la scala, ma non si avvicinò. Passò un po’ di tempo e iniziò a sentire freddo. Pensò che, forse, al piano superiore avrebbe potuto sentire un po’ più di caldo.

Nel salire vide il grande salone. Sbirciò impaurito e gli sembrò che non ci fosse nessuno. Ma nell’entrare si trovò di fronte a centinaia di cagnolini come lui. Immediatamente, si mise in guardia, pronto ad attaccare. Gli altri cagnolini fecero lo stesso. Il cucciolo abbaiò in maniera aggressiva e gli altri fecero lo stesso. Si affrettò per uscire dalla casa e scappò via correndo. “Non tornerò mai più!”, pensò il cagnolino. “Che posto spaventoso!”

Se ne andò talmente di fretta che non vide un vecchio cartello che si trovava sul pavimento. Sembrava essere un avvertimento. Sul cartello c’era scritto: “Casa degli specchi”. Né il primo cagnolino, né il secondo, notarono che quello che avevano visto era solamente il riflesso della loro stessa immagine.

L’insegnamento della storia

La storia del cagnolino curioso ci mostra una realtà che molte volte trascuriamo. Ciò che vediamo negli altri è fondamentalmente un riflesso di noi stessi. Allo stesso tempo, riceviamo dagli altri qualcosa di simile a ciò che noi diamo. Chi si relaziona con il mondo in un modo gentile, riceve gentilezza. Chi lo fa in modo aggressivo, riceve lo stesso.

Noi esseri umani siamo geneticamente dotati di un’enorme socievolezza. Nasciamo per vivere in gruppo. Fa parte della nostra costituzione biologica e culturale. Potremmo anche essere delle persone egoiste, ma il gruppo è sull’orizzonte di tutti. Per questo gli altri sono un fattore di riferimento essenziale ed, inoltre, agiscono come una “Casa degli specchi”. Ciò che vediamo in loro ha molto a che fare con ciò che vediamo in noi stessi, come nella storia del cagnolino curioso.

Quando abbiamo difficoltà con tutti, dovremmo imparare a chiedere di più a noi stessi piuttosto che agli altri. Sono tutti gli altri che sbagliano? O forse siamo noi che incoraggiamo legami con gli altri che non sono tanto positivi? La storia del cagnolino curioso ci porta precisamente a farci questa domanda.

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