Un uomo single e gay ha adottato una bimba che viveva da sola in un ospedale. Sono una famiglia piena d’amore

Pablo Fracchia è un uomo di 36 anni che per ben vent’anni ha dedicato la propria vita dando il proprio aiuto in zone dove si erano verificate delle catastrofi. È intervenuto durante gravi inondazioni e incendi, ma da alcuni mesi ha lasciato tutto per diventare il papà adottivo di una splendida bambina.

Mia è una bimba che ha alle spalle una storia molto difficile, in questo breve tempo ha affrontato la morte e la vita le ha fatto conoscere anche il significato della parola solitudine, perché ha vissuto per un anno intero in un ospedale argentino senza una famiglia che stesse al suo fianco e che la amasse.

Pablo, oltre ad essere un uomo molto coraggioso, è anche un attivista LGBTIQ+ che ha sempre desiderato diventare papà e che, dopo essere venuto a conoscenza della situazione della piccola Mia, ha deciso di provare a formare insieme a lei una famiglia monoparentale.

L’uomo durante un’intervista ad Infobae ha confessato che: “È molto difficile che affidino un bimbo ad un uomo gay e single, per questo stavo per rinunciare al mio sogno. Per un periodo mi sono sentito in colpa perché avrei voluto essere etero, ma una brava psicologa è riuscita ad aiutarmi a superare tutto questo“.

Nell’ottobre del 2019 Pablo ha ricevuto una telefonata che gli ha completamente cambiato la vita. Una bimba di un anno e dieci mesi che era stata curata per una perforazione intestinale era rimasta sola, perché nessuno della sua famiglia poteva occuparsi di lei. Così, Pablo insieme ad altre 4 famiglie ha provato ad adottarla.

Per prima cosa ho parlato con la mia famiglia, volevo capire se fossero disposti ad aiutarmi e tutti furono subito entusiasti della notizia. Andai al colloquio con mia madre e mi dissero che mi avrebbero dato una risposta il giorno successivo. In seguito andammo a mangiare e la verità è che avevamo poche speranze. Però, nel mezzo del pranzo mi suonò il telefono ed era la segretaria del giudice. Pensai di essermi dimenticato qualcosa, ma lei mi disse ‘Sei ancora con tua madre? Non vogliamo che tu riceva questa notizia da solo, questa chiamata è per dirti che ti abbiamo scelto’“, ha raccontato Pablo.

Pablo in quel momento iniziò a piangere di felicità, finalmente avrebbe potuto essere un padre e il giorno dopo avrebbe potuto conoscere sua figlia. “Credo che ci innamorammo all’istante“, ha affermato l’uomo.

Dopo due settimane da quel giorno la piccola Mia viveva già a casa di Pablo.

Quando l’ho conosciuta non camminava e non parlava. Mi avevano raccontato che stava per morire durante un intervento e che aveva affrontato tutto il periodo post operatorio da sola. In quel momento capii cosa intendeva il giudice quando mi disse ‘Ti abbiamo scelto perché sapevamo che Mia aveva bisogno di una persona che l’avrebbe abbracciata per un anno intero’. E questo è esattamente quello che faccio dal giorno in cui l’ho conosciuta“, ha raccontato Pablo.

Ora, a pochi mesi di distanza, la piccola cammina, parla, balla e gioca. Inoltre ha scoperto di poter riposare tranquilla perché c’è qualcuno che veglia su di lei e che la protegge.

Finalmente entrambi sono riusciti ad ottenere l’amore incondizionato che tanto meritavano.

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