Perché le stelle cadenti emettono suoni? Il mistero dei meteoriti che “cantano” nel cielo svelato dalla scienza

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Avete mai sentito parlare del misterioso “canto” delle stelle cadenti? Non è una leggenda o un racconto fantastico: è un fenomeno reale che ha incuriosito scienziati e appassionati di astronomia per secoli. Quando i meteoriti attraversano la nostra atmosfera, alcuni testimoni raccontano di aver udito suoni particolari – sibili, ronzii, fruscii – proprio mentre osservavano questi corpi celesti illuminare il cielo notturno.

Il paradosso sonoro dei meteoriti

Il fenomeno presenta un apparente paradosso fisico: i meteoriti si muovono ad altitudini di 80-120 km e, secondo le leggi della fisica, un suono prodotto lassù dovrebbe impiegare diversi minuti per raggiungere gli osservatori a terra. Eppure, numerosi testimoni riferiscono di percepire suoni simultaneamente all’osservazione del meteorite!

Per molto tempo, questi racconti sono stati considerati frutto di suggestione o immaginazione. La scienza tradizionale sosteneva fosse impossibile udire suoni in tempo reale provenienti da oggetti così distanti. Tuttavia, la quantità e la coerenza delle testimonianze hanno spinto i ricercatori a investigare più a fondo.

L’elettrofonia: quando la luce diventa suono

La spiegazione più accettata oggi è quella dell’elettrofonia: un fenomeno in cui intense radiazioni elettromagnetiche emesse durante la vaporizzazione del meteorite vengono convertite in onde sonore udibili vicino all’osservatore.

Quando un meteorite entra nell’atmosfera terrestre a velocità elevatissime (tra 11 e 72 km/s), la sua superficie si riscalda fino a superare i 1.600°C. Questo processo genera un plasma che emette forti campi elettromagnetici a bassa frequenza.

Come avviene la conversione in suono?

Questi campi elettromagnetici viaggiano alla velocità della luce e raggiungono immediatamente il suolo, dove possono interagire con oggetti conduttori vicini all’osservatore:

  • Fogliame degli alberi
  • Oggetti metallici (occhiali, gioielli, chiavi)
  • Capelli umani
  • Materiali contenenti ferro (alcune rocce naturali)

Questi materiali, come trasduttori naturali, trasformano le onde elettromagnetiche in vibrazioni meccaniche udibili: ecco spiegato il “canto” delle stelle cadenti. La frequenza di questi suoni varia di solito tra i 100 Hz e i 10 kHz, ben dentro il campo percepibile dall’orecchio umano.

Le conferme scientifiche del fenomeno

Nel 1980, lo scienziato Colin Keay dell’Università di Newcastle in Australia ha condotto esperimenti che hanno dimostrato la plausibilità dell’elettrofonia. Usando trasmettitori VLF (Very Low Frequency) per simulare le emissioni elettromagnetiche dei meteoriti, Keay è riuscito a riprodurre in laboratorio suoni simili a quelli riportati dai testimoni.

Studi successivi condotti in Finlandia nel 2010 hanno registrato simultaneamente meteoriti particolarmente luminosi e segnali sonori, confermando che non si tratta di immaginazione, ma di un fenomeno acustico reale.

“Si tratta di un esempio affascinante di come fenomeni considerati per secoli frutto di superstizione o errore percettivo possano rivelarsi, alla luce di nuove metodologie scientifiche, perfettamente reali e spiegabili” – Dr. Mikko Suominen, astrofisico finlandese

I diversi “canti” dei meteoriti

Non tutti i meteoriti “cantano” nello stesso modo. I testimoni hanno riportato una grande varietà di suoni:

  • Sibili e fischi: tipici dei meteoriti più veloci e piccoli
  • Crepitii e scoppiettii: associati a bolidi che si frammentano
  • Ronzii persistenti: caratteristici di meteoriti grandi con scie visibili per diversi secondi
  • Fruscii come foglie mosse dal vento: quando le onde elettromagnetiche agiscono sulla vegetazione

Testimonianze storiche: un fenomeno antico

Il fenomeno non è nuovo. Resoconti di suoni prodotti da stelle cadenti esistono fin dall’antichità. Plinio il Vecchio nel suo “Naturalis Historia” descriveva “sibili e stridii” provenienti dal cielo durante le piogge di meteoriti. Nel Medioevo, cronache monastiche riportavano “canti celesti” in corrispondenza di eventi che oggi riconosciamo come sciami meteorici.

Edmund Halley, celebre per la cometa che porta il suo nome, fu tra i primi a documentare sistematicamente queste testimonianze, pur restando scettico. Ironia della sorte, proprio le sue dettagliate raccolte sono state preziose per gli scienziati moderni.

Quando è più probabile percepire questi suoni?

Se volete provare questa esperienza, seguite questi suggerimenti:

  1. Osservate durante i principali sciami meteorici (Perseidi ad agosto, Leonidi a novembre, Geminidi a dicembre)
  2. Recatevi in zone lontane dal rumore delle città
  3. Scegliete ambienti con tanti elementi naturali conduttori come boschi o zone rocciose
  4. I meteoriti più luminosi, detti bolidi, hanno maggiori probabilità di produrre suoni elettrofonici
  5. La percezione varia da persona a persona: alcune persone sembrano più sensibili di altre a questi fenomeni

Il mistero dei “suoni fantasma”

Un aspetto ancor più misterioso sono i cosiddetti “suoni fantasma”: alcuni testimoni dicono di percepire i suoni non tramite l’orecchio, ma come sensazioni all’interno della testa. Questa particolarità ha fatto ipotizzare ai ricercatori che le onde elettromagnetiche possano agire direttamente sui nervi dell’udito o sulle ossa del cranio attraverso la conduzione ossea.

Studi recenti presso l’Università della California hanno mostrato che alcuni campi elettromagnetici pulsati possono effettivamente stimolare i recettori neurali collegati all’udito, creando la sensazione di suoni senza che ci siano onde sonore reali nell’aria.

Un ponte tra scienza e meraviglia

Il “canto” delle stelle cadenti è uno splendido esempio di come la natura riesca ancora a sorprenderci. Ciò che per secoli è stato reputato impossibile o frutto di fantasia si è rivelato un affascinante processo reale, che lega lo spazio alla nostra percezione sulla Terra.

La prossima volta che vi troverete sotto un cielo stellato durante uno sciame meteorico, fate attenzione non solo alle scie luminose, ma anche ai possibili suoni sottili che potrebbero accompagnarle. Potreste essere testimoni di uno dei più straordinari “ponti” tra il cosmo e i nostri sensi, dove la radiazione elettromagnetica diventa suono e ci permette di “ascoltare” la danza delle stelle cadenti.

Ricordate: non è magia, è scienza. Ma, a volte, la scienza sa essere più meravigliosa di qualsiasi magia.

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