13 volte in cui delle persone scortesi hanno scambiato altri clienti per dipendenti e non sono state per nulla gradevoli

Purtroppo, esistono clienti poco educati che pretendono un trattamento speciale dai dipendenti dei negozi o delle aziende che contattano. Questi clienti, spesso, mostrano un comportamento maleducato e arrogante, chiedendo cose che non sono possibili o che esulano dalle normali procedure aziendali. Tuttavia, esistono anche situazioni in cui un cliente viene scambiato per un dipendente e trattato con disprezzo e mancanza di rispetto. Questo è un comportamento inaccettabile e ingiustificabile, dimostra la totale mancanza di empatia, comprendione ed educazione di questi individui.

Sia come dipendenti che come clienti, è importante mostrare rispetto e considerazione per gli altri, riconoscendo il valore e il ruolo che ogni persona ha all’interno della società. Solo così sarà possibile costruire un ambiente sano e rispettoso per tutti.

Sulla piattaforma di Reddit è stato creato un gruppo in cui gli utenti raccontano di quella volta in cui sono stati scambiati per i dipendenti del negozio o dell’azienda in cui si trovavano in quel momento e di seguito puoi trovare le storie più assurde ed eclatanti.

1#

Una volta ero su un treno di ritorno dal lavoro, salii con le cuffie e, non vedendo subito un posto libero, decisi di stare vicino alle porte. Dopo alcune fermate, nell’altro vagone salirono due ragazze. Una di loro si avvicinò a me e cominciò a parlare. Tolsi le cuffie per sentire cosa stesse dicendo; mi chiese un biglietto del treno per Brighton. Risposi: “Mi dispiace, devi trovare un dipendente del treno, io sono un passeggero“.

Questa sarebbe dovuta essere la fine della storia, ma no, mi infilò 10 sterline nella tasca della giacca e se ne andò con l’amica dicendo: “Bene, se dovessero controllare diremo che non ha voluto darci il biglietto, ma dalle telecamere vedranno che abbiamo pagato“.

Ogni giorno, per tutto il mese successivo, mi sono posizionato vicino a quelle porte, ma purtroppo non ho avuto più fortuna”. Reddit/Comprehensive-Tip202

2#

Qualche anno fa un mio amico era una manager in un ristorante e un’altra mia amica lavorava come cameriera nello stesso locale. Io e alcuni amici andammo a trovarle per mangiare del buon cibo. Una volta arrivati, mentre i miei amici venivano indirizzati ad un tavolo, mi fermai a parlare con la mia amica cameriera.

Le loro uniformi erano composte da pantaloni neri e da una camicia bianca. Caso vuole che quel giorno indossassi dei pantaloni neri da yoga e una camicia bianca. Simili ma non uguali. Parlai con la mia amica per circa 2 minuti, poi andai verso il bagno. Passai accanto ad un tavolo e vidi una donna fissarmi intensamente. Semplicemente, la ignorai e andai in bagno. Quando uscii, la donna mi fece un cenno e mi disse: “Ciao, puoi venire qui?“. Io, con lo sguardo imbarazzato mi avvicinai, mentre lei continuava a ripetere che ero stata molto scortese perché l’avevo ignorata e solo allora capii che pensava che lavorassi lì.

Risi e prima che potessi spiegarle, lei chiese di parlare col manager. A quel punto, era abbastanza infastidita. Un’altra cameriera si avvicinò al tavolo e la donna, senza spiegarle nulla, le chiese di poter parlare con il manager. Così la cameriera andò a chiamarlo.

Il manager arrivò e le chiese: “Qual è il problema signora?“.

Signora: “La vostra cameriera mi ha ignorata e mi ha deriso“.

Manager: “Chi? Beth? Lei non lavora qui!“.

Signora: “Ma la conosce!“.

Manager: “Sì, ma non lavora qui“.

Signora: “E allora come fa a conoscerla?“.

Non capiva come il manager potesse conoscermi senza che io lavorassi lì.

Tutto questo andò avanti un bel po’, alla fine accettò la situazione e ci congedò dicendo che non avrei dovuto essere vestita come una dipendente. Reddit/I_am_dean

3#

Questo è successo proprio oggi. Ero al supermercato vestito con la mia camicia hawaiana e dei pantaloncini, non indossavo nulla che avrebbe potuto far pensare che lavorassi lì. Ero lì con il mio carrello, stavo prendendo delle patatine e delle salse per stasera, poiché dei miei amici verranno a casa mia.

