Quando pensiamo alle galline, spesso le immaginiamo come animali semplici, un po’ goffi, legati a poche abitudini e guidati da istinti basilari. Eppure, dietro a un comportamento che può sembrare “primitivo” agli occhi umani, si nasconde un meccanismo naturale affascinante, che la scienza ha iniziato a comprendere solo negli ultimi decenni. Tra i fenomeni più curiosi c’è il modo in cui una gallina decide dove covare le proprie uova: senza consulti, senza piani, eppure con una precisione che ha garantito la sopravvivenza della specie per milioni di anni.
Il cervello di una gallina pesa solo pochi grammi, ma racchiude le istruzioni per una serie di comportamenti complessi. L’istinto di cova non nasce da un ragionamento o da una valutazione consapevole: non esiste una “lista mentale” di criteri. La gallina risponde invece a una combinazione di stimoli ambientali e segnali interni, impressi nel DNA della specie. La luce, la temperatura, la consistenza del nido sotto le zampe, la protezione da predatori e correnti d’aria: ogni fattore agisce come un interruttore che accende un comportamento automatico.
Un aspetto sorprendente è che spesso la scelta del nido si basa su segnali minimi. Studi scientifici hanno dimostrato che le galline tendono a preferire nidi dove siano già presenti uova, anche se finte. Questo fenomeno, noto come attrazione sociale al nido, comunica alla gallina che quel luogo è stato valutato sicuro da altre, aumentando così le probabilità di sopravvivenza dei pulcini. È una strategia collettiva non pianificata, ma condivisa istintivamente da tutta la specie.
Il processo è strettamente legato a cambiamenti ormonali. Quando aumenta la prolattina, un ormone chiave nella riproduzione, la gallina inizia a manifestare comportamenti di maternità: smette di deporre nuove uova, passa più tempo nel nido, diventa più protettiva e vigile. Questo programma biologico è sincronizzato con il ciclo della luce naturale, in modo che la schiusa avvenga durante periodi climaticamente favorevoli e con abbondanza di cibo, massimizzando le probabilità di sopravvivenza della prole.
Ciò che viene talvolta definito in modo superficiale come “cervello stupido”, in realtà, è un sistema perfettamente tarato per garantire la continuità della specie. Non c’è bisogno di pianificazione cosciente, perché l’evoluzione ha già fatto tutto il lavoro, affinando ogni singola reazione e automatismo. Quello che appare casuale ai nostri occhi è, in realtà, il risultato di milioni di anni di selezione naturale.
È come se ogni gallina avesse con sé un manuale invisibile, ereditato da generazioni di antenate, che le indica esattamente come comportarsi in ogni circostanza. Così, quando una gallina si accovaccia in un angolo del pollaio o sotto un cespuglio, non sta agendo per capriccio o per caso. Sta semplicemente seguendo un piano antico, un copione scritto nella sua natura, che le permette di dare vita a nuove generazioni senza bisogno di alcun pensiero consapevole.
Dietro a un gesto silenzioso come il posarsi su un nido, si cela la sapienza dell’evoluzione, una conoscenza antica che l’uomo continua a studiare e ammirare. In quel momento, la gallina non sta solo covando uova: sta dando seguito a una storia iniziata milioni di anni fa, portando avanti un fragile ma potentissimo filo di vita che unisce il passato al presente.
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