Perché le giraffe dormono così poco? Scoperte scientifiche e curiosità sul sonno dei giganti della savana

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Nel vasto teatro della savana africana, dove la sopravvivenza è una sfida quotidiana, le giraffe hanno sviluppato una delle strategie più sorprendenti del regno animale: dormono solo 4-5 ore al giorno, spesso in brevi intervalli di pochi minuti. Un dato che stupisce, soprattutto se confrontato con le circa 8 ore di sonno di cui ha bisogno un essere umano.

Il mistero del sonno delle giraffe

Le giraffe (Giraffa camelopardalis) sono tra i mammiferi terrestri che dormono di meno. Mentre molti altri animali trascorrono gran parte della giornata riposando, questi giganti hanno sviluppato la capacità di restare vigili per lungo tempo. Ma perché dormono così poco?

Studi scientifici hanno rivelato che le giraffe riposano principalmente in piedi, alternando brevi periodi di sonno, ognuno della durata di pochi minuti, sia di giorno che di notte. Il sonno profondo (fase REM) è raro e si presenta solo in situazioni di sicurezza, generalmente quando le giraffe si sdraiano e piegano il collo all’indietro appoggiandolo sul fianco, posizione che adottano solo per pochi minuti durante la notte.

La vulnerabilità di un gigante: motivi evolutivi

Le giraffe sono particolarmente vulnerabili quando si sdraiano, perché impiegano tempo per rialzarsi a causa della loro enorme altezza e struttura del corpo. Questo le rende facili prede per i leoni e altri predatori. Per questo motivo hanno sviluppato la strategia di dormire poco e di solito in piedi, pronte a fuggire in caso di pericolo.

Curiosità anatomica

Il cuore di una giraffa pesa circa 11 kg e deve pompare sangue fino a 2,5 metri di altezza per raggiungere il cervello. Questa straordinaria efficienza cardiovascolare aiuta anche a mantenere la vigilanza e la prontezza, riducendo la necessità di lunghi periodi di sonno profondo.

Il sonno in piedi: equilibrio e prontezza

Le giraffe dormono quasi sempre in piedi, grazie a tendini e legamenti che consentono un blocco passivo delle articolazioni, evitando lo sforzo muscolare. Durante questi brevi “micro-sonni”, tengono spesso gli occhi semichiusi e le orecchie attive, così da essere sempre pronte a percepire eventuali pericoli.

Solo raramente, in branchi numerosi e in condizioni di sicurezza, le giraffe si sdraiano per pochi minuti di vero sonno profondo. In queste occasioni, ripiegano il collo appoggiandolo sul fianco e assumono una posizione molto caratteristica e vulnerabile.

Un cervello adattato a poco sonno

Ricerche scientifiche suggeriscono che il cervello delle giraffe possa recuperare energia anche durante questi brevi riposi, alternando fasi di riposo tra i due emisferi cerebrali. Questo sistema è simile a quello osservato in altri animali, come alcuni uccelli e i delfini, e permette alle giraffe di rimanere sempre in allerta pur acquisendo il minimo di riposo necessario.

Confronto con altri mammiferi: un caso notevole

Per capire quanto sia particolare questo adattamento, basta confrontarlo con il sonno di altri grandi mammiferi:

  • Gli elefanti dormono circa 2-3 ore al giorno
  • I leoni possono dormire fino a 20 ore
  • Le mucche riposano circa 4 ore
  • I koala dormono fino a 22 ore al giorno

Le giraffe, con le loro 4-5 ore suddivise in brevi episodi, sono tra i mammiferi che dormono di meno.

Implicazioni scientifiche e nuove ricerche

Il particolare modello di sonno delle giraffe incuriosisce gli scienziati che studiano il nostro rapporto con il riposo. Capire come questi animali riescano a funzionare perfettamente senza lunghi sonni continuati potrebbe offrire spunti utili per approfondire i disturbi del sonno o elaborare nuove tecniche di recupero per gli esseri umani.

Le nuove ricerche stanno esplorando i meccanismi cerebrali e genetici che permettono a questi animali di sopravvivere con poco sonno, con l’obiettivo di scoprire se alcune strategie possano essere applicate anche all’uomo.

La prossima volta che vedrete una giraffa apparentemente immobile in savana o allo zoo, considerate che potrebbe essere nel pieno di uno dei suoi brevi e preziosi momenti di riposo – una straordinaria soluzione evolutiva, perfetta per sopravvivere alle sfide dell’Africa.

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