Ad un certo punto, una ragazza carina e bassa di statura, mi ha chiesto cortesemente di aiutarla a prendere delle patatine dal ripiano superiore. Essendo alto due metri mi chiedono spesso di prendere le cose dai ripiani alti ed io cerco sempre di aiutare quando mi viene chiesto gentilmente. Così, ho preso le patatine richieste e gliele ho passate. Lei mi ha ringraziato ed è andata per la propria strada.

Poi, di punto in bianco, sento qualcuno lamentarsi, mi giro e vedo questa donna che rivolgendosi a me dice: “Ora che hai finito di flirtare, dove posso trovare le batterie?“. Rido e dico: “Beh, di che tipo le servono?“, però mi interrompe e inizia a scandire ogni singola parola battendo le mani.

Donna: “DOVE (batte le mani). SONO (batte le mani). LE (batte le mani). BATTERIE (batte le mani)“.

Così le rispondo: “Mi dispiace, non deve battere le mani, non lavoro qui!“.

Però lei mi interrompe di nuovo e dice: “Non farmi chiamare il tuo responsabile!!! DOVE (batte le mani). SONO (batte le mani). LE (batte le mani). BATTERIE (batte le mani)!“.

A quel punto avevo capito cosa stava cercando, ma visto che odio le persone che si credono superiori agli altri, le ho detto: “Sono nel reparto degli accessori per auto. Parli con uno dei tecnici del servizio che trova lì“.

Lei se ne va infuriata. Io continuo con la mia spesa quando, circa 5 minuti dopo, sento delle urla. “Non era quello che volevo! Dov’è quel dipendente scortese (ovviamente ha usato un’altra parola)“.

Io inizio a sorridere, eccola qua. Mi trova e dice: “Lì hanno solo batterie per auto!!! Io volevo delle batterie piccole per elettronica“. La guardo, sorrido e dico: “TU (batto le mani). NON (batto le mani). HAI (batto le mani). SPECIFICATO (batto le mani)“.

È rimasta a bocca aperta, ha fatto un sospiro come se avessi rubato tutto l’ossigeno, poi ha detto: “Dov’ è il tuo responsabile!!!“.

Ora, io lavoro in remoto per la mia azienda e il mio responsabile lavora in un altro stato.Così le ho detto: “Probabilmente a St. Louis. Come ho cercato di dirti prima, signora, IO (batto le mani). NON (batto le mani). LAVORO (batto le mani). QUI (batto le mani)“.

Poi mi sono girato e me ne sono andato, mentre lei ha continuato ad insultarmi. Per me è stata una bella giornata”. Reddit/Smoke_Water

4#

Lavoravo da ‘Target’ e dall’altra parte della strada c’era un negozio della catena ‘Hobby Lobby’. Un giorno, dopo la fine del mio turno, andai da ‘Hobby Lobby’ per prendere qualcosa e indossavo ancora la mia maglietta rossa con i simboli di ‘Target’ ovunque.

Una ragazza di una ventina d’anni si avvicinò e mi chiese: “Sai dove posso trovare una pistola per la colla a caldo?“.

Feci una breve pausa e guardando la mia maglietta le dissi: “Vuoi dire in questo negozio o… tipo… da Target?“.

Lei si mise a fissare la mia maglietta per un lungo periodo di tempo, poi fece un sospiro e disse tranquillamente: “Scusa, non so nemmeno dove sono“. Reddit

5#

Sono una ragazza di 20 anni e, un giorno, ero al maneggio e stavo spazzolando il mio cavallo Clyde, quando, ad un certo punto, una donna ed un bambino di 6 o 7 anni si sono avvicinati a me.

(Per contestualizzare: gli addetti alla stalla/istruttori non devono indossare un abbigliamento specifico, anche se di solito indossano le magliette con il logo dell’azienda per essere più riconoscibili. Io indossavo dei pantaloni color crema e una polo rossa, niente di speciale, ma spesso mi confondono con il personale).

La donna indossava vestiti troppo costosi per stare in una stalla, ma ho pensato che fosse venuta solamente per lasciare il bambino, per poi tornare a riprenderlo alla fine della lezione.

