Quando alziamo lo sguardo al cielo nelle notti di agosto o in rare serate d’inverno, può capitare di vedere una scia luminosa attraversare l’oscurità: la tipica stella cadente. Molti pensano subito a un evento romantico o magico, ma dietro questo fenomeno affascinante si nasconde una realtà scientifica altrettanto sorprendente. Quelle scie non sono vere stelle, bensì minuscoli frammenti di roccia o metallo provenienti dallo spazio: si chiamano meteoroidi.
I meteoroidi possono essere granelli più piccoli di un chicco di sabbia o blocchi grandi come un pugno, e viaggiano nello spazio a velocità incredibili, spesso superiori a decine di chilometri al secondo. Quando uno di questi corpi entra nell’atmosfera terrestre, l’attrito con l’aria lo riscalda fino a farlo brillare intensamente: in quell’istante diventa una meteora, ovvero la scia luminosa che vediamo nel cielo e che comunemente chiamiamo “stella cadente”.
Non tutti i meteoroidi si dissolvono completamente durante il passaggio nell’atmosfera. Se un frammento sopravvive al viaggio infuocato e raggiunge il suolo, prende il nome di meteorite. È grazie a questi frammenti se possiamo studiare da vicino materiale proveniente dall’immensità dello spazio: veri e propri messaggeri cosmici, portatori di segreti vecchi miliardi di anni.
Molti meteoriti provengono da asteroidi, corpi rocciosi che orbitano tra Marte e Giove nella cosiddetta Fascia degli Asteroidi. Altri hanno origini più lontane: possono provenire da comete, oppure essere frammenti staccatisi dalla superficie di Marte o della Luna, viaggiando nello spazio per milioni di anni prima di atterrare sulla Terra. Analizzando la loro composizione, gli scienziati possono risalire agli elementi presenti nel Sistema Solare primordiale e comprendere le fasi di formazione di pianeti e lune.
Alcuni meteoriti racchiudono minute quantità di composti organici, come gli amminoacidi. La scoperta di queste molecole su rocce spaziali è affascinante perché suggerisce che certi mattoni della vita potrebbero essere arrivati sulla Terra grazie a impatti avvenuti miliardi di anni fa. Studiare i meteoriti, in questo senso, significa aprire una finestra sui primi capitoli della storia del nostro pianeta.
Per analizzare un meteorite, i ricercatori utilizzano microscopi elettronici, spettrometri e tecniche di datazione isotopica per determinare età e composizione. Alcuni sono più antichi della Terra, risalendo a oltre 4,5 miliardi di anni. Tenere in mano un meteorite è come toccare un frammento di tempo rimasto quasi intatto da quando il Sole si è acceso.
I meteoriti non ci parlano solo del passato, ma aiutano anche a capire i potenziali rischi di impatti futuri. La memoria di eventi catastrofici, come quello legato all’estinzione dei dinosauri circa 66 milioni di anni fa, ci ricorda che il nostro pianeta è parte di un sistema dinamico dove collisioni e incontri spaziali non sono eventi impossibili. Nella maggior parte dei casi, però, ciò che ci raggiunge sono minuscoli granelli innocui che bruciano in cielo, regalandoci spettacoli luminosi indimenticabili.
La prossima volta che vedrai una stella cadente, ricorda: stai assistendo alla fine spettacolare di un viaggio cosmico iniziato forse milioni di anni fa. E da qualche parte, un frammento simile potrebbe aver portato sulla Terra un segreto antico, pronto a raccontarci una nuova storia del spazio.
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