15 storie vere che possono far venire i brividi a chi le legge

Tutti noi conosciamo qualcuno che è capace di raccontare storie mozzafiato, che sono in grado di farci venire i brividi lungo la schiena. Non importa se si tratta di aneddoti spaventosi o di storie misteriose, ciò che conta è che riescono a catturare la nostra attenzione e a non lasciarci indifferenti.

Le storie che ci fanno venire i brividi sono quelle che ci lasciano senza parole, perché è praticamente impossibile trovare una spiegazione razionale per ciò che è successo. Ci sono eventi che sfidano la logica e la ragione umana, eppure sono accaduti realmente. Ma anche se queste storie ci fanno paura, non possiamo fare a meno di essere attratti da esse. Siamo curiosi di sapere cosa c’è dietro, di scoprire se c’è una spiegazione logica o se si tratta di qualcosa di soprannaturale. E così, ci sediamo intorno al fuoco o ci stringiamo vicini sotto le coperte, pronti ad ascoltare ogni dettaglio.

firewood in flame

Perché, alla fine, le storie sono sempre un’ottima forma di intrattenimento. Possono trasformare un pranzo in famiglia o una riunione di amici in un’esperienza davvero unica, lasciandoci con una sensazione di fascino e di meraviglia. E sebbene possiamo non credere in tutte le storie che ci vengono raccontate, c’è sempre un po’ di verità in ognuna di esse.

Di seguito 15 storie vere che possono far venire i brividi a chi le legge:

1#

Quando rimasi incinta, avevo molti problemi con il mio compagno. Un giorno, intorno al terzo mese di gravidanza, sognai suo padre che mi chiedeva di avere pazienza con il proprio figlio, perché era una brava persona. Nel sogno disse anche che nessuno mi avrebbe creduta, così mi consigliò di parlare delle verruche che aveva sul suo collo e me le mostrò. Mi svegliai e lo dissi al mio ex, ma lui disse che suo padre non aveva verruche. Lo chiesi anche a sua madre, poiché poteva averle rimosse anni prima, ma alla fine ci dimenticammo di tutto ciò e non ne parlammo più. Il giorno del parto, il medico ci mostrò il bambino che era nato con due verruche sul collo. Sono grata per le parole di mio suocero, poiché in quel momento ha saputo consolarmi da un’altra dimensione. Oggi non sto più con il padre del mio bambino, ma ho pazienza con lui e non lo giudico‘. Facebook/Rani Meneses

2#

In quel periodo, mio figlio aveva 5 anni e sin da quando ne aveva 3 diceva spesso di venire dal Giappone, che la sua casa era enorme e che aveva visto molte cose lì, parlava anche di cibo. Un giorno andammo in una farmacia dove c’era una signora giapponese che il bimbo iniziò a guardare con insistenza. La donna venne da noi e cominciò a parlare con mio figlio, il quale era felicissimo, come se avesse incontrato un amico di vecchia data‘. Facebook/Jakeline Bittner

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3#

Quando feci il test di gravidanza per sapere se fossi incinta (e infatti lo ero), lo dissi alla mia primogenita: “Tesoro, Dio ci ha mandato un angioletto, un fratellino o una sorellina per te”. Lei mi rispose: “Sì, sì, uno per te e uno per papà”. In quel momento mi bloccai e pensai: sono gemelli. Durante l’ecografia mi dissero che avrei avuto due gemellini. Non dimenticherò mai quel bellissimo episodio delle nostre vite‘. Facebook/Patrícia Tessmann

a person holding two baby shoes in their hands

 

4#

Per 25 anni ho sognato una casa di campagna che non conoscevo ed in cui non sono mai stato. Un giorno, durante un viaggio, ho notato che stavano costruendo una nuova strada e quando ho guardato in quella direzione, ho riconosciuto la casa dei miei sogni. Ho avuto quasi un infarto solo a vederla. Tuttavia, fino ad oggi non ho avuto ancora il coraggio di visitarla perché nel sogno mi sparavano e morivo. Quindi, nel dubbio, ho lasciato la casa lì dove sta‘. Facebook/Jonas Assuncao De Souza Souza