Quando ho visto che stava per rivolgere la sua attenzione verso di me, ero pronta con il mio solito discorso, in cui spiego che non lavoro lì e a chi è possibile rivolgersi. Però, prima che potessi aprire bocca, lei ha iniziato a inveire contro di me, lamentandosi per il pessimo servizio e dicendo che aveva perso ore cercando qualcuno che potesse aiutarla. (Dubito siano stati più di cinque minuti, la stalla non è così grande).

Avrei voluto spiegarle che non è il mio lavoro, ma non mi ha dato il tempo e ha cominciato ad urlarmi in faccia, dicendo che avrei dovuto far montare immediatamente suo figlio sul mio cavallo.

Ho cercato di spiegarle con calma che non era possibile, dicendole che suo figlio non poteva cavalcare il mio cavallo e che non avrei nemmeno potuto fargli cavalcare gli altri cavalli presenti nella stalla.

Tuttavia, non importava ciò che dicevo, non riuscivo a farle capire che non lavoravo lì e che non potevo ‘farla semplicemente cavalcare’.

Clyde non è completamente addestrato poiché l’ho preso da poco, ed è ancora molto giovane e inesperto. Non lo lascerei nemmeno spazzolare da un bambino, poiché tende a mordere le persone.

Il bambino ha provato ad avvicinarsi e ad accarezzargli il naso, ma ho appoggiato la mano sulla spalla e l’ho delicatamente spinto indietro, poiché ero preoccupata che Clyde lo potesse mordere.

In quel momento, la madre ha urlato: “Mio figlio ha il diritto di toccare quel cavallo, probabilmente sa gestirlo meglio di te, in ogni caso, sei solo un dipendente, non osare mai più spingere mio figlio“.

Questo mi ha fatto esplodere ed ho urlato: “Tuo figlio non toccherà il mio cavallo, perché non è adatto ai bambini e potrebbe ferirlo. Tuo figlio non sa gestire meglio di me il mio cavallo, io cavalco da 15 anni, e non lavoro qui. Lasciami in pace“.

A quel punto, il mio cavallo ha iniziato ad agitarsi, così ci siamo incamminati verso la sua stalla per far calmare lui e per calmare me stessa.

Alcuni membri dello staff sono corsi verso di noi, cercando di capire cosa stesse succedendo. La donna ha continuato a urlarmi contro, ma non potevo più sopportarla e me ne sono andata, lasciandola alle prese con il personale.

La mia amica (che lavora lì) mi ha detto che hanno dovuto minacciare di chiamare la polizia per farla andare via, perché continuava a chiedere di far cavalcare suo figlio su ogni singolo cavallo che vedeva. Almeno ora è bandita dal maneggio, quindi c’è stato una sorta di lieto fine. Reddit/cookiekalechip

6#

Questo è successo a giugno del 2020, mentre cercavo lavoro. Nella mia vecchia azienda (chiamiamola Azienda A) mi licenziarono a causa della pandemia, però, mi diedero un generoso preavviso di 2 mesi, per questo, lavorai lì fino alla fine di agosto.

Feci domanda in diverse aziende, tra cui l’Azienda B. La loro offerta di lavoro era incredibile, all’inizio. 40 ore settimanali, straordinari retribuiti e 24 giorni di vacanza pagati all’anno. Mi chiamarono per un colloquio.

Di solito arrivo in anticipo al lavoro, ai colloqui e agli appuntamenti in generale. Lo faccio per prendere una boccata d’aria, per bere un caffè e per prepararmi a ciò che mi aspetta. Il colloquio era alle 8 del mattino. Arrivai verso le 7:30. Lasciai la macchina nel parcheggio per i dipendenti come mi era stato detto al telefono, ma in quel momento non avevo idea che sarebbe stato un problema. Il tutto iniziò quando un uomo in giacca e cravatta si precipitò nel parcheggio con aria furiosa e seguì la seguente conversazione.

Uomo Arrabbiato: “Dove diavolo sei stato?! Dovevi essere qui alle 7!“.

Io: “Ehm… mi hanno detto…“.

Uomo Arrabbiato (interrompendomi): “TI AVEVO DETTO DI ESSERE QUI ALLE 7!“.

Io (confuso): “La mail indicava le 8…“.

Uomo Arrabbiato: “Sei stupido? Iniziamo alle 7! È il primo giorno e sei già in ritardo! Vattene, sei licenziato!“.

Io: “Scusi, ma dev’esserci uno sbaglio“.

Uomo Arrabbiato: “TI HO DETTO DI ANDARTENE!“.

