Come i vampiri del mare respirano attraverso la pelle: il mistero dei cefalopodi senza branchie né polmoni

Condividi l'articolo

Nelle profondità oceaniche, dove la luce del sole non arriva e la pressione potrebbe schiacciare un essere umano in pochi istanti, vive una delle creature più affascinanti e misteriose del pianeta: il vampiro del mare (Vampyroteuthis infernalis). Questo straordinario cefalopode, il cui nome significa “calamaro vampiro dell’inferno”, non è né un polpo né un calamaro, ma l’unico membro vivente di un ordine separato di cefalopodi.

Respirare nelle profondità abissali

Ciò che rende questi animali davvero speciali è il loro sistema di respirazione. A differenza della maggior parte degli altri cefalopodi, il vampiro del mare ha sviluppato una strategia straordinaria: assorbe l’ossigeno direttamente attraverso la pelle.

Come funziona questo meccanismo? Tutto dipende dalla sua anatomia particolare:

  • La pelle è molto sottile e ricca di vasi sanguigni
  • Ha una grande superficie corporea rispetto al volume
  • Il metabolismo è insolitamente lento
  • Il sangue contiene emocianina, un pigmento a base di rame che trasporta efficacemente l’ossigeno in ambienti poveri di ossigeno

Un adattamento evolutivo sorprendente

Questa capacità di respirare attraverso la pelle è un adattamento brillante. Nelle zone abissali, dove l’ossigeno disciolto nell’acqua è estremamente scarso, la respirazione cutanea offre un grande vantaggio: permette di estrarre anche le minime quantità di ossigeno dall’ambiente.

“È come se avessero trasformato tutto il corpo in un unico organo respiratorio” – spiega la Dr.ssa Marina Volkov, biologa marina specializzata in cefalopodi abissali.

Altri maestri della respirazione cutanea

Il vampiro del mare non è l’unico a usare questa strategia. Anche alcuni polpi delle profondità uniscono la respirazione attraverso le branchie con quella cutanea, e altre specie di cefalopodi degli abissi mostrano adattamenti simili.

Questo fenomeno somiglia a quanto avviene in alcune rane terrestri che respirano parzialmente attraverso la pelle, dimostrando come l’evoluzione trovi soluzioni simili in animali molto diversi che devono affrontare le stesse difficoltà.

Un sistema circolatorio fuori dal comune

Per rendere possibile questa forma di respirazione, il vampiro del mare possiede un sistema circolatorio molto sviluppato. Il sangue scorre in una rete fitta di capillari situati appena sotto la pelle, permettendo uno scambio di gas molto efficace anche in condizioni estreme.

Gli scienziati hanno scoperto che questi animali possono sopravvivere in acque con concentrazioni di ossigeno così basse che risultano letali per la maggior parte delle altre specie marine. In queste condizioni, rallentano ancora di più il loro metabolismo, entrando quasi in uno stato simile all’ibernazione.

Una soluzione antica a un problema moderno

Studiare questi adattamenti è interessante non solo dal punto di vista biologico, ma anche per il futuro della medicina. I ricercatori stanno analizzando come la respirazione cutanea del vampiro del mare possa ispirare nuove tecnologie per migliorare l’ossigenazione dei tessuti in ambito medico.

Questi misteriosi abitanti degli abissi ci ricordano come la natura, attraverso milioni di anni di evoluzione, abbia trovato soluzioni ingegnose per sopravvivere anche negli ambienti più ostili, nascondendo segreti che stiamo solo cominciando a scoprire.

La prossima volta che penserete ai vampiri, forse la vostra fantasia non si fermerà alle leggende della terra, ma correrà anche a questi autentici maestri della sopravvivenza che respirano attraverso la pelle nelle profondità oscure degli oceani.

Potrebbe interessarti:

Torna in alto