Nel vasto silenzio degli oceani, alcuni dei suoni più straordinari provengono dai giganti che li abitano. Ma non si tratta solo delle famose “canzoni” delle balene: c’è qualcosa di ancora più incredibile. Il battito cardiaco di questi enormi mammiferi marini può viaggiare per distanze sorprendenti attraverso l’acqua.
Il fenomeno acustico che stupisce la scienza
Il cuore di una balena blu, grande quanto una piccola automobile e pesante circa 180 kg, non è solo l’organo più grande di qualsiasi animale sulla Terra, ma è anche un generatore di potenti vibrazioni. Ogni battito di questo muscolo gigantesco produce onde sonore a frequenze bassissime, spesso inferiori ai 20 Hz, chiamate “infrasuoni” perché sono al di sotto della soglia dell’udito umano.
Questi battiti cardiaci, anche se impercettibili per noi senza strumenti speciali, possono propagarsi nell’acqua per centinaia o addirittura migliaia di chilometri. Ma come può essere possibile?
La scienza dietro ai suoni nell’oceano
Per capire questo fenomeno affascinante, bisogna considerare tre elementi principali:
- La forza della sorgente: il cuore della balena sposta enormi volumi di sangue e tessuti a ogni contrazione.
- Le frequenze bassissime: i suoni a bassa frequenza viaggiano molto più lontano nell’acqua rispetto a quelli acuti.
- Il canale SOFAR: una sorta di “autostrada naturale” per il suono in profondità nell’oceano.
Le frequenze profonde: il segreto dei viaggi sonori
I suoni ad alta frequenza vengono rapidamente assorbiti nell’acqua, mentre quelli a bassa frequenza (come il battito delle balene, tra 10 e 40 Hz) possono viaggiare distanze enormi senza quasi perdere energia. La natura sembra aver dato a questi animali un “linguaggio” perfettamente adatto alle distese d’acqua che abitano.
Il canale SOFAR: la via sonora degli abissi
Negli anni ’40, gli scienziati scoprirono che, tra 600 e 1200 metri di profondità, esiste uno strato dove il suono si propaga molto più facilmente e lontano. Questo strato si chiama canale SOFAR (Sound Fixing and Ranging).
Qui le condizioni di pressione, temperatura e salinità rallentano e guidano le onde sonore, quasi a formare una “fibra ottica” naturale per il suono. Così, quando le onde sonore generate dai battiti cardiaci delle balene entrano in questo canale, possono percorrere grandissime distanze senza attenuarsi troppo.
Un incredibile adattamento evolutivo
Gli scienziati pensano che questa capacità sia frutto dell’evoluzione. Le balene, sfruttando le proprietà del suono nell’oceano, potrebbero comunicare tra loro grazie al battito cardiaco, avvisando i propri simili della loro presenza o del loro stato, anche da molto lontano.
Alcune ricerche suggeriscono infatti che le balene siano in grado di percepire addirittura il battito cardiaco di altri individui a chilometri di distanza, ricevendo così preziose informazioni sulla presenza, sulla posizione e persino sullo stato emotivo degli altri membri del gruppo.
Tecnologia ispirata alla natura
Questa meraviglia naturale ha spinto gli scienziati a creare tecnologie sottomarine che imitano le frequenze ultrabasse delle balene. Sistemi militari e strumenti per la ricerca oceanografica si basano su principi simili per trasmettere informazioni sott’acqua.
Oggi, idrofoni moderni riescono a captare persino il battito cardiaco delle balene da centinaia di chilometri, permettendo agli studiosi di monitorare queste creature senza disturbarle.
Un mondo di suoni nascosti
La prossima volta che guarderai l’oceano, ricorda che sotto quella superficie tranquilla esiste un universo di suoni nascosti. I potenti battiti cardiaci delle balene corrono tra le correnti, viaggiano nel canale SOFAR e trasportano messaggi silenziosi attraverso i mari.
Questi giganti non solo hanno il cuore più grande del mondo, ma ne hanno fatto anche uno strumento per essere in contatto con altri individui lontanissimi. È un esempio straordinario di come l’evoluzione, in milioni di anni, abbia trovato soluzioni geniali che noi umani stiamo solo oggi iniziando a scoprire e a imitare con la nostra tecnologia.