Io (esasperato): “Non lavoro per lei!“.

Uomo Arrabbiato: “Ovviamente, visto che ti ho licenziato!“.

Io: “In primo luogo, non ho mai lavorato per lei!“.

Uomo Arrabbiato: “Certo! Dovevi iniziare oggi!“.

A quel punto ne avevo abbastanza di lui. Stavo per tornare nella mia auto, quando un altro uomo e una donna uscirono dall’edificio per vedere cosa stesse succedendo. Scoprii in seguito che lui era il CEO dell’azienda e lei la reclutatrice.

CEO: “Che diavolo sta succedendo qui?“.

Uomo Arrabbiato: “Questo fannullone è arrivato il suo primo giorno con 30 minuti di ritardo!“.

CEO (guardandomi, poi guardando la reclutatrice e poi guardando di nuovo me): “Questo è inaccettabile. Qual è il tuo nome?“.

Dissi il mio nome e, a quel punto, la reclutatrice disse: “Oh, sei arrivato presto“.

Uomo Arrabbiato: “Presto?! È in ritardo! E licenziato!“.

Reclutatrice (rivolgendosi all’uomo arrabbiato): “Non è in ritardo. È qui per un colloquio di lavoro. Sai, per la posizione vacante nella tua squadra? Non è nemmeno un dipendente“.

Uomo Arrabbiato: “Perché parcheggia qui allora?“.

Reclutatrice: “Perché gliel’ho detto io. Il suo appuntmento è alle 8. Ma possiamo iniziare ora…“.

Io: “Con tutto il rispetto, ma, gentilmente, declino l’offerta di lavoro“.

CEO e Reclutatrice: “Cosa?“.

Io: “Sì. Non sono interessato a lavorare per qualcuno che parla in questo modo ai suoi dipendenti. Inoltre, non voglio lavorare per qualcuno che non riesce nemmeno a capire chi lavora per lui e chi no“.

Reclutatrice: “Non ti biasimo. Prometto che ci occuperemo di questo. Forse possiamo riprogrammare per un altro giorno?“.

Io: “Ti farò sapere a riguardo“.

Pochi giorni dopo firmai un contratto presso una compagnia di trasporti. Chiamai la reclutatrice come promesso e le dissi che non era necessario un altro colloquio. Le chiesi di rimuovermi dalla lista dei candidati. Lo fece e mi disse che avevo fatto una buona scelta, poiché anche suo padre lavorava per la stessa compagnia di trasporti in cui ero stato assunto e si trovava molto bene. Mi disse anche cosa successe all’uomo arrabbiato. Venne licenziato due giorni dopo. Fecero un’indagine interna e scoprirono molte irregolarità e abusi nei confronti dei dipendenti. Il karma vince sempre”. Reddit/KrisHusky

7#

Stavo facendo un po’ di shopping domenicale da Walmart quando una donna si è avvicinata a me.

Donna (mentre mi mette una lista tra le mani): “Scusi, ho bisogno di aiuto per trovare questi articoli“.

Io: “Mi dispiace, signora. Non lavoro qui“.

Penso che quella sia stata la risposta sbagliata, poiché lei si è arrabbiata ed esplosa urlando contro di me.

Donna:”CAVOLATE! NON FARE IL PIGRO! SEI IN UNIFORME!

La mia maglietta era dello stesso colore di quella dei dipendenti Walmart, ma non ero un dipendente.

Io: “È dello stesso colore, ma ripeto, non sono un dipendente. Non posso aiutarla“.

Donna: “VAI A QUEL PAESE! SEI SOLO UNO SFATICATO! FAMMI PARLARE CON IL TUO RESPONSABILE! TI FARÒ LICENZIARE!“.

Ho deciso semplicemente di allontanarmi. Lei continuava ad urlare cercando di raggiungermi, ma io ho continuato a correre finché non l’ho persa di vista. Poi sono andato a pagare le mie cose.

Una settimana dopo, sul mio posto di lavoro mi hanno detto che avrei dovuto fare un colloquio ad una persona per la posizione di segretario. Così, sono anfato nell’ufficio dei colloqui e, prima di chiamare il candidato, ho guardato la foto sul curriculum e sono rimasto a bocca aperta. Era la stessa donna che mi aveva infastidito da Walmart.

Era troppo perfetto.

È entrata e come mi ha visto ha fatto un sospiro..

Io: “Per favore, si sieda“.

