Il primo che deve andare felice a scuola è l’insegnante

Il mestiere del docente è, senza ombra di dubbio, uno tra i più importanti al mondo. Queste persone hanno preso l’impegno di insegnare ai bambini e ai ragazzi, non solo una specifica materia sacolastica, ma anche a diventare degli adulti consapevoli ed in grado di portare avanti una società nella quale ognuno possa apportare il proprio contributo.

In Spagna, da alcuni anni, si svolge un concorso chiamato “Premios Educa Abanca” nel quale vengono premiati gli insegnanti che sanno distinguersi per l’impegno e per gli innovativi metodi di insegnamento. Alicia Tojeiro è un’insegnante di cui tutti parlano molto bene. Si sente talmente fortunata per aver ricevuto la nomination come miglior docente di Spagna per il Premios Educa che è come se fosse già stata premiata.

Di seguito la traduzione di un’intervista fatta a questa bravissima insegnante:

La chiave è la motivazione?

-Si. Il primo che deve andare felice a scuola è l’insegnante, perché se così non fosse, non sarebbe possibile comunicare nulla. Senza gioia e motivazione, non c’è modo di imparare.

Quest’anno è stata l’unica docente ad essere stata nominata nella scuola pubblica della provincia di A Coruña. Gli insegnanti della scuola pubblica lavorano tanto duramente quanto quelli della scuola privata?

-Il problema non che l’insegnante non lavora, il problema sono le condizioni di lavoro. Abbiamo molti alunni per ogni classe e una grande mancanza di risorse, sia personali che materiali. Inoltre c’è un sovraccarico di argomenti.

E gli argomenti ripetitivi non sono un problema?

-Si, sentiamo una pressione tale che uscirne è veramente complicato. Tutti lavoriamo molto e dedichiamo molte ore. Il sistema educativo, così come è, non funziona; però bisogna rischiare e cambiarlo.

Cosa non funziona?

-Il fatto di classificare gli alunni in base all’età. Il programma scolastico è molto chiuso e si perdono tutti i talenti. C’è una pressione che non ti permette nemmeno di perdere 5 minuti per ascoltarli e devi chiedere alla scuola di farlo. Non si può essere insegnanti senza ascoltare. Un docente deve conoscere tutti i propri studenti, ma non c’è tempo.

Che tipo di insegnante è lei?

-Non sono un’insegnante che insegna solo gli argomenti prefissati.

Come le piace insegnare?

-Cerco di chiedermi perché sono a scuola, per quale motivo vengo.

E qual è la sua risposta a questo?

-Vengo per aiutare a crescere. Non mi limito solo a ciò che c’è scritto nei libri, ma anche a ciò che c’è dietro. Un lavoro molto grande.

Come sono i suoi alunni?

-Voglio degli studenti che siano empatici, che imparino a lavorare in gruppo, che non si arrendano di fronte alle avversità… E voglio che capiscano che solo andando avanti si può imparare. Che bisogna sforzarsi.

Sono vent’anni che insegna, come sono cambiati i bambini?

-Tendono a non saper risolvere i propri problemi, sono abituati a creare poco e non sono molto empatici. Bisogna cominciare a lavorare con una metodologia inclusiva, stiamo creando una società frammentata. Se riusciamo a capire adesso che ognuno ha qualcosa da dare, domani non ci sarà alcuna discriminazione. Noi, in classe, facciamo un esercizio nel quale bisogna dire: “Io sono Alicia e sono brava in questo. Sono sempre Alicia e quest’altra cosa non mi esce bene. Non succede nulla. Sono qui per imparare”.

Ha iniziato insegnando all’asilo.

-Poi sono passata alla scuola primaria per ribellarmi al sistema. Non può esistere una frattura tra queste due tappe. All’asilo seguiamo molto di più l’alunno come persona, però arriviamo alla primaria e sembra che ce ne dimentichiamo. Quanto più si passano le varie fasi educative, meno innovazione c’è.

Così ha deciso di continuare a fare lo stesso con gli studenti della primaria.

-Si. L’ho fatto e mi dicevano: “Alla primaria non si può”. Poi mi dicevano anche: “Oh, certo, ora perché hai 12 studenti; quando ne avrai 25 vedrai”. Prima ancora è stato: “Quando arrivi alla scuola primaria, dimenticatene”.

Però ha cominciato ad insegnare alla primaria ed ha continuato ad essere innovatrice.

-Certo, è chiaro che è possibile, come potrebbe non esserlo.

“Se già ero motivata prima, ora che si preparino!”

Ogni lunedì mattina, Alicia Tojeiro trasforma i propri alunni in giornalisti. Dalla sua classe i ragazzi escono informati e formati, pronti per unirsi alle conversazioni globali. Questa volta hanno appreso la notizia che la propria insegnante preferita è stata nominata come miglior docente di Spagna.

Come ha reagito la classe?

-C’è stato un bambino che ha chiesto cosa fosse un docente (risate), però erano tutti molto felici. Ho chiesto perché secondo loro fossi stata nominata.

Cosa hanno risposto?

-Perché ho lavorato molto, perché cerco sempre delle soluzioni creative ai problemi della classe e perché non mi arrendo mai.

Tre chiavi che la definiscono molto bene.

-Ho anche detto loro che questo potrebbe essere l’obiettivo di tutta la nostra classe.

Come ha appreso la notizia della nomination?

-Era un fine settimana, mi trovavo ad un congresso. Era uno di quei giorni in cui ripensi a tutto perché non ne puoi più. Ero molto stanca.

L’hanno chiamata?

-Ho ricevuto un messaggio sul telefono. Ho sentito il suono, l’ho letto e per poco non mi è preso un attacco di follia. Follia per la felicità, eh… Sono molti anni che do tutta me stessa…

Si è emozionata?

-Si. Ho dovuto rileggere il messaggio diverse volte, come quando controlli il test di gravidanza e ti da positivo. Ho pensato che fortuna che ho. Se ero già motivata prima, ora che si preparino! (risate).

Sembra che per lei la sola nomination sia già il premio.

-Per me questo è un sogno dal quale non mi voglio svegliare.

Si può imparare divertendosi?

-Certo! Imparare è meraviglioso e può essere molto divertente. Però non può esistere l’educazione senza la famiglia. È impossibile.

Cosa ne pensi delle parole di questa brava insegnante? Lasciaci un commento e salva il contenuto sul tuo diario così che anche i tuoi amici possano leggere e darti la loro opinione. Seguici per altre curiosità sulla pagina Curiosando si impara.

Tratto da La voz de Galicia

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