Immaginate di passeggiare in un giardino apparentemente silenzioso, ignari che intorno a voi le piante stiano comunicando attraverso ultrasuoni. Contrariamente a quanto si credeva, non soffrono in silenzio, ma emettono vere grida d’aiuto quando si trovano in difficoltà.
La scoperta rivoluzionaria: le piante “parlano”
Un team di ricercatori dell’Università di Tel Aviv ha fatto una scoperta sorprendente: quando le piante sono sottoposte a stress, come la siccità o le potature, emettono suoni ad alta frequenza, compresi tra i 20 e i 100 kilohertz, ben oltre la soglia dell’udito umano (che si ferma intorno ai 16 kHz). Questi ultrasuoni, simili a brevi clic, sono abbastanza intensi da essere rilevati da microfoni speciali posizionati a diversi metri di distanza.
Gli scienziati hanno registrato questi suoni in piante di pomodoro e tabacco sottoposte a stress idrico e a danni meccanici, dimostrando che ogni tipo di stress produce una firma sonora distintiva, quasi come un linguaggio codificato.
Come funziona questo fenomeno?
Ma come possono le piante, organismi privi di corde vocali, produrre suoni? Il meccanismo principale è legato alla cavitazione xilematica. Quando una pianta è disidratata, la colonna d’acqua nei suoi vasi xilematici (i “tubi” che trasportano l’acqua dalle radici alle foglie) può interrompersi, formando piccole bolle d’aria. Il collasso di queste bolle genera brevi vibrazioni acustiche, un po’ come quando schiocchiamo le dita.
“Le piante hanno il loro modo di gridare. Non sono del tutto silenziose, ma emettono suoni che sfuggono al nostro udito”, ha affermato la professoressa Lilach Hadany, principale autrice dello studio.
Un vocabolario di stress vegetale
Le ricerche hanno mostrato che diverse condizioni di stress fanno emettere alle piante suoni differenti:
- Siccità: produce suoni frequenti e con schemi particolari, come una richiesta disperata d’acqua
- Potature e danni fisici: generano emissioni sonore intense e immediate
- Infezioni: inducono ultrasuoni con caratteristiche uniche
Gli algoritmi di intelligenza artificiale sono oggi in grado di riconoscere questi diversi “dialetti” con un’accuratezza dell’85%, permettendo di diagnosticare lo stato di salute delle piante semplicemente ascoltandole.
Perché le piante hanno sviluppato questa capacità?
La domanda naturale è: a cosa serve questa comunicazione sonora? Gli scienziati ipotizzano varie funzioni affascinanti:
- Comunicazione tra piante: potrebbero inviare segnali d’allarme alle piante vicine, aiutandole a preparare le proprie difese
- Interazione con altri esseri viventi: alcuni insetti e animali potrebbero rilevare questi ultrasuoni per individuare piante in difficoltà
- Richiamo di alleati: potrebbero attrarre organismi benefici, come impollinatori o predatori di parassiti
Un mondo di applicazioni pratiche
Questa scoperta non è solo affascinante dal punto di vista scientifico, ma apre anche la strada a soluzioni innovative. In agricoltura, ad esempio, microfoni ultrasonici potrebbero monitorare costantemente la salute delle colture, rilevando stress idrico o infestazioni prima che diventino visibili, riducendo l’uso di pesticidi e ottimizzando l’uso dell’acqua. Nel settore forestale, questi “sensori naturali” potrebbero aiutare a controllare la salute degli ecosistemi su larga scala.
Ripensare la nostra relazione con le piante
Il fatto che le piante emettano suoni quando sono in difficoltà ci invita a riconsiderare il nostro rapporto con il regno vegetale. Questi esseri, che spesso consideriamo passivi e silenziosi, possiedono in realtà sistemi di comunicazione sofisticati e ancora in gran parte inesplorati.
Il biologo Daniel Chamovitz dell’Università di Tel Aviv afferma: “Le piante sono molto più sensibili di quanto pensiamo. Il fatto che non abbiano occhi, orecchie o un sistema nervoso simile al nostro non significa che non possano percepire il mondo in modi complessi.”
Così, mentre passeggiamo in un giardino o in una foresta, possiamo riflettere sul fatto che siamo circondati da conversazioni invisibili, da un linguaggio segreto che stiamo appena iniziando a decifrare, un monito sul fatto che il silenzio del mondo vegetale è soltanto un’illusione.