Si corregge in privato e ci si congratula in pubblico: questa si chiama educazione

Educare con amore: la via tra correzione e riconoscimento

Il cuore dell’educazione risiede tra le mura domestiche

I bambini, con la loro energia e curiosità, talvolta possono agire in modi non propriamente in linea con ciò che ci aspettiamo. Tuttavia, è fondamentale ricordare che la correzione dovrebbe provenire da un luogo d’amore, non di frustrazione. Correggere un comportamento dovrebbe essere un’opportunità per l’apprendimento e la crescita, non una punizione. E quando si corregge, è essenziale farlo in un ambiente sicuro e privato, dove il bambino può sentirsi supportato e compreso, piuttosto che esposto o umiliato.

La potenza dell’elogio

L’elogio, quando fatto con sensibilità e sincerità, è uno strumento potente per rafforzare l’autostima e la fiducia nei bambini. Certo, correggere è necessario quando sbagliano, ma altrettanto cruciale è riconoscere e celebrare i loro successi e i progressi, anche quelli piccoli. Questi momenti positivi possono essere dei pilastri nella crescita di un bambino. Un elogio specifico per il loro impegno (“Vedo quanto ti sei applicato in questo disegno“), per la loro resilienza (“Hai affrontato questa sfida con coraggio“) o per un gesto di bontà (“Sei stato gentile ad aiutare la tua sorellina“) rafforza l’autostima.

L’elogio può anche normalizzare il fallimento ed incoraggiare a riprovare. Frasi come: “So che puoi superare questo ostacolo, hai tutte le capacità per farcela“, “Non scoraggiarti, ogni errore ti avvicina alla soluzione” nutrono la motivazione.

Elogiare non è solo dire “bravo”, è entrare in sintonia con i bisogni emotivi del bambino, valorizzando il processo di crescita, gli sforzi, la creatività. Le parole di incoraggiamento motivano e fanno sentire capiti e apprezzati. L’elogio costruttivo getta le basi per una sana autostima e una crescita serena.

Ogni bambino è un mondo a sé

2 boys sitting on swing during daytime

È essenziale resistere alla tentazione di paragonare un bambino ad un altro. Ogni individuo ha un ritmo di crescita, talenti e sfide unici. Quando si fanno confronti, anche con le migliori intenzioni, si rischia involontariamente di minare la fiducia di un bambino nelle proprie capacità. Invece di paragonare le prestazioni o il comportamento dei bambini, è bene cercare di capire e apprezzare le peculiarità di ciascuno. Ogni bambino ha punti di forza su cui costruire, così come aree da migliorare. Ma queste vanno colte nella sua individualità, non in comparazione ad altri.

I genitori e gli educatori dovrebbero evitare frasi come “Perché non sei bravo in matematica come tuo fratello?” oppure “Guarda come Giulia è ubbidiente, tu dovresti comportarti così“. Questo tipo di confronti rischia di generare senso di inadeguatezza, rabbia o demotivazione.

Meglio offrire a ciascun bambino sostegno e guida personalizzati, adatti alle sue necessità. Ad esempio: “So che la matematica è difficile per te, proviamo ad affrontarla insieme un passo alla volta” oppure “So che a volte fai fatica a seguire le regole, ne parliamo con calma e troviamo insieme una soluzione“.

Valorizzare l’individualità di ogni bambino, senza forzati paragoni, permette di costruire una sana autostima e la capacità di riconoscere ed esprimere al meglio i propri talenti.

woman and child facing towards sunset

L’approccio alla correzione

La correzione fa parte del processo educativo, ma va fatta con consapevolezza, empatia e apertura al dialogo. Agire d’impulso, alzare la voce o umiliare può generare paura, rabbia o senso di inadeguatezza nei bambini. Inoltre, punizioni sproporzionate o eccessive rischiano di rovinare il rapporto di fiducia. Come educatori dobbiamo ricordare che i bambini commettono errori nel loro percorso di crescita. Il nostro ruolo è correggere con fermezza ma anche con comprensione, cercando di capire il contesto e le motivazioni sottostanti certi comportamenti.

La chiave è aprire un canale di comunicazione empatica con il bambino. Parlando con calma, dandogli modo di esprimere i propri sentimenti e il proprio punto di vista, possiamo guidarlo a comprendere l’errore e come comportarsi in modo più positivo in futuro. Le correzioni funzionano meglio se specifiche, coerenti nel tempo e con conseguenze ragionevoli. Possono diventare momenti di apprendimento costruttivo se fatte con rispetto, pazienza e apertura al dialogo. I bambini imparano di più dai nostri esempi che dalle nostre parole.

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Conclusione

Educare un bambino è un viaggio che dura tutta la vita, non una mèta da raggiungere. Come adulti di riferimento, abbiamo la responsabilità di accompagnare i più piccoli in questo percorso di crescita, sostenendoli nei loro bisogni emotivi e di apprendimento. Attraverso la giusta combinazione di correzione amorevole e riconoscimento sincero dei loro successi, possiamo gettare le basi perché diventino, un giorno, adulti consapevoli, equilibrati e realizzati.

La correzione serve per porre limiti costruttivi e trasmettere valori positivi. Ma questa va fatta con empatia, cercando di comprendere e motivare. L’elogio, al contrario, incentiva e rafforza l’autostima. Entrambi sono essenziali. I bambini non sono vasi da riempire di nozioni, ma individui unici con emozioni, sogni, paure. Il nostro compito è ascoltarli, valorizzarli, infondere loro fiducia nelle proprie capacità, così che possano affrontare il mondo forti della propria individualità.

Se nutriamo la loro autostima con pazienza e tenerezza, se li prepariamo ad affrontare sfide ed ostacoli con coraggio e resilienza, avremo gettato solide fondamenta per il loro futuro di adulti sereni, consapevoli e realizzati.

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