Il ginkgo biloba: ecco perché le sue foglie non sono cambiate in 270 milioni di anni e come questa pianta fossile protegge il cervello umano

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In un mondo in cui tutto cambia rapidamente, esiste un albero che sembra aver trovato la ricetta segreta dell’immortalità. Il Ginkgo biloba, con le sue caratteristiche foglie a ventaglio, è un autentico miracolo biologico: ha attraversato intere ere geologiche rimanendo praticamente identico a sé stesso.

Un viaggio nel tempo: 270 milioni di anni di sopravvivenza

Quando i dinosauri dominavano la Terra, il Ginkgo biloba c’era già. I fossili di foglie di ginkgo risalenti a 270 milioni di anni fa sono quasi uguali a quelle che oggi si raccolgono nei parchi cittadini. Questo fatto straordinario ha portato i botanici a chiamarlo “fossile vivente”, l’ultimo sopravvissuto di una famiglia che ha visto nascere e scomparire innumerevoli specie.

Ma come ha fatto questa pianta a rimanere uguale mentre molte altre si sono evolute o estinte?

I segreti genetici di un campione di resistenza

Nel 2016, un gruppo internazionale di ricercatori ha sequenziato per intero il genoma del ginkgo, scoprendo dati sorprendenti: il suo DNA contiene un vasto numero di geni per la difesa e la resistenza.

  • Il genoma del ginkgo ha oltre 40.000 geni, molti dei quali dedicati a combattere malattie e stress ambientali
  • Presenta meccanismi speciali di riparazione del DNA, che evitano l’accumulo di mutazioni dannose
  • Ha sviluppato difese efficaci contro insetti, funghi e agenti patogeni

Il ginkgo non ha avuto bisogno di grandi cambiamenti perché era già perfettamente adattato. La forma della sua foglia, a ventaglio con un’incisione centrale, è così efficiente per la fotosintesi che la natura non ha mai dovuto modificarla.

Il Ginkgo biloba è sopravvissuto a cinque grandi estinzioni di massa, compresa quella che cancellò i dinosauri 66 milioni di anni fa. Pochi esseri viventi possono vantare una simile resilienza.

Superpoteri biologici: perché sopravvive a tutto

La forza del ginkgo va oltre la genetica. Questi alberi possono vivere oltre 1.000 anni (alcuni in Cina superano i 3.000) grazie a caratteristiche uniche:

  • Producono potenti sostanze antimicrobiche e antifungine che li proteggono dalle malattie
  • Hanno un sistema vascolare efficiente che permette loro di crescere anche in terreni poveri
  • Sono molto resistenti all’inquinamento urbano (per questo si piantano spesso nelle città)
  • Le foglie contengono composti chimici che respingono gli insetti

Forse il tratto più sorprendente è la loro capacità di sopravvivere a disastri. Un ginkgo può ricrescere anche se tagliato quasi alla base, e alcuni esemplari vicini all’epicentro della bomba atomica su Hiroshima, nel 1945, sono ricresciuti dalle radici dopo l’esplosione.

Le foglie d’oro che proteggono il cervello

Le stesse qualità che hanno permesso al ginkgo di resistere per milioni di anni portano benefici anche all’uomo, soprattutto per il cervello. Le sue foglie contengono sostanze preziose:

  • Ginkgolidi e bilobalidi: molecole uniche che proteggono i neuroni dallo stress ossidativo
  • Flavonoidi: potenti antiossidanti che contrastano l’invecchiamento cellulare
  • Lattoni terpenici: migliorano la circolazione, in particolare quella cerebrale

Studi clinici hanno dimostrato che l’estratto standardizzato delle foglie di ginkgo può migliorare le funzioni cognitive nelle persone con demenza lieve o moderata. Agisce:

  1. Aumentando il flusso sanguigno nel cervello, portando più ossigeno e nutrienti
  2. Proteggendo le cellule nervose dallo stress ossidativo
  3. Riducendo l’aggregazione delle piastrine, evitando micro-coaguli dannosi
  4. Modulando la trasmissione tra i neuroni

Curiosità sorprendenti: il testimone del tempo

Il fascino del ginkgo va oltre la scienza:

  • È l’unica specie sopravvissuta del suo intero phylum, le Ginkgophyta, una divisione di piante antichissima
  • Gli alberi sono dioici: maschi e femmine separati, e solo le femmine producono i frutti dal tipico odore sgradevole
  • In autunno, tutte le foglie cambiano colore e cadono quasi nello stesso momento: uno spettacolo raro
  • In Giappone è considerato sacro e piantato nei templi, in Cina simboleggia longevità e resilienza

Forse il fatto più curioso è che il ginkgo è stato per secoli ritenuto estinto in natura. Sopravviveva solo nei templi buddisti dell’Asia, finché nel 1956 furono scoperti piccoli boschi spontanei sulle montagne dello Zhejiang, in Cina.

Il futuro di un albero antico

Mentre la scienza continua a scoprire nuovi segreti del ginkgo, è chiaro che questa pianta può offrire molte soluzioni ai problemi di oggi. Dai farmaci per il cervello alle strategie per coltivare piante resistenti ai cambiamenti climatici, il ginkgo resta una fonte inesauribile di ispirazione.

In un’epoca in continua trasformazione, c’è qualcosa di profondamente rassicurante nel poter toccare una foglia identica a quella che forse sfiorò un dinosauro. Il ginkgo ci insegna che, a volte, la perfezione non sta nel cambiare, ma nel saper resistere.

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