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Fulmini Sottomarini e Mari Luminiscenti alla Scoperta dei Misteri Nascosti degli Abissi

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Quando pensiamo ai fulmini, la mente corre subito al cielo attraversato da lampi accecanti durante un temporale. Ma pochi sanno che qualcosa di simile può accadere anche sotto la superficie del mare. Non si tratta di fulmini atmosferici, bensì di misteriosi fenomeni luminosi che si manifestano nelle profondità oceaniche e che da anni affascinano e incuriosiscono gli scienziati.

Questi lampi sottomarini sono bagliori intensi e improvvisi, visibili talvolta anche a centinaia di metri di profondità, in luoghi dove la luce solare non arriva mai e dove ogni illuminazione diventa uno spettacolo sorprendente. Ma da cosa nascono?

Una delle cause principali è la bioluminescenza, ossia la capacità di alcuni organismi viventi di produrre luce grazie a reazioni chimiche interne. Plankton, meduse e pesci abissali ne sono gli interpreti più noti. In certi casi, enormi sciami di microorganismi creano veri e propri “temporali luminosi” sotto le onde. Ogni movimento dell’acqua può trasformarsi in un’esplosione di punti scintillanti, in grado di avvolgere intere porzioni di oceano.

Esiste però anche una componente geologica. Alcune scariche elettriche possono formarsi in ambienti acquatici, soprattutto in aree di intensa attività vulcanica sul fondale marino. Vicino alle sorgenti idrotermali, l’energia sprigionata dal calore e dai minerali si mescola ai gas sprigionati, originando talvolta bagliori simili a lampi reali. Studi recenti suggeriscono che correnti elettriche possano viaggiare lungo faglie e dorsali oceaniche: quando incontrano regioni ricche di particelle minerali, queste correnti possono generare fenomeni visivi rapidi ma intensi. Non sono pericolosi per l’uomo, ma rappresentano vere e proprie tracce luminose dell’attività interna del pianeta.

Un altro affascinante spettacolo naturale è il fenomeno dei milky seas, o “mari lattiginosi”: vaste distese marine che di notte brillano di una luce diffusa e costante, provocata da trilioni di batteri bioluminescenti che si attivano simultaneamente. Visti dallo spazio, sembrano immense aurore marine; le navi che le attraversano raccontano di acque che avvolgono lo scafo in un bagliore uniforme, come se fossero percorse da invisibili scintille.

Studiare questi lampi nascosti non serve solo ad aumentare il nostro senso di meraviglia. Essi sono strumenti preziosi per tracciare le correnti oceaniche, scoprire nuove forme di vita e monitorare l’attività geotermica del nostro pianeta. Comprendere come la luce possa formarsi e diffondersi in ambienti tanto estremi offre anche spunti per sviluppare nuove tecnologie: dalla comunicazione subacquea al miglioramento dei sensori per esplorare mondi oceanici extraterrestri, come le lune ghiacciate di Giove e Saturno.

Il mare, che ricopre oltre il 70% della superficie terrestre, rimane una frontiera in gran parte sconosciuta. I suoi “fulmini” sono come messaggi luminosi da interpretare: finestre di luce che si aprono nell’oscurità e che raccontano storie di un mondo vivo e dinamico. Ogni bagliore che si accende nelle profondità è un invito a guardare oltre l’orizzonte visibile, a immaginare quante meraviglie ancora attendano di essere scoperte sotto l’immensa distesa azzurra.

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