Pallida in volto, si è seduta ed ho pensato che sarebbe stato bello comportarmi come lei aveva fatto con me, però ho deciso di portare avanti il colloquio nel modo più professionale possibile e le ho detto: “Quindi, se qualcuno si avvicinasse a te chiedendo il tuo aiuto in un luogo in cui non lavori, e tu gli dicessi che non lavori lì, ma poi questa persona ti urla contro, ti infastidisce e in seguito si presenta per un colloquio di lavoro, dove tu sei colui che la intervista, cosa faresti? Gli offriresti un lavoro?“.

Lei non ha ottenuto il lavoro ed io ho ottenuto un po’ di soddisfazione. Reddit/KRChrome

8#

Mio marito è un gigante pacifico. È alto quasi due metri e può sembrare abbastanza imponente anche se in realtà è un orsacchiotto. Non è mai stressato o aggressivo, non reagisce mai esagerando o alzando la voce, è solo un gigante pacifico.

Quindi eccoci qui, al supermercato, con il nostro bambino di 6 mesi che facciamo la spesa per il cibo e quant’altro. È inverno in Canada (quindi fa freddo) e entrambi indossiamo i nostri cappotti. Il bambino è irrequieto e niente sembra calmarlo veramente se non quando lo portiamo in braccio. È il mio turno per tenerlo e mio marito fa va avanti e indietro prendendo ciò di cui abbiamo bisogno e mettendo gli articoli nel nostro carrello, quando, ad un certo punto, una donna alta sul metro e sessanta va verso di lui e comincia a urlargli contro.

Donna: “Hai finito? Hai aiutato sempre lei ed io ho bisogno di aiuto. Subito!“.

Mio marito (con il suo solito modo di fare tranquillo): “Mi dispiace tanto, ma temo di non lavorare qui…“.

Donna: “Cavolate! Ti ho appena visto aiutare quella donna a fare la spesa. Adesso aiuti me! E non rispondermi!“.

Mio marito: “Ma…“.

Donna: “Basta! Non mi parlare, a meno che sia per ringraziarmi. Siamo chiari?“.

Mio marito vede che sto per esplodere, però fa un gesto con la mano per calmarmi e per farmi capire che se ne occuperà lui. Poi guarda con calma la signora e le sorride.

Donna (con aria di superiorità): “Bene! Ora aiutami a prendere quell’articolo (un condimento) su questo ripiano alto. Perché, accidenti a vo, mettete sempre le cose di cui ho bisogno così in alto. Adesso, sbrigati!“.

Mio marito prende l’articolo, ma anziché darlo a lei, lo tiene in mano appena fuori dalla sua portata. Lo guarda e poi guarda me.

Mio marito (sorridendo): “Tesoro, abbiamo bisogno di questo?“.

Io (capisco cosa vuole fare): “Beh, in effetti, sì! Ne abbiamo bisogno!“.

Donna: “Cosa?! Come osi darle le mie cose! Sono le mie cose, dammele!“.

Mio marito si avvicina lentamente alla signora. È così imponente che lei si calma immediatamente e con il sorriso più grande e la voce più educata di sempre, le dice: “Ancora una volta, non lavoro qui… ma grazie per avermi ricordato il condimento. Stavamo per dimenticarlo“.

Detto questo, mette l’articolo nel nostro carrello, prende il bambino in braccio e andiamo via insieme. Mentre in sottofondo, la signora continua ad urlare delle oscenità. Quanto amo mio marito. Reddit/poweredbyweirdhumor

9#

Il mio numero di telefono è molto simile a quello di uno studio medico e, per questo, spesso le persone sbagliano e chiamano me. Solitamente dico loro: “Oh, mi dispiace ha sbagliato numero, deve comporre XXX-XXX-XX88, ma invece ha composto XXX-XXX-XX68“, loro si scusano, riattaccano ed è finita lì. Però non questa mattina. Il telefono ha squillato e dall’altra parte c’era una donna.

Donna: “Ciao, mio ​​marito è con te. Quando posso venire a prenderlo?“.

Io: “Mi dispiace, ma suo marito non è qui. Per caso voleva parlare con lo studio medico XXX?“.

Donna: “Sì, certo! Cosa vuol dire che non c’è? Certo che c’è!“.

Io: “Signora, mi dispiace, ma lei ha fatto il numero sbagliato. Deve…“.

