4 giovani stuprano una ragazza. Mesi dopo la madre fa una terrificante scoperta in bagno

L’adolescenza è una delle tappe più difficili per la maggior parte delle persone. Si tratta della fase in cui il corpo inizia a svilupparsi ed è difficile trovare la propria identità, inoltre, in molti si preoccupano troppo di ciò che pensano gli altri.

Una delle ragioni principali per cui tanti giovani soffrono durante l’adolescenza è a causa dei commenti che ricevono da altre persone, il motivo è che a volte i ragazzi possono essere molto crudeli in quanto non sanno capire le conseguenze ed il potere che hanno le parole. Non immaginano nemmeno cosa possono scatenare determinate azioni o parole e la seguente storia ne è un esempio.

Rehtaeh Parsons è una ragazza di Halifax, capitale della Nuova Scozia in Canada. Nel 2011, quando aveva solamente 15 anni, era andata ad una festa con un’amica, ma non avrebbe mai potuto immaginare che quello sarebbe stato solamente l’inizio di un terribile incubo che avrebbe avuto delle tragiche conseguenze.

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Quella notte Rehtaeh venne stuprata da quattro compagni di scuola, gli stessi che scattarono alcune fotografie della violenza, le quali poi per “scherzo” vennero divulgate per tutta la scuola.

I giorni passavano, ma Rehtaeh non aveva il coraggio di riferire alla propria madre quello che le era successo, tuttavia, non ce la faceva più a tenere per sé questo tremendo segreto e finì per raccontarle tutto.

Dopo aver saputo la verità, Leah, la madre, decise di portarla immediatamente all’ospedale, dove però nessuno sembrò essere intenzionato ad aiutare la ragazza o ad avere maggiori informazioni sull’abuso.

Neanche la polizia aveva mostrato interesse per il suo caso, infatti, i 4 giovani non vennero mai interrogati e, chiaramente, nessuno guardò mai le fotografie che avevano scattato durante quella serata.

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Dopo un anno dal giorno in cui venne sporta denuncia chiusero il caso di Rehtaeh per mancanza di prove.

Alcuni giorni dopo la vita della ragazza si trasformò in un vero e proprio incubo. Veniva molestata quotidianamente sia a scuola che in internet, aveva perso la fiducia in se stessa e tutti i suoi “amici” le avevano voltato le spalle. Non solo doveva vivere con il tremendo ricordo di quella notte, bensì era costretta a sopportare le prese in giro, le critiche ed i costanti commenti che le facevano ricordare quel momento.

Ogni giorno riceveva dei messaggi dai propri compagni di classe, i quali la invitano ad avere dei rapporti intimi con loro; la povera Rehtaeh era diventata agli occhi di tutti una ragazza facile.

Le costanti molestie l’avevano portata a lasciare la città, in quanto non poteva più vivere una vita tranquilla visto che anche per la strada veniva additata come se l’abuso l’avesse commesso lei.

La ragazza si sentiva sola, scoraggiata ed aveva perso la voglia di vivere.

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Il 3 marzo del 2013 scrisse le seguenti parole sul proprio profilo di Facebbok:

“Alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici”

Alcuni mesi più tardi la ragazza si tolse la vita impiccandosi nel bagno della propria casa. Quando la madre tornò a casa, purtroppo, era già troppo tardi.

La portarono rapidamente in ospedale, ma Rehtaeh era rimasta troppo a lungo senza ossigeno e presentava dei danni cerebrali irreparabili, al punto che i genitori decisero di staccare la spina dalla macchina che la teneva in vita, in quanto le probabilità che si potesse risvegliare erano praticamente nulle.

Il padre di Rehtaeh disse che la figlia era morta per delusione, avvilimento e sconforto, le molestie da parte della società l’avevano accompagnata fino alla fine dei suoi giorni e, purtroppo, né le autorità, né la scuola avevano fatto nulla per darle una mano.

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Continuamente, si sentono storie di bambini maltrattati, ma nella maggior parte dei casi nessuno fa nulla per aiutarli.

Anche se i genitori fanno tutto il possibile per i propri figli, poche volte vengono ascoltati ed i colpevoli di questi tremendi crimini continuano ad essere liberi come se niente fosse accaduto.

Dobbiamo cercare di mettere fine a tutto questo una volta per tutte! Nessun bambino deve mai più subire ingiustizie e nessuno deve mai più ricorrere al suicidio per colpa di una società che non ascolta, che non aiuta e che non fa nulla, la quale maltratta indirettamente con le proprie critiche, i propri commenti e la propria indifferenza.

Qualsiasi persona può aiutare in queste terribili situazioni, di modo che i nostri figli possano crescere in un mondo migliore. È necessario educare i nostri figli ad essere delle brave persone ed il modo più semplice per farlo è quello di dare il buon esempio.

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Le impunità sono all’ordine del giorno, però tutti noi possiamo fermare questo tipo di atrocità. Come? Semplicemente non rimanendo in silenzio e non facendo parte di coloro che criticano o che prendono in giro gli altri.

Non si tratta solo di Rehtaeh, bensì stiamo parlando di migliaia di ragazzi che hanno vissuto le stesse cose e che di fronte all’incompetenza delle autorità ed all’ignoranza della società, non hanno visto altra opzione se non quella di togliersi la vita.

Dobbiamo smettere di vivere con le bende sugli occhi! Domani potrebbe capitare a qualcuno a cui vogliamo bene e, per far sì che questo non accada, cerchiamo di diffondere la storia di questa ragazza, sperando che molti recepiscano il messaggio e decidano di fare la differenza in questa società che, ogni giorno, affonda sempre di più nell’egoismo e nell’arroganza.

Speriamo che chi le ha fatto questo non rimanga impunito.

Cosa pensi di questa terribile vicenda? Lasciaci un commento e non dimenticare di condividere con i tuoi amici.

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