Se ti chiedessi qual è la creatura più veloce del pianeta, probabilmente penseresti subito al ghepardo. E non avresti tutti i torti, perché questo felino africano raggiunge velocità incredibili. Ma la verità è che, se allarghiamo la sfida a tutto il regno animale tra terra, mare e aria, scopriremmo che il ghepardo non è affatto il re assoluto della velocità. Ed è proprio qui che iniziano le sorprese.
Partiamo da lui: il ghepardo può toccare i 100-110 km/h, ma solo per pochi secondi. È un vero sprinter, non un maratoneta, e la sua rincorsa fulminea serve per catturare prede come gazzelle o lepri. La spina dorsale flessibile, le zampe lunghe e i muscoli esplosivi sono il frutto di un’evoluzione che lo ha reso perfetto per accelerazioni brucianti. Ma basta sollevare lo sguardo sopra le savane per incontrare un campione ancora più sorprendente: il falco pellegrino.
Il falco pellegrino detiene il record della velocità animale, ma con una precisazione: il primato si registra durante la picchiata di caccia. In quell’istante, con le ali chiuse e il corpo in posizione perfettamente aerodinamica, può superare i 300 km/h. È come se un’auto di Formula 1 si lanciasse giù da un dirupo con il pieno controllo della traiettoria. Il segreto è nelle ossa leggere, nei potenti muscoli pettorali e nella straordinaria capacità di calcolare al millimetro la posizione della preda e correggere la rotta in tempo reale.
Spostiamoci in mare, dove il titolo di “siluro vivente” spetta al pesce vela. Con il corpo affusolato, la pinna dorsale a forma di vela e una muscolatura potente, raggiunge circa 110 km/h nell’acqua. Se consideriamo che la resistenza dell’acqua è molto più elevata di quella dell’aria, si tratta di un traguardo straordinario. Gli scienziati ritengono che la particolare superficie della sua pelle riduca l’attrito e la turbolenza, trasformandolo in una freccia sottomarina.
Ma le sorprese non finiscono. Nel mondo degli insetti troviamo prestazioni che, in proporzione alle dimensioni, superano di gran lunga quelle dei giganti. Il coleottero tigre, ad esempio, corre a oltre 9 km/h. Può sembrare poco, ma rispetto alla sua lunghezza corporea equivale a un essere umano che sfreccia a più di 500 km/h. In altre parole, in una gara basata sulla velocità proporzionata al corpo, insetti predatori come lui dominerebbero senza rivali.
Esiste infatti una differenza fondamentale tra velocità assoluta e velocità relativa. Nei valori assoluti, il falco pellegrino, il pesce vela e il ghepardo sono in cima alla classifica. Ma rapportando la velocità alla grandezza dell’animale, piccoli incredibili atleti come certi acari acquatici o insetti terrestri diventano veri missili biologici.
Questa classifica ci racconta molto anche sull’adattamento evolutivo: ogni ambiente ha creature che hanno sviluppato soluzioni uniche per essere le più veloci possibili. C’è chi sfrutta artigli retrattili per aggrapparsi, chi ha muscoli esplosivi per scatti improvvisi, chi si affida a forme aerodinamiche o idrodinamiche per fendere aria e acqua, e persino chi è dotato di una vista ultra-rapida per prevedere i movimenti della preda.
La natura è il più grande laboratorio di ingegneria che esista, e lavora da milioni di anni. Il risultato sono autentici capolavori viventi, creature che spingono i limiti della velocità in modi diversi, ciascuna adattata al proprio habitat. E così, la prossima volta che penserai a un animale veloce, ricorda che la risposta dipenderà dall’ambiente che osservi: sulla terra il ghepardo resta un’icona, ma nei cieli e nei mari ci sono autentici fulmini viventi pronti a superarlo di slancio.
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