Se sei smemorato significa che il tuo cervello funziona correttamente

Non ricordi dove hai messo le chiavi di casa? Non ricordi dove hai parcheggiato la macchina? Tranquillo, secondo la scienza il tuo cervello gode di una salute di ferro.

“Un’altra volta la stessa storia, non ricordi mai dove metti le chiavi!”

Questo rimprovero lo abbiamo sentito milioni di volte. Noi smemorati viviamo in una sorta di caos che è in grado di inghiottire tutto quello di cui abbiamo bisogno in quel preciso momento, ma poi, misteriosamente, ritorna tutto al proprio posto quando smettiamo di cercare.

Il fatto di dimenticare alcuni dettagli insignificanti potrebbe essere uno dei sintomi che indicano che il tuo cervello sta lavorando correttamente. Ricordiamo perfettamente il giorno in cui abbiamo conosciuto il nostro partner, nonostante possono essere passati molti anni, ma siamo capaci di dimenticarci cosa abbiamo mangiato ieri sera a cena.

Potrebbe sembrare inquietante, tutta via la spiegazione è molto incoraggiante: il nostro cervello è in grado di “separare il grano dalla paglia”. Lo ha confermato una ricerca realizzata presso l’Università di Toronto che in seguito è stata pubblicata sulla rivista scientifica Neuron.

Gli scienziati hanno scoperto che la crescita di nuovi neuroni nell’ippocampo, l’area del cervello legata alla memoria, fa si che le informazioni inutili vengano dimenticate con il fine di lasciare spazio a ricordi con più sostanza. Funziona come uno scompartimento per il riciclaggio: salva i dati che possono essere recuperati e cancella quelli superflui.

Solitamente tendiamo ad idealizzare le persone che hanno un sacco di memoria, quelle che ricordano qualsiasi data o avvenimento storico, ma di fatto la funzione della memoria non è quella di ricordare chi ha vinto la Coppa Stanley (Trofeo americano di hockey) nel 1972, spiega il Dott. Blake Richards autore dello studio.

Il ruolo della memoria è quello di saper prendere decisioni basate su circostanze rilevanti e un aspetto molto importante, al momento di prendere queste decisioni, è quello di poter dimenticare alcune informazioni”, spiega il Dott. Richards.

Tutto questo era già stato provato nel 2007, quando un gruppo di ricercatori ha utilizzato un sistema di risonanza magnetica per monitorare il cervello di 20 adulti, mentre erano impegnati in semplici prove di memoria. Lo studio ha rilevato che le persone ricordano meglio le informazioni contraddittorie che quelle ripetitive o banali.

Le ricerche di Richards forniscono prove a sostegno dell’idea che “dimenticare” è molto utile. Sono inutili e non necessarie tutte quelle informazioni di vecchia data che ci riportano alla mente rabbia e frustrazioni.

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