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Il linguaggio segreto degli alberi: come le radici comunicano sotto terra attraverso vibrazioni e segnali chimici

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Immagina di camminare in un bosco silenzioso. Ai tuoi occhi sembra regnare la calma, ma sotto i tuoi piedi è in corso una conversazione viva, invisibile e misteriosa. Nel buio del terreno, le radici degli alberi non si limitano a cercare acqua e nutrienti: stanno inviando e ricevendo messaggi. Da anni la scienza indaga la possibilità che le piante, attraverso le loro radici, comunichino tra loro usando segnali che potremmo definire un vero e proprio linguaggio di vibrazioni.

Molti studi hanno dimostrato che le radici non sono semplici “tubi” che trasportano linfa. Sono organi sensibili, capaci di percepire variazioni di umidità, temperatura e persino di gravità. Ma c’è di più: alcune ricerche scientifiche suggeriscono che possano emettere minuscole vibrazioni sonore, a frequenze così basse da essere impercettibili all’orecchio umano. Queste vibrazioni, secondo gli esperti, potrebbero costituire una sorta di “parola vegetale”, un codice segreto per trasmettere informazioni ad altre radici vicine.

Il terreno, denso e compatto, è in realtà un ottimo mezzo per la propagazione delle vibrazioni. Così come il mare trasporta suoni a grandi distanze, il suolo può veicolare segnali meccanici attraverso le sue particelle. Esperimenti di laboratorio hanno mostrato che, se una pianta “percepisce” determinate vibrazioni, può modificare la direzione di crescita delle proprie radici, come se rispondesse a un richiamo. Questo apre alla possibilità affascinante che, nel fitto intreccio sotterraneo di radici, esista un vero dialogo silenzioso.

Accanto a questo linguaggio fatto di vibrazioni, le radici comunicano anche tramite segnali chimici. Producono e rilasciano nel suolo particolari sostanze, chiamate essudati radicali, che possono avvertire le piante vicine della presenza di parassiti, oppure attrarre funghi utili con cui instaurare rapporti di reciproco vantaggio. Alcune specie, quando vengono attaccate da insetti o malattie, inviano segnali sotterranei che portano le piante vicine ad attivare la produzione di molecole difensive ancor prima di subire l’aggressione.

Gran parte di questa comunicazione avviene grazie al cosiddetto Wood Wide Web, la vasta rete di miceli fungini che collega le radici di alberi diversi. Questo “internet della foresta” non serve soltanto per lo scambio di nutrienti, ma anche per trasmettere segnali di allarme e coordinare la crescita. In questo mondo sotterraneo, non sempre domina la competizione: spesso prevale la cooperazione. Alberi adulti possono nutrire giovani piantine all’ombra, inviando zuccheri attraverso questi filamenti fungini, garantendo così la sopravvivenza della comunità.

L’idea che le radici possano “parlare” usando vibrazioni, messaggi chimici e connessioni biologiche cambia radicalmente il nostro modo di guardare a una foresta. Non più come un insieme di individui isolati, ma come un organismo collettivo, in cui le informazioni scorrono sotto la superficie proprio come in una città viva e pulsante.

La prossima volta che poggerai i piedi su un sentiero boschivo, ricorda che sotto di te non c’è silenzio. C’è una storia che non smette mai di raccontarsi: un flusso continuo di impulsi, segnali e onde che passano di radice in radice. Un linguaggio invisibile, nato milioni di anni fa, che ci ricorda quanto sia complessa, antica e profondamente interconnessa la vita sulla Terra.

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