5#

Quando mia figlia aveva 2 anni, quasi ogni giorno mi chiedeva di tornare alla casa verde perché sentiva la mancanza di suo fratello, che chiamava Gilope. Le chiesi: “Chi è tua madre?”. Lei disse: “Tu sei sempre stata mia madre e quella di Gilope”. A 4 anni smise di chiedere di tornare in quella casa. Quando rimasi incinta dopo quattro aborti consecutivi, andai a fare un’ecografia per scoprire il sesso del bambino e lei disse: “Il mio fratellino tornerà!”. Questo è successo quando lei aveva 8 anni. Pensavo che ormai avesse dimenticato‘. Facebook/Kinha Dias

6#

Un giorno, mia figlia di 3 anni mi ha chiesto: “Mamma, quando ero un piccola e non sapevo camminare, tu mi portavi in braccio, vero?”. Le ho detto di sì, e lei ha aggiunto: “Quando eri piccola, ti portavo anch’io in braccio e nemmeno sapevi parlare”‘. Facebook/Dinha Amanda

baby covered with white blanket

7#

Una volta, mio figlio (all’epoca di 4 anni) mi disse qualcosa di sorprendente. Stavamo camminando all’esterno del condominio in cui ci eravamo appena trasferiti. Improvvisamente, si fermò sotto ad un albero e disse: “Mamma, siamo già stati qui!”. Gli chiesi: “Davvero, tesoro mio?”. Lui rispose: “Sì, ma io ero un vecchio!”. In quel momento mi sentii come bloccata! Pensai: “Dio mio, chi è questa persona che sto crescendo?“‘. Facebook/Fernanda Fernandes

8#

Quando si è celebrato il primo anniversario della morte di mia madre, ho scoperto di essere incinta. È stato proprio in quella data, nel giorno in cui era trascorso un anno dalla sua scomparsa. Il mese successivo l’ho sognata e lei mi ha detto: “Non piangere, ora avrai un piccolo pezzo di me con te”. Era insieme a una bambina e urlava forte: “Nathaly, Nathaly, vieni dalla nonna”. La bambina, arrabbiata, diceva: “No, non voglio andare!”. E lei, prendendo la bambina per mano, diceva: “Vieni, Nathaly, vieni dalla nonna”. Proprio in quel momento mi sono svegliata e sono andata subito a cercare il significato di “Nathaly”. Su Google ho trovato che “Nathaly” significa “rinascita”, “nuova vita dopo il rinnovamento”. Non sapevo ancora il sesso del mio bambino, ma sentivo che sarebbe stata una bambina. Quando ho fatto l’ecografia, ho scoperto che era effettivamente una bambina, così l’ho chiamata Nathaly. Dopo 13 giorni dalla sua nascita, le è apparsa una voglia sulla spalla, nello stesso punto in cui mia madre ne aveva una. Mia madre rimase esattamente 13 giorni in terapia intensiva prima di morire. Mia figlia è mia madre, la vedo in lei‘. Facebook/Janaina Brito

9#

Stavamo rientrando a casa. Era molto tardi, quasi mezzanotte, e avevamo molta paura di fermare l’auto per aprire il cancello e entrare, perché vivevamo in una zona piuttosto pericolosa. Non c’era nessuno per strada, ma avevo troppa paura di uscire. Improvvisamente, mio figlio di 4 anni mi guarda e dice: “Mamma, non avere paura. C’è un uomo lì, che ci guarda”. Mi sono bloccata e ho detto: “Dove, tesoro? Qui non c’è nessuno”. Ha guardato e ha aggiunto: “Sì, non lo vedi? Lui è lì, alla porta, ci guarda”. Ho risposto: “Smettila di scherzare, qui non c’è nessuno”. Io e suo padre abbiamo guardato, ma non abbiamo visto nulla. Ero semplicemente terrorizzata al solo pensiero di uscire dall’auto per aprire il cancello, ma era ciò che dovevo fare. Quasi piangevo dalla paura, mentre mio figlio rideva e diceva che l’uomo era lì. Dopo quel giorno, non ho mai più voluto rientrare tardi a casa‘. Facebook/Suellen Kiendl

Person Standing Next to Tree

10#

Mio figlio di 6 anni si mise a cantare perfettamente una canzone che non avevo mai sentito prima. Gli chiesi: “Che canzone è questa?”. Lui disse: “È del 1806. Non la conosci perché non eri ancora nata“. Facebook/Aline Torres

11#

Quando era piccolo, mio nipote, che attualmente ha 12 anni, mangiava di tutto. Quando aveva circa 2 anni, chiese a mia sorella di fare la carne e lei gli chiese perché gli piacesse così tanto quel piatto. Lui disse: “Quando vivevo a Morro de los Santos (abbiamo scoperto che c’è una collina a Rio de Janeiro con questo nome, ma noi siamo di San Paolo e nessuno di noi è mai stato a Rio), avevo cinque figli e non mangiavo carne perché non avevo soldi per comprarla”. Ha ripetuto questa storia diverse volte‘. Facebook/Selmi Lima

12#

Nell’aprile del 2014 iniziai a sentirmi male, avevo spesso le vertigini. Un giorno, ero seduta su un tappeto e mio figlio di 8 anni appoggiò la testa sul mio ventre e si alzò spaventato dicendo: “Mamma, c’è un bambino nella tua pancia, ed è una bambina!”. Io gli risposi scherzando: “Ma no, sono solo grassa”. Però, per mia sorpresa, a maggio scoprii di essere incinta e sì, era una bambina. Ora Antonia ha 8 anni‘. Facebook/Kit Festas Fabi

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13#

Quando mia nonna morì, vivevo all’estero e non riuscii a partecipare al suo funerale. Parlando di lei, piangevo sempre molto, ricordando che ero stata l’unica a non poterle dire addio. Durante una di queste crisi di pianto, ho cominciato a sentire un forte profumo che lei usava sempre, oltre ad una potente energia che avvolgeva il mio corpo. Da quel giorno non ho mai più sofferto. Non sono andata a salutarla, ma lei è venuta a salutarmi‘. Facebook/Nat Costa Cruz

14#

Quando ero bambina, le maestre dell’asilo dicevano a mia madre di portarmi dallo psichiatra, questo perché avevo degli amici invisibili ai loro occhi. Però erano visibili per me. Dicevo di essere nata in Croazia, di essere parente della principessa e di non sapere come fossi finita in Brasile. A volte mi trovavo a parlare normalmente quando, all’improvviso, dalla mia bocca uscivano parole in una lingua sconosciuta, come se la parlassi fluentemente. Questo mi è successo fino ai 18 anni, quando un giorno mia madre mi disse di avermi vista andare verso la fermata dell’autobus, di abbracciare l’aria e di tornare in casa abbattuta. Mi chiese: “Cosa succede?”. Citai i nomi degli amici invisibili e dissi che se ne erano andati. Poi disse che erano invisibili anche per lei, nonostante mettesse sempre piatti e posate in più sul tavolo per loro. Oggi sono ancora innamorata della Croazia, e quando sono molto felice, mio marito dice che comincio a parlare fluentemente in un’altra lingua. Ma è una lingua che non ho studiato. Appena sposati, nove anni fa, ho affrontato un momento difficile: stavo sistemando l’armadio con lui quando, all’improvviso, ho cominciato a parlare in quella lingua che non sapevo quale fosse. La cosa è andata avanti per ore, e pensavo che non avrei mai più parlato nella mia lingua. È stato difficile dover scrivere a mio marito e spiegargli che non potevo parlare portoghese, anche se continuavo a pensare in quella lingua‘. Facebook/Carvalho Silvinha Martins

15#

Quando aveva 3 anni, mia figlia rimaneva seduta davanti alla finestra della mia camera da letto a parlare con l’alberello che si trovava sul davanzale. Era piccolo e non produceva frutti, era uno di quelli che si possono potare per ottenere diverse forme. Mi sembrava divertente perché lei aveva conversazioni infinite con quell’alberello. Un giorno le chiesi: “Melissa, di cosa parli con quell’albero?”. Lei si girò e mi disse: “Parlo molto con il mio amico Pedro. Lui vive lì dentro, dentro all’albero”. Ragazzi, in quel momento ho riso per nascondere la paura, ma dopo qualche giorno ho chiesto a mio marito di potare per bene l’albero ed ho detto a mia figlia che Pedro se ne era andato‘. Facebook/Biancca Garrido

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