La viscaccia boliviana, l’animale che sembra sempre sul punto di addormentarsi

Esiste un animale particolarmente adorabile che sembra sempre sul punto di fare un pisolino, il suo nome è Viscaccia boliviana (Lagidium viscacia) ed è una specie di roditore che appartiene alla famiglia dei Cincillidi. Queste stupende creature vivono tra i 700 e i 5000 metri di altitudine sulle montagne e nelle aree rocciose del Perù, dell’Argentina, del Cile e della Bolivia, sono incredibilmente agili e buffe e il loro aspetto è molto simile a quello dei conigli.
Gli esemplari adulti misurano tra i 30 e i 50 centimetri di lunghezza, possono raggiungere 3 chili di peso e, a differenza dei conigli, hanno una lunga e ruvida coda che può arrivare a misurare fino a 35 centimetri. Il loro corpo è ricoperto da un pelo folto e morbido che sulla schiena è di colore marrone o grigio scuro, mentre il ventre può essere, bianco, giallo o grigio chiaro.
Le zampe anteriori di questo simpatico roditore sono particolarmente corte, mentre quelle posteriori sono lunghe e forti e le piante dei piedi hanno dei cuscinetti carnosi che gli permettono di muoversi con agilità sulle superfici rocciose. Essendo dei cattivi scavatori, i viscaccia creano le loro tane tra le fessure delle rocce dove si riparano per la notte.
Sono animali diurni che non vanno in letargo e che sono più attivi subito dopo l’alba e prima di sera, vivono in piccole colonie che comunicano tra di loro con una grande varietà di sibili e suoni e che trascorrono la maggior parte della giornata appollaiati sulle rocce per riposarsi al sole.
La loro dieta è composta principalmente da erbe, muschi e licheni e, vivendo in zone dove scarseggiano le fonti d’acqua, bevono molto raramente ma assorbono i liquidi necessari dalle pianche che ingeriscono. I loro principali predatori sono i gatti delle Ande (Leopardus jacobita) e i rapaci e, oltre a questo, sono animali che vengono cacciati per la loro carne e per la loro pelliccia, tuttavia, fortunatamente non si trovano in pericolo di estinzione.
Di fatto, non si sa quanto sia la loro speranza di vita in natura, ma un esenplare cresciuto in cattività ha vissuto per ben 19 anni.

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