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Scossa ipnica e sensazione di cadere nel vuoto prima di dormire spiegata scientificamente

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Ti sarà sicuramente capitato: sei sul punto di addormentarti, le palpebre si fanno pesanti, i pensieri finalmente si placano… e all’improvviso, un sussulto. Il corpo sobbalza, il cuore accelera per un attimo e tu hai la netta sensazione di precipitare nel vuoto. Si chiama scossa ipnica, o mioclono ipnico: una piccola, involontaria contrazione dei muscoli che si manifesta proprio nel delicato passaggio dalla veglia al sonno. È un fenomeno comune, del tutto innocuo e, a suo modo, affascinante.

In parole povere, che cosa succede? Pensa al cervello come a un direttore d’orchestra che, a fine giornata, abbassa il volume di tutti gli strumenti. Durante la fase di addormentamento, il sistema nervoso inizia a rallentare, riducendo l’attività muscolare e il livello di allerta. In questa transizione, può capitare che il “direttore” mandi un segnale inatteso: un colpo di tamburo fuori programma. Il risultato è una contrazione rapida, un piccolo spasmo che può interessare le gambe, le braccia o persino tutto il corpo. A volte dura una frazione di secondo, ma è abbastanza forte da svegliarti di soprassalto.

Ma perché proprio la sensazione di cadere? Una delle teorie più suggestive ci riporta alla nostra evoluzione. I nostri antenati non dormivano in comodi letti, ma cercavano riparo su rami o in rifugi sopraelevati. In quel contesto, il profondo rilassamento muscolare che precede il sonno poteva essere scambiato dal cervello per una perdita di equilibrio, un segnale di pericolo imminente. Di conseguenza, il cervello inviava un impulso “salvavita” per farci subito aggrappare a qualcosa. Oggi non dormiamo più sugli alberi, ma quel vecchio circuito d’allarme potrebbe essere rimasto attivo dentro di noi, come un’eco del passato.

Dal punto di vista fisico, in quel momento più sistemi del nostro corpo stanno comunicando tra loro: il cervello che cambia modalità, i recettori dell’equilibrio nell’orecchio interno che monitorano la nostra posizione e i muscoli che si stanno rilassando. A volte, questa sincronia non è perfetta. Un piccolo squilibrio tra ciò che il cervello si aspetta e ciò che il corpo sta effettivamente facendo può innescare il sobbalzo. Possiamo vederlo come un piccolo e innocuo “glitch” del sistema nervoso, una momentanea incertezza durante il cambio di marcia.

Ci sono fattori che possono renderla più frequente? Sì, alcuni comportamenti aumentano le probabilità di sperimentarla:

  • Caffeina, nicotina e stimolanti: assunti in tarda serata, tengono il sistema nervoso più attivo e reattivo del necessario.
  • Stress e ansia: mantengono il cervello in uno stato di iper-vigilanza, rendendo più difficile il “lasciarsi andare” al sonno.
  • Attività fisica intensa: se praticata poco prima di dormire, lascia i muscoli carichi e pronti a scattare, rendendo più brusco il passaggio al riposo.
  • Sonno irregolare o carente: quando si è molto stanchi, si tende a entrare nel sonno più rapidamente e in modo più “turbolento”, favorendo queste scosse.

Spesso la scossa ipnica arriva da sola, ma a volte può essere accompagnata da un suono immaginario, un lampo di luce o una parola smozzicata. Questi sono i cosiddetti fenomeni ipnagogici, piccole e innocue allucinazioni tipiche della fase di addormentamento. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. A differenza di disturbi come la sindrome delle gambe senza riposo, la scossa ipnica è un evento isolato e non ha conseguenze.

È possibile ridurla? Certo, adottando qualche semplice abitudine. Stabilire una routine di sonno regolare, abbassare le luci prima di andare a letto, limitare il consumo di caffeina nel pomeriggio, evitare allenamenti intensi in tarda serata e dedicare qualche minuto alla respirazione o alla lettura può fare una grande differenza. Un ambiente fresco e silenzioso aiuta il corpo a scivolare nel sonno in modo più dolce e graduale.

Molti si chiedono se sia “normale”. La risposta è sì, assolutamente. La stragrande maggioranza delle persone la sperimenta almeno una volta nella vita, e per molti è un evento periodico, soprattutto nei periodi di forte stress. Non è un segnale di malattia, ma una semplice caratteristica del sonno umano. Tuttavia, se i sobbalzi diventano molto frequenti, dolorosi o ti impediscono di dormire serenamente, è sempre una buona idea parlarne con un medico per escludere altre cause.

Con l’avvento di strumenti come l’elettroencefalogramma (EEG), i ricercatori hanno potuto osservare questi sussulti proprio nelle fasi iniziali del sonno, quando le onde cerebrali rallentano. In quei momenti, il nostro sistema motorio e quello dell’equilibrio si stanno ricalibrando, come strumenti che si accordano prima di iniziare a suonare la lenta melodia della notte.

In definitiva, la scossa ipnica non è altro che un piccolo promemoria di quanto sia complessa e meravigliosa la regia del sonno. Un salto istintivo, un’eredità di un passato lontano che ci fa sorridere al risveglio e ci ricorda che, anche quando dormiamo, il nostro corpo è una macchina straordinariamente ingegnosa.

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