La morte di un Papa: i primi momenti e le procedure ufficiali
Quando un Papa muore, entra in vigore immediatamente un protocollo antico e preciso. Il primo a constatare il decesso è il Camerlengo, che lo verifica chiamando il Papa per tre volte consecutive con il suo nome di battesimo. In presenza di testimoni, percuote leggermente la fronte del defunto con un martelletto d’argento (secondo il cerimoniale tradizionale), dichiarando ufficialmente: “Vere Papa mortuus est” (Il Papa è veramente morto).
Subito dopo, viene rimosso l’Anello del Pescatore, simbolo dell’autorità papale, che viene quindi distrutto con un martello per evitare falsificazioni. Il Camerlengo informa i fedeli tramite un annuncio ufficiale e organizza i funerali, che si svolgono entro 4–6 giorni.
Il periodo di Sede Vacante: quando la Chiesa è senza guida
Con la morte del Papa inizia formalmente il periodo di Sede Vacante. Durante questo intervallo, il governo della Chiesa passa temporaneamente al Collegio Cardinalizio, con poteri limitati. Il Camerlengo assume un ruolo fondamentale, diventando l’amministratore dei beni e dei diritti temporali della Santa Sede.
In questi giorni, lo stemma pontificio viene sostituito da quello della Sede Vacante: le chiavi incrociate sormontate da un ombrellone, simbolo della protezione della Chiesa. Tutti gli uffici del Vaticano vengono sigillati e il periodo di lutto ufficiale dura nove giorni (novendiali), durante i quali si celebrano messe in suffragio del Papa defunto.
La preparazione del Conclave: isolamento, tempistica e segretezza
Secondo il motu proprio Normas nonnullas (19 marzo 2013) di Papa Francesco, il Conclave può avere inizio non appena tutti i cardinali elettori sono presenti, anche prima del tradizionale termine di quindici giorni; in ogni caso deve svolgