L’Islanda è riuscita a combattere l’uso di alcool e droga tra i giovani, ecco come hanno fatto

La piccola nazione con una popolazione di circa 330 mila abitanti è riuscita a vincere la battaglia contro l’abuso di alcool e di droga da parte dei giovani, il bello di tutto questo lo si può vedere semplicemente confrontando i dati alla mano.

20 anni fa quasi un giovane su 2 abusava di alcool e/o di droga

Siamo nel lontanissimo (ma non troppo) 1998, qui circa il 48% dei giovani faceva uso di sostanze dannose; a primo impatto potrebbe sembrare che il dado sia ormai tratto e non ci sia stato più nulla da fare, ciononostante è molto curioso notare come in meno di 20 anni tale percentuale sia passata dal 48 al 5%, in altre parole è come se l’Islanda avesse fatto cambiare strada a tutti (o quasi) i giovani presenti sul territorio.

Come è stato possibile ottenere un risultato del genere?

Quello che lascia perplessi è la genuinità e la tranquillità con la quale si è affrontato un problema di queste dimensioni. L’Islanda ha adottato la campagna Youth in Iceland (giovinezza in Islanda): la ricetta del successo della svolta si è basata esclusivamente sul far avvicinare i giovani allo sport e promuovere in parallelo altre attività ricreative come la riscoperta della letteratura e molto altro; un aspetto che ha contribuito notevolmente verso la buona riuscita del percorso “rinascimentale” è stato sicuramente la cooperazione tra la scuola e le famiglie (in alcuni casi si è istituito una sorta di coprifuoco).

Lo sport salva

In una tesi di dottorato del 1992 appare una verità “stupefacente”: Harvey Milkman, un docente di psicologia, sostiene che lo stato di eccitazione provocato dalle droghe lo si può trovare anche nello sport, inutile dire che la teoria sembrerebbe essere giusta visto i risultati che l’Islanda ha ottenuto negli ultimi 20 anni; forse non è neanche un caso che la nazionale islandese sia arrivata ai quarti di finale negli scorsi europei ottenendo un traguardo storico ed inimmaginabile.

L’eredità non raccolta

Nonostante L’Islanda abbia già provato che lo sport, unito ad altre attività ricreative, sia stato in grado di far avvicinare i giovani alla “retta via”, non possiamo che constatare il fatto che molti altri paesi hanno deciso di non prendere esempio dal paese appena citato; è difficile capirne il motivo, ciononostante sembrerebbe che l’epopea islandese sia destinata a rimanere un fatto sconosciuto ed alieno agli occhi dell’opinione pubblica mondiale.

Speriamo che la tendenza cambi e che molte più persone si interessino a questa vicenda, tutto questo ha provato che per fare grandi cambiamenti non serve necessariamente ricorrere a vie legislative come norme o divieti; quelli che possono sconfiggere la droga e l’alcool tra i giovani sono i giovani stessi attraverso la riscoperta del valore della vita e delle piccole e grandi cose che la compongono.

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