Una ragazza deve consegnare la pizza in una roulotte arrugginita, ma apre la porta e fa una scoperta scioccante

Lavorare a contatto con la gente è uno di quei privilegi che non tutti possono permettersi. L’idea di essere costantemente esposti alla possibilità di coltivare rapporti personali può essere una delle più belle leve motivazionali che ogni persona può trovare quando si sveglia al mattino e sa che neanche una giornata faticosa potrà spaventarlo.

I sorrisi dei colleghi, una pacca sulla spalla dal capo o, semplicemente, una gentilezza da parte di un cliente sono quelle piccole gioie che diversi mestieri possono regalare.

Angela Nguyen ha una pizzeria. Tra i suoi più assidui clienti c’era Lee Haase.

Il loro era un rapporto neanche troppo profondo, ma che durava da diversi anni e si perpetuava ogni sabato.  Come un orologio svizzero Lee sceglieva quel giorno della settimana per godersi la sua pizza. Molte volte era lei stessa a consegnargliela.

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Capitò, però, che un sabato quell’ordine non c’era tra quelli previsti. Inizialmente Angela non diede molto peso alla cosa pensando che potesse trattarsi di una casualità. Il pensiero, un po’ più forzato, lo rinnovò sette giorni dopo, ma al terzo sabato in cui Lee non aveva dato tracce di sé iniziò ad immaginare che potesse essere successo qualcosa di grave.

Così, dopo qualche mese,  decise di recarsi al consueto indirizzo dove consegnava la pizza e si rese immediatamente conto di cosa fosse accaduto. Una tempesta aveva completamente scoperchiato la casa dove Lee viveva. Ben presto venne, inoltre, a conoscenza del fatto che il figlio dell’uomo era morto in un’incidente in moto slitta.

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Angela preferì non andare oltre nella ricerca di informazioni per rispetto dell’uomo, ma fu sua figlia a scoprire quanto difficile fosse la situazione, la sera in cui Lee era tornato ad ordinare una pizza. Viveva ormai in quella roulotte arrugginita, senza acqua, allaccio fognario ed elettricità.

Angela capì che non si poteva far finta di nulla. Un essere umano non poteva vivere in quel modo. Per prima cosa donò una stufa a Lee, poi decise di avviare una campagna di crowfunding con la quale riuscì a raccogliere circa 33.000 dollari. Le donazioni da parte di chi si sentì toccato da quella tristissima vicenda portarono all’acquisto di una nuova casa mobile.

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Angela, con molta modestia e realismo, dice che non avrebbe potuto farlo senza l’aiuto e il sostegno della comunità locale e un sacco di estranei generosi.

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La realtà è che senza il suo impegno e la voglia di aiutare il prossimo oggi non staremmo qui a raccontare una storia a lieto fine per un uomo che viveva in condizioni proibitive.

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