Perché le stelle nascono nelle nubi di polvere cosmica: il ruolo delle nubi molecolari nella formazione delle galassie e dei soli

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Nell’immensità del cosmo, nel grande vuoto dello spazio interstellare, esistono dei giganteschi laboratori naturali dove avviene uno dei processi più straordinari dell’universo: la nascita delle stelle. Questi “vivai stellari” sono le nubi molecolari, enormi concentrazioni di gas e polvere che funzionano come le culle dei nuovi soli.

I giganti oscuri dello spazio

Le nubi molecolari sono strutture immense che possono estendersi per decine o centinaia di anni luce. Sono composte principalmente da idrogeno molecolare (H₂), ma contengono anche monossido di carbonio, ammoniaca e persino molecole organiche complesse. Anche se la loro densità è molto inferiore rispetto a quella dell’aria sulla Terra, è comunque da 100 a 10.000 volte più alta rispetto al resto dello spazio interstellare.

Queste nubi appaiono scure quando osservate nella luce visibile perché la polvere al loro interno assorbe la luce delle stelle che si trovano dietro di loro. È per questo che regioni come la famosa Nebulosa Testa di Cavallo o la Nebulosa Sacco di Carbone si vedono come macchie scure sullo sfondo stellato.

Come nasce una stella: il gioco della gravità e della pressione

La formazione di una stella dentro una nube molecolare è un processo lento, che può durare milioni di anni. Tutto comincia quando una perturbazione, come l’onda d’urto di una supernova vicina, la collisione tra nubi o il passaggio attraverso i bracci della galassia, crea una regione più densa nella nube.

Quando questa regione supera una massa critica, la gravità prende il sopravvento sulla pressione interna e inizia il collasso. Mentre la materia cade verso il centro, aumenta di densità e temperatura. Al centro si forma un nucleo protostellare, circondato da un disco di gas e polvere che continua a nutrirlo.

Lo sapevi che?

Una sola nube molecolare gigante può contenere abbastanza materia per creare decine di migliaia di stelle come il nostro Sole! La nebulosa di Orione, visibile anche a occhio nudo, è una delle “fabbriche di stelle” più note e ha già dato vita a circa 700 stelle giovani, continuando ancora oggi a formarne di nuove.

La fornace nucleare si accende

Quando il nucleo protostellare accumula abbastanza materia, la temperatura e la pressione diventano altissime. Se il nucleo raggiunge circa 10 milioni di gradi Celsius, inizia la fusione nucleare dell’idrogeno in elio: questo processo fa brillare la stella. In quel momento, la pressione delle reazioni nucleari controbilancia la gravità, e la stella trova un suo equilibrio.

Il risultato è davvero straordinario: da nubi fredde e rarefatte, con temperature appena superiori allo zero assoluto (10-20 Kelvin), si formano stelle caldissime, con temperature superficiali di migliaia di gradi e nuclei che arrivano a milioni di gradi!

Dalle stelle alle galassie: un legame fondamentale

Le nubi molecolari non servono solo a creare stelle singole, ma sono importanti anche per la struttura e l’evoluzione delle galassie. La distribuzione delle nubi determina dove nasceranno nuovi gruppi di stelle e come sarà l’aspetto delle galassie.

Nelle galassie a spirale come la Via Lattea, le nubi molecolari si trovano soprattutto nei bracci a spirale, dove il gas è più denso. È lì che vediamo la formazione della maggior parte delle nuove stelle, che danno vita alle grandi spirali visibili nelle foto delle galassie lontane.

Osservazioni con radiotelescopi come ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) hanno rivelato che, quando galassie si scontrano, le nubi molecolari possono scatenare vere esplosioni di formazione stellare, chiamate “starburst”, dove nascono rapidamente migliaia di nuove stelle.

Il ciclo cosmico della materia

La formazione delle stelle nelle nubi molecolari fa parte di un grande ciclo dell’universo. Le stelle nascono dal gas e dalla polvere, consumano il loro carburante nucleare per milioni o miliardi di anni e, alla fine, restituiscono materia arricchita allo spazio attraverso venti stellari o esplosioni di supernova.

Questa materia si mescola a quella già presente nello spazio, creando nuove nubi molecolari e nuove generazioni di stelle. Anche il nostro Sole è probabilmente una stella di terza generazione, che contiene elementi prodotti da stelle morte molto prima della nascita del Sistema Solare.

Curiosità cosmica

Le nubi molecolari sono dei veri laboratori chimici nello spazio. Al loro interno, gli scienziati hanno trovato oltre 200 tipi di molecole, incluso alcoli, zuccheri e perfino aminoacidi, le basi della vita. Questo fa pensare che i mattoni della vita possano formarsi nello spazio, ancor prima dei pianeti.

Un universo che crea ancora

Studiando le nubi molecolari, scopriamo un universo in continuo cambiamento. La creazione di nuove stelle non appartiene solo al passato: nella nostra galassia, la Via Lattea, ogni anno nascono in media 1-2 nuove stelle, ma in altre galassie il ritmo può essere anche molto più veloce.

Le nuove tecnologie, come i telescopi a infrarossi e i radiotelescopi, ci permettono di guardare attraverso la polvere delle nubi e osservare direttamente le stelle che stanno nascendo. Il telescopio spaziale James Webb, con la sua sensibilità all’infrarosso, sta cambiando radicalmente la nostra idea dei processi di formazione stellare, mostrando dettagli mai visti prima.

Le nubi molecolari ricordano che l’universo è un luogo in continua evoluzione e creazione. In questi enormi bozzoli di gas e polvere, la materia si trasforma in nuovi soli capaci di illuminare intere galassie per miliardi di anni, seguendo il ciclo di vita e morte che caratterizza il cosmo fin dalla sua origine, circa 13,8 miliardi di anni fa.

La prossima volta che guarderete il cielo stellato, pensate che quelle luci sono nate da deboli addensamenti in fredde nubi di gas e polvere, in un processo che unisce la materia più semplice dell’universo agli oggetti più luminosi e potenti del cosmo, in una meravigliosa dimostrazione della straordinaria complessità del nostro universo.

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