Il mistero dei pesci che parlano con la marea e il segreto del loro sincronismo perfetto

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Immagina di trovarti su una spiaggia all’alba, con la marea che si ritira lentamente. In quel momento, a qualche metro di distanza, un banco di pesci si muove in perfetta sincronia, come se avesse ricevuto un segnale segreto: è arrivato il momento di avvicinarsi o allontanarsi dalla riva. Ma come fanno a capire che la marea sta cambiando? È possibile che comunichino tra loro o che “sentano” l’acqua in modi che noi non possiamo percepire?

Il fenomeno delle maree è causato principalmente dall’attrazione gravitazionale della Luna e, in parte, del Sole. Questa forza invisibile provoca l’innalzamento e l’abbassamento ciclico del livello del mare. Per noi umani è semplice prevedere una marea grazie a orologi e tabelle, ma per i pesci la natura ha fornito strumenti straordinari, frutto di milioni di anni di evoluzione.

Molti pesci costieri o che vivono nelle barriere coralline hanno una sensibilità eccezionale alle variazioni di pressione dell’acqua. Anche un lieve cambiamento di profondità, quando la marea sale o scende, modifica la pressione idrostatica. Questi animali possono percepire variazioni minime, impercettibili per noi, ma per loro chiarissime: un segnale silenzioso che dice quando muoversi.

Oltre alla pressione, i pesci rilevano anche cambiamenti nella salinità. Con la marea crescente arriva acqua più salata proveniente dall’oceano aperto, mentre con la marea calante l’acqua dolce dei fiumi o dei torrenti può diluire quella vicino alla costa. I loro recettori chimici agiscono come un vero laboratorio naturale, analizzando in tempo reale la composizione dell’acqua e guidando i loro spostamenti.

Un ruolo fondamentale è svolto anche dal ritmo circatidale, un “orologio interno” simile al nostro ritmo biologico, ma sincronizzato sulle maree. Esperimenti scientifici hanno dimostrato che, anche in vasche isolate senza influssi di marea reale, alcune specie di pesci mantengono per giorni lo stesso comportamento legato ai cicli di flusso e riflusso, come se possedessero un calendario incorporato.

Ma dove entra in gioco l’idea dei pesci che “parlano”? In certi ambienti marini, specie sociali emettono suoni a bassa frequenza, troppo deboli per essere percepiti dai nostri sensi senza strumenti, ma perfetti per propagarsi nell’acqua. Questi segnali possono servire a coordinare i movimenti del gruppo, specialmente quando la variazione di densità dell’acqua durante le fasi di marea ne facilita la trasmissione. In questo modo, un intero banco può cambiare direzione quasi istantaneamente, come se seguisse un unico pensiero collettivo.

Tutti questi elementi — pressione, salinità, correnti, suoni e orologi interni — creano un vero e proprio codice segreto della marea, che i pesci decifrano con naturalezza. Questa abilità non è solo affascinante, ma vitale: sapere quando entrare in acque basse significa sfruttare zone ricche di cibo e con meno predatori, mentre capire quando allontanarsi impedisce di restare intrappolati con l’acqua che si ritira.

La prossima volta che vedrai un banco di pesci muoversi nella risacca, sappi che non è frutto del caso, ma di un’intelligenza raffinata, perfezionata in ere di adattamento e in un costante dialogo con il mare. In quel silenzio apparente, l’oceano e i suoi abitanti stanno comunicando senza sosta, seguendo un linguaggio antico che solo loro sanno comprendere.

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