Perché le carote erano viola? Storia, scienza e curiosità sul colore delle carote prima che diventassero arancioni

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Se chiedete a un bambino di disegnare una carota, quasi certamente la colorerà di arancione. Eppure, questa associazione che diamo per scontata nasconde una sorprendente verità storica: le carote non sono sempre state arancioni. Per migliaia di anni, questi ortaggi erano prevalentemente viola, con alcune varietà gialle, bianche e rosse. La trasformazione nel colore arancione che tutti conosciamo è il risultato di un affascinante viaggio attraverso la storia umana, la genetica e persino la politica.

Le origini viola delle carote: un viaggio nel tempo

Le prime carote coltivate comparvero circa 5.000 anni fa nella zona dell’odierno Afghanistan. Ritrovamenti archeologici e antichi testi confermano che queste carote antiche erano principalmente di colore viola scuro o porpora, a volte quasi nere. Dalle montagne dell’Hindu Kush, le carote viola si diffusero gradualmente in Asia e nel bacino del Mediterraneo.

Il colore viola era dovuto ai pigmenti chiamati antocianine, gli stessi composti che danno il colore ai mirtilli, alle melanzane e all’uva rossa. Questi potenti antiossidanti non solo conferivano la tonalità scura, ma arricchivano le carote di proprietà benefiche, che in parte sono andate perse con la selezione delle varietà arancioni.

Le antiche carote viola contenevano fino a 28 volte più antocianine rispetto ad altri ortaggi colorati, con una capacità antiossidante molto superiore alle moderne carote arancioni.

La rivoluzione arancione: scienza e politica si intrecciano

La grande trasformazione del colore avvenne tra il XVI e il XVII secolo nei Paesi Bassi. Fu qui che le carote arancioni, come le conosciamo oggi, conquistarono popolarità e finirono per sostituire quasi completamente le varietà viola in Europa occidentale.

La teoria patriottica: un omaggio alla Casa d’Orange

Una delle teorie più affascinanti, sebbene discussa tra gli storici, collega la diffusione delle carote arancioni al patriottismo olandese. Secondo questa interpretazione, gli agricoltori avrebbero selezionato le varianti arancioni come omaggio alla Casa d’Orange-Nassau, la famiglia reale che guidò la lotta d’indipendenza contro la Spagna.

Il colore arancione era infatti il simbolo della famiglia reale olandese, e la coincidenza tra l’ascesa della Casa d’Orange e la crescente diffusione delle carote arancioni è quantomeno suggestiva.

La spiegazione scientifica: mutazioni genetiche e selezione

Dal punto di vista scientifico, la trasformazione si spiega con la selezione di mutazioni genetiche naturali. Le carote arancioni contengono elevate quantità di beta-carotene, un pigmento che il nostro organismo trasforma in vitamina A.

I coltivatori olandesi preferirono queste nuove varietà per vari motivi pratici:

  • Avevano un sapore più dolce e meno amaro
  • Erano più tenere
  • Non “sanguinavano” durante la cottura, evitando di macchiare gli altri ingredienti
  • Mantenevano meglio il colore quando cotte

Le analisi genetiche moderne hanno identificato la mutazione responsabile: un gene chiamato DCAR_032551 regola l’accumulo di carotene nelle radici. Bastano infatti due mutazioni genetiche per trasformare una carota viola in una arancione: una che riduce le antocianine e una che aumenta il beta-carotene.

Un confronto nutrizionale: viola vs arancione

La trasformazione del colore delle carote non è stata solo estetica, ma ha cambiato anche il loro profilo nutrizionale:

Carote viola (antiche) Carote arancioni (moderne)
Ricche di antocianine Alto contenuto di beta-carotene
Maggiore potere antiossidante Maggiore apporto di vitamina A
Proprietà anti-infiammatorie più forti Sapore più dolce e gradevole

Il cambiamento ha rappresentato un compromesso: abbiamo guadagnato vitamina A (essenziale per la vista e il sistema immunitario), ma perso gran parte del potere antiossidante delle carote viola originarie.

Curiosità sorprendenti sulle carote nella storia

La storia delle carote è piena di aneddoti sorprendenti:

  • Nell’antico Egitto, le carote viola erano considerate afrodisiache e simboli di fertilità
  • Nel Medioevo si credeva che le carote curassero il morso dei serpenti
  • Durante la Seconda Guerra Mondiale, la propaganda britannica raccontava che i piloti della RAF mangiassero tante carote per migliorare la vista notturna: in realtà serviva a nascondere l’uso del radar
  • In alcune culture asiatiche, le carote viola venivano usate come coloranti naturali per tessuti

Il ritorno alle origini: la riscoperta delle carote colorate

Negli ultimi anni, stiamo assistendo a un’inversione di tendenza: carote viola, gialle, bianche e rosse stanno tornando nei mercati e sulle nostre tavole. Questo è parte di un movimento di riscoperta delle varietà antiche, legato all’interesse per la biodiversità agricola e per una dieta più varia.

Oggi, scoprendo la varietà di colori delle carote antiche, possiamo capire come un semplice ortaggio racchiuda una storia di evoluzione, cultura e scienza. La prossima volta che vedrete una carota arancione, ricordate che è il frutto di secoli di selezione umana e, forse, anche di un pizzico di orgoglio nazionale olandese.

E se avete l’occasione di assaggiare una carota viola, fatelo: sarà come assaporare un pezzo di storia, tornando indietro nel tempo fino a prima della grande rivoluzione arancione.

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