Donna: “Cosa? Certo che ho fatto il numero giusto! Quando posso passare a prendere mio marito? Sto aspettando fuori e fa freddo!“.

Io: “Signora, mi scusi, ma questo è non lo studio medico“.

Donna: “Voglio parlare direttamente con il dottore. Mettimi in contatto con lui. Presenterò un reclamo su di te“.

Io: “Ascolti, non sta parlando con lo studio medico. Lei…“.

Donna: “Ne ho abbastanza! Sto entrando adesso. Mi lamenterò di te direttamente con il dottore!“.

Lei ha riagganciato ed io ho esclamato: “Lo faccia pure, signora“. Reddit/IamasimpforObi-Wan

10#

Leggendo un altro post riguardante il prato e le erbacce, mi è venuto in mente questo fatto accaduto il mese scorso.

Contesto: Sono una donna cinese di bassa statura che vive in un quartiere prevalentemente bianco. La nostra casa ha un grande giardino anteriore, e ci piace occuparci personalmente del giardinaggio. Non ho un accento particolare e di solito uso un nome inglese per facilitare la comunicazione. Lo scorso mese, ho chiamato un’azienda locale che si occupa della pulizia delle grondaie per avere un preventivo gratuito e abbiamo fissato l’appuntamento per un sabato mattina.

Io e mia madre eravamo in giardino a piantare fiori e a sradicare le erbacce, chiacchierando di cose di famiglia nella nostra lingua mentre approfittavamo del bel tempo di quella giornata. Eravamo vestite con l’abbigliamento classico da giardinaggio, completo di cappelli di paglia, stivali di gomma e mascherine sul viso. Ad un certo punto, un camion bianco con rimorchio si è avvicinato e un uomo di mezza età è sceso.

Uomo (chiamandomi con un cenno della mano): “Ehi! Dov’è il proprietario di casa?“.

Io (abbassando la mascherina): “Buongiorno, lei dev’essere del servizio di pulizia delle grondaie, venga con me, per favore“.

Uomo (annoiato): “No, devo parlare con il proprietario“.

Io (sorridendo): “Sono io il proprietario. Ha bisogno di entrare in casa per fare il preventivo?“.

Uomo (mi interrompe): “No, devo parlare con la persona che ha fatto la chiamata in azienda!“.

Io (prendendo il telefono): “Ok, aspetta!“.

Compongo il numero dell’azienda.

Uomo (prendendo il telefono che squilla): “Vedi? Il proprietario mi sta chiamando“.

Io: “Ciao, [mi presento con il mio nome inglese]. Sono proprio qui di fronte a te. Non credo di aver bisogno dei tuoi servizi oggi. Arrivederci!“.

L’uomo è rimasto lì per un attimo attonito, poi, scocciato, si è diretto verso il camion e se ne è andato.

Mia madre mi ha guardato confusa e mi ha chiesto in cinese cosa fosse successo. Ho fatto spallucce e ho risposto: “Sembra che dobbiamo chiamare un’altra azienda per la pulizia delle grondaie“. Reddit/Eudemon

11#

Io e la mia ragazza eravamo in questo negozio che vende un po’ di tutto. Ad un certo punto, lei è andata a cercare delle cover per il suo telefono, mentre io sono rimasto nella corsia vicino a guardare degli oggetti tecnologici, quando, improvvisamente, una signora è venuta da me. (Indossavo dei jeans e una polo rossa, suppongo che mi abbia scambiato per un dipendente anche se loro indossavano una divisa blu).

-Signora: ‘”Ehi tu, puoi dirmi dove posso trovare [mi dice il nome dell’oggetto]?’.

-Io che mi guardo intorno per un secondo prima di guardare di nuovo lei: ‘Non lo so, non lav…’.

Lei mi interrompe, ancora prima che potessi dire la parola magica ‘Non lavoro qui’ e dice: ‘Voi (riferendosi al colore della mia pelle) siete tutti uguali, non sapete come trattare i clienti, sono senza parole’.

Io la osservo stranito che se ne va, poi, mentre sto per andare dalla mia ragazza per raccontarle la storia di questa donna, la signora torna da me e comincia a spruzzarmi sul viso uno di quei deodoranti per la casa, dicendo che me lo merito per essere pigro, oltre a vari insulti sempre riguardanti il colore della mia pelle. Rimango completamente accecato e urlo chiedendo aiuto.

