Gli squali solcano i nostri oceani da oltre 450 milioni di anni, sopravvivendo a cinque estinzioni di massa ed evolvendosi in predatori perfetti. Ma c’è qualcosa di ancora più sorprendente in questi antichi abitanti del mare: la loro straordinaria resistenza alle malattie, soprattutto al cancro.
Un fenomeno che sfida la scienza
Mentre esseri umani e molti animali terrestri lottano contro i tumori, gli squali sembrano quasi immuni. Fin dagli anni ’70, il dottor Carl Luer del Mote Marine Laboratory in Florida ha osservato che era estremamente difficile indurre il cancro in questi animali.
Cos’altro conferisce a questi predatori marini la loro sorprendente resistenza? La risposta sta nel loro sistema immunitario, uno dei più antichi e sofisticati del pianeta.
Gli anticorpi più antichi del mondo
Il sistema immunitario degli squali è il risultato di centinaia di milioni di anni di evoluzione. Diversamente dagli anticorpi umani, formati da più catene proteiche, gli squali possiedono anticorpi speciali, noti come IgNAR (New Antigen Receptors), dalla struttura semplice ma molto efficace.
Questi anticorpi “primitivi” sono composti da una singola catena proteica anziché da quattro come i nostri, caratteristica che li rende:
- Estremamente stabili anche in condizioni ambientali ostili
- Capaci di infiltrarsi in spazi molto ristretti dove gli anticorpi convenzionali non arrivano
- Incredibilmente specifici nel riconoscimento degli agenti patogeni
- Resistenti alle alte temperature e all’acidità
Un sistema immunitario straordinario
Gli squali dispongono di sistemi immunitari innato e adattativo che collaborano per proteggere il loro organismo. Questa duplice strategia offre una protezione eccezionale contro virus, batteri e cellule mutate. Studi hanno evidenziato che il loro sangue può inibire l’angiogenesi, cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni indispensabili per la crescita dei tumori.
“Gli squali rappresentano una finestra su un sistema immunitario ancestrale che custodisce segreti evolutivi di valore inestimabile per la medicina moderna” – afferma la dottoressa Helen Dooley, immunologa marina dell’Università del Maryland.
La cartilagine: uno scudo naturale
Un ulteriore elemento che contribuisce alla resistenza degli squali al cancro è il loro scheletro, interamente costituito da cartilagine. Quest’ultima contiene molecole bioattive con proprietà anti-angiogeniche, in grado di impedire la formazione dei vasi sanguigni che alimentano i tumori.
Lo squalo balena, il più grande pesce del pianeta, possiede un patrimonio genetico particolarmente ricco nei geni legati al sistema immunitario, molto più diversificato rispetto a quello umano. Questa straordinaria diversità contribuisce a risposte immunitarie notevolmente efficaci.
Dalla natura alla medicina: il potenziale terapeutico
La ricerca mira a sfruttare queste capacità uniche per sviluppare nuove terapie. I ricercatori dell’Università di Aberdeen hanno realizzato gli “anticorpi artificiali di squalo”, noti come Sortibodies, progettati per colpire in modo mirato le cellule tumorali.
I potenziali campi di applicazione sono numerosi:
- Trattamenti anti-cancro più mirati con minori effetti collaterali
- Farmaci per malattie autoimmuni più efficaci
- Nuove soluzioni per infezioni resistenti agli antibiotici
- Terapie innovative per malattie neurodegenerative
Un mito da sfatare
È importante precisare che gli squali possono sviluppare tumori, anche se in modo estremamente raro. Casi documentati di melanoma e tumori al fegato confermano che non sono completamente immuni, ma la loro eccezionale resistenza continua a stimolare la ricerca biomedica.
Il paradosso della conservazione
Ironicamente, mentre studiamo gli squali per salvare vite umane, questi predatori affrontano una grave crisi a causa della pesca eccessiva e della distruzione degli habitat. Ogni anno vengono uccisi fino a 100 milioni di squali, mettendo a rischio numerose specie e privandoci potenzialmente di rivoluzionarie scoperte mediche.
La protezione di questi antichi guardiani degli oceani è fondamentale non solo per l’equilibrio degli ecosistemi marini, ma anche per le prospettive di nuove terapie contro gravi malattie umane.
La lezione evolutiva
Gli squali ci insegnano che spesso le soluzioni più efficaci derivano dai sistemi antichi e collaudati. Mentre la medicina moderna mira a terapie sempre più sofisticate, questi predatori primordiali ci ricordano che la natura ha già sviluppato meccanismi difensivi straordinari in milioni di anni di evoluzione.
Studiando questi straordinari animali, non solo apprendiamo nuove strategie per combattere il cancro, ma acquisiamo preziose conoscenze sul funzionamento dell’immunità e sull’equilibrio tra salute e malattia, informazioni che potrebbero rivoluzionare il futuro della medicina.