La truffa del bonus prestazioni di Facebook

Introduzione

La truffa legata al bonus prestazioni di Facebook continua a crescere, causando seri problemi agli autori di contenuti originali. Questo articolo esamina il fenomeno, le sue implicazioni e le possibili soluzioni. In una società civile, un articolo di questo genere non dovrebbe esistere. Purtroppo, siamo ancora lontani dal comprendere pienamente cosa significhi civiltà, soprattutto su internet.

Il problema del furto di contenuti

Il social network, da quando ha introdotto la possibilità di guadagnare con le immagini, ha continuato a creare problemi ai veri autori, che si ritrovano derubati del proprio lavoro. Facebook sta permettendo, alla luce del sole, di ottenere soldi rubando.

Tantissime persone disoneste hanno ottenuto il bonus prestazioni di Facebook, che permette di guadagnare pubblicando contenuti. Tuttavia, invece di creare, hanno deciso di dare sfogo ai loro istinti criminali: rubano. E non rubano per necessità, ma per ottenere guadagni, anche elevati.

Un paragone sconcertante

Immaginate una persona che non ha da mangiare, va al supermercato, ruba un pezzo di pane e viene scoperta. Questa persona avrà problemi con la legge per aver rubato per necessità pochi centesimi.

Su Facebook accade qualcosa di peggio, con la complicità dello stesso social network. Vi sono persone che hanno ricevuto il bonus per ottenere guadagni semplicemente pubblicando post nel social network, contenuti che dovrebbero essere originali. Invece, queste persone, non sapendo minimamente cosa sia il rispetto, rubano i contenuti danneggiando gli autori e ottenendo soldi. Non si parla di pochi centesimi, ma di molti soldi a singola immagine, un vero e proprio furto che può ammontare a migliaia di euro ad ogni immagine rubata, un furto gravissimo.

Cos’è il bonus prestazioni

Il bonus prestazioni è un bonus creato da Facebook per permettere agli autori di contenuti originali di ottenere ricavi grazie alle loro creazioni, tramite interazioni.

Come dovrebbe funzionare

  • Più interazioni si ottengono, più visibilità si ha
  • Maggiore visibilità si traduce in maggiori guadagni
  • I creatori di contenuti originali possono sostenere le spese e continuare a creare

La realtà della situazione

Purtroppo, il sistema non funziona realmente così:

  1. Facebook permette di rubare i contenuti alla luce del sole
  2. Il social network dà visibilità ai contenuti rubati
  3. Spesso, i contenuti rubati ottengono molta più visibilità rispetto a quelli originali
  4. Si crea una vera e propria truffa ai danni degli autori

L’atteggiamento di Facebook

A Facebook cosa interessa? Apparentemente nulla, perché:

  • Il social network non viene punito
  • Le autorità non fanno assolutamente nulla, ma pretendono comunque il pagamento delle tasse ogni mese
  • Quando si tratta di difendere gli autori, le autorità scompaiono

Arrestano chi ruba un pezzo di pane, ma chi ruba centinaia o migliaia di euro ogni giorno, danneggiando le aziende, non viene minimamente toccato.

Come truffa Facebook con il bonus prestazioni

Facebook fornisce il bonus a chi crea contenuti, ma dovrebbe servire solo a chi crea contenuti originali. Invece, il bonus è stato dato a tantissime persone, tra cui dei veri e propri criminali disonesti che, sapendo di ottenere soldi, rubano i contenuti altrui.

Il ruolo di Facebook

Se il social avesse a cuore di difendere gli artisti:

  1. Darebbe la possibilità di difendersi
  2. Non permetterebbe il furto di contenuti
  3. Non consentirebbe il caricamento di contenuti rubati
  4. Non permetterebbe di ottenere soldi con i contenuti rubati

Il problema degli algoritmi

La cosa peggiore è che:

  • Una pagina con milioni di followers ottiene meno interazioni rispetto a pagine con poche decine di migliaia di followers
  • Gli algoritmi di Facebook, truffaldini, mettono nei consigliati le pagine piccole che rubano
  • Questo offre maggiore visibilità alle pagine che rubano
  • Di conseguenza, si danneggiano gli autori originali

Cosa può fare l’autore per difendersi?

La triste realtà è che l’autore non può fare NULLA. Le opzioni sono limitate e spesso inefficaci:

  1. Denuncia alle autorità: Le autorità prenderanno tempo e non interverranno o chi ne pagherà le spese sarà solo il ladro
  2. Segnalazione a Facebook:
    • Facebook prenderà appositamente tempo
    • Spesso fingeranno di non vedere il reato
    • Risponderanno con email preimpostate che non vedono come l’autore possa proibire l’utilizzo della sua opera
    • In alcuni casi, rimuoveranno il contenuto dopo diversi giorni, settimane o mesi, quando il danno è già stato fatto
  3. Richiesta di rimborso: Facebook non rimborserà mai l’autore

Tutto questo dà vita a una truffa che fa rientrare a Facebook milioni di dollari, il tutto alla luce del sole.

Truffa da milioni di euro

Immaginate di avere un social network e di creare il bonus prestazioni. Sapete che dovete pagare gli autori per ogni post, ma visto che costano troppo, permettete anche il furto delle loro opere. In questo modo:

  1. Potrete pagare meno chi ruba, per contenuti non originali
  2. Darete più visibilità ai contenuti rubati anziché all’autore
  3. Risparmierete milioni di euro

Il processo della truffa

  1. Se l’autore se ne accorge, dovrà segnalarlo tramite un form
  2. Voi avrete tutto il tempo per rimuovere il contenuto
  3. Non verrete puniti dalla legge, nonostante sia chiara la truffa
  4. Nel frattempo, l’immagine rubata ha ottenuto centinaia di migliaia di interazioni e milioni di visualizzazioni
  5. Dopo diversi giorni, quando non ottiene più interazioni, decidete di far rispettare il volere dell’autore, rimuovendo l’immagine per violazione di copyright
  6. Non dovrete pagare il ladro perché ha violato i vostri termini di utilizzo
  7. L’autore sarà “contento” perché avete rimosso l’immagine in violazione, ma non lo rimborserete in assoluto

Il risultato? Avete ottenuto un contenuto gratuito, avete reso contenti il vostro pubblico, e avete risparmiato migliaia di euro. L’autore è stato danneggiato, ma voi avete ottenuto vantaggi con opere altrui.

Ora immaginate di farlo con centinaia di migliaia di immagini al giorno: la truffa milionaria è servita.

Meta Irlanda non risponde

In Europa, la responsabilità di tutto ciò che accade nel social è di Meta Ireland Platform, con sede in Irlanda. Questa azienda ha dimostrato più volte il suo disinteresse verso la giustizia:

  • Non rispondono alle email
  • Non rispondono ai fax
  • Non rispondono alle lettere fisiche

Come il classico dei criminali, anziché cercare di risolvere il problema, scappano o si nascondono. Sanno che è tutto a vantaggio loro non dare alcun tipo di risposta o risarcimento al povero autore che si vede derubato dei suoi lavori.

Il ruolo delle autorità

Le autorità sembrano proteggere Facebook, in barba al principio “La legge è uguale per tutti”. Per il social network di Facebook, sembra valere il contrario: possono truffare e rimanere impuniti.

Dove sono le autorità quando si tratta di difendere i più deboli? Le autorità si fanno vedere per difendere sempre i più grandi, i più prepotenti, ma per difendere le vere ingiustizie, scompaiono, lasciando fallire aziende che creano contenuti per colpa di ladri e truffatori.

Danni da centinaia di migliaia di euro: il caso di “Curiosando si impara”

La denuncia parte da Curiosando si impara, nota pagina con oltre due milioni di followers che dal 2017 crea contenuti per il suo pubblico.

Le azioni intraprese

Curiosando si impara ha da anni:

  • Denunciato questa pratica scorretta del social network
  • Inviato diffide
  • Presentato denunce alle autorità
  • Inviato lettere

Nonostante tutti questi sforzi, non è cambiato assolutamente nulla. La situazione è addirittura peggiorata da quando esiste il bonus prestazioni.

I danni subiti

La pagina si è vista:

  • Rubare tutte le sue opere
  • Pubblicare i suoi contenuti altrove

Il fatto è che quando vengono rubate, le opere ottengono molta più visibilità dei contenuti originali. Esempi se ne vedono ogni giorno: se trovate dei contenuti della pagina di Curiosando si impara altrove, significa che quei contenuti sono stati rubati e che altre persone disoneste stanno ottenendo vantaggi anche economici.

La risposta di Facebook

Facebook ha sempre ignorato le richieste, causando:

  • Danni che ammontano a centinaia di migliaia di euro
  • Problemi economici all’azienda non indifferenti

Anziché venire ricompensati per il proprio lavoro delle proprie creazioni, vengono danneggiati. Le loro immagini vengono chiaramente limitate da Facebook e quando vengono rubate da pagine piccole, ottengono anche il 20’000% in più dell’originale, dimostrando chiaramente la truffa messa in atto dal social.

Esempi concreti

Ci sono immagini che hanno ottenuto nella pagina da due milioni di followers poche centinaia di interazioni e una volta rubate, anche da altri profili, ottengono migliaia di interazioni. Uno dei casi è un’immagine che sulla pagina ha ottenuto 200 mi piace, chiaramente limitata da Facebook, poi, quando è stata rubata, ha ottenuto oltre 6’000 interazioni.

Queste interazioni non saranno mai pagate a Curiosando si impara. I soldi li prenderà la persona che ha rubato il contenuto o se li intascherà Facebook. Di questi esempi, dichiara Curiosando si impara, ne hanno a centinaia, una truffa che sta causando gravi problemi economici e morali agli autori.

Cosa rischierebbe chi ruba i contenuti

Chi ruba contenuti su Facebook potrebbe incorrere in diverse conseguenze:

  1. Sanzioni legali: La violazione del diritto d’autore può portare a cause civili e penali, con possibili multe salate e, nei casi più gravi, pene detentive.
  2. Danni reputazionali: Una volta scoperto, il ladro di contenuti potrebbe subire una grave perdita di credibilità e followers, compromettendo la sua presenza online.
  3. Ban da Facebook: Il social network potrebbe sospendere o chiudere permanentemente l’account del trasgressore, impedendogli di utilizzare la piattaforma in futuro.
  4. Perdita del bonus prestazioni: Facebook potrebbe escludere definitivamente l’utente dal programma di monetizzazione, impedendogli di guadagnare dalla piattaforma in futuro.
  5. Risarcimento danni: Il tribunale potrebbe obbligare il trasgressore a risarcire gli autori originali per i danni economici e morali causati dal furto dei contenuti.
  6. Conseguenze fiscali: I guadagni ottenuti illegalmente potrebbero portare a problemi con il fisco, con possibili sanzioni per evasione fiscale.
  7. Blocco dei pagamenti: Le piattaforme di pagamento utilizzate per ricevere i guadagni potrebbero bloccare i conti del trasgressore se venissero a conoscenza dell’attività illecita.
  8. Difficoltà future: Una volta etichettato come ladro di contenuti, potrebbe diventare molto difficile per la persona costruire una reputazione positiva online o partecipare a future iniziative di creazione di contenuti.

Conclusioni

Tutto ciò avviene alla luce del sole. Le autorità non fanno assolutamente nulla, sono più impegnate a fermare chi ruba un pezzo di pane per necessità che proteggere un’azienda da abusi di un gigante che fa quello che vuole.

È ora di dire basta a queste ingiustizie e speriamo che le autorità si diano una svegliata per fermare questa truffa milionaria messa in atto da Meta.

Questa situazione evidenzia una grave lacuna nel sistema di protezione dei diritti d’autore online. È necessario un intervento deciso delle autorità per:

  1. Fermare questa truffa milionaria
  2. Proteggere i creatori di contenuti originali
  3. Garantire una concorrenza leale nel mondo dei social media

È fondamentale che Facebook e le autorità competenti agiscano per porre fine a questa pratica dannosa e ingiusta. Solo così si potrà garantire un ambiente online equo e rispettoso per tutti i creatori di contenuti.

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