La mia ragazza mi sente urlare e arriva, ma prima che possa dire qualcosa sento la signora che si rende conto che non lavoro lì. La mia ragazza ha chiamato la polizia e suppongo che il personale non abbia lasciato uscire la donna, perché quando ho potuto vedere di nuovo dopo essermi lavato gli occhi, lei stava piangendo mentre veniva arrestata. La polizia mi ha chiesto se volessi sporgere denuncia e ho acconsentito.

Anche se fossi stato un dipendente, questo non è di certo il modo di trattare le persone, tratta gli altri come vuoi essere trattato.

Ps: Sono andato a fare un controllo agli occhi dopo l’accaduto e tutto andava bene“. Reddit

12#

Faccio il camionista e un giorno mi sono fermato per prendere un caffè in un’area di servizio nel Montana, ho indossato una mascherina, perché, anche se nessun altro lo fa più, io quando sono in un luogo chiuso la indosso ancora. Una donna anziana mi si è avvicinata di corsa mentre mescolavo il mio caffè e ha detto con arroganza: “Il bagno delle signore è uno schifo! Non lo pulisci?“.

Io l’ho guardata e le ho detto: “No, non mi interessa se il bagno delle donne è sporco“.

È diventata rossa, mi ha fissato per un po’, poi si è precipitata dal responsabile che ha dovuto dirle due o tre volte che non lavoravo lì.

13#

All’inizio di quest’anno ero in una farmacia che aveva in offerta dei trucchi e tutti gli articoli in promozione erano posizionati su un tavolo. Avevo tra le braccia diversi prodotti e stavo cercando dei colori specifici tra tutto il resto, spostando le cose e riposizionando alcuni articoli quando ne trovavo di migliori, ecc.

Una donna di mezza età che era lì con il proprio marito, si è fermata a qualche metro di distanza dietro di me, lamentandosi con il suo compagno della farmacia e di come non riusciva a trovare qualcosa.

Ero concentrata su quello che stavo facendo, quindi non stavo davvero ascoltando la loro conversazione, il mio cervello registrava solo una sorta di rumore che diventava sempre più forte e passivo-aggressivo.

Il suo compagno cercava di zittirla mentre lei continuava a sospirare e gemere esageratamente, dicendogli quanto fossero terribili gli impiegati della farmacia e che nonostante avesse bisogno di aiuto, nessuno si era degnato di rivolgerle nemmeno uno sguardo. Di fatto, dal momento in cui era entrata nella corsia in cui mi trovavo io, si era solo fermata lì senza tentare di trovare un dipendente o quello che cercava.

Alla fine, ha urlato molto forte con tono esasperato: “Lei Lavora qui?

Mi sono spaventata per il tono di voce alto e mi sono girata a guardarla, trovandola scioccata e rossa in viso perché in quel momento aveva realizzato che no, non lavoravo lì e non ero un’impiegata che la ignorava. Nello stesso istante aveva anche realizzato che i 2 minuti di sospiri e commenti spiacevoli rivolti a me erano stati inutili.

Confusa, ha preso per il braccio il suo compagno e mi ha superato senza guardarmi negli occhi, continuando a lamentarsi della farmacia e del suo “terribile servizio”.

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Maleducati o educati male? di Isabella Milani

Il nuovo libro della professoressa Milani è rivolto a tutti coloro che educano i bambini e i ragazzi, in qualità di genitori, insegnanti, educatori e adulti in generale. La trattazione si basa sui quesiti che ogni educatore dovrebbe porsi: esiste un problema educativo oggi? Chi ne è responsabile? Come possiamo risolverlo? L’autrice osserva che, se molti ragazzi non sono in grado di definire obiettivi e impegnarsi per raggiungerli, la responsabilità è di una società che li spinge a diventare consumisti, immaturi e prepotenti, per poi criticarli per essersi sviluppati in quel modo. Nella sua trentennale carriera, la professoressa Milani ha spesso constatato che i genitori, pur agendo per il bene dei propri figli, inconsapevolmente li danneggiano iperproteggendoli e deresponsabilizzandoli. Genitori e insegnanti, che hanno entrambi il compito di educare lo stesso bambino, sono oggi divisi da un muro di incomprensioni che può essere demolito solo se ognuno comprende le ragioni e le difficoltà dell’altro, poiché l’incomprensione nasce dalla mancanza di reciproca conoscenza. Lo puoi trovare su Amazon qui https://amzn.to/4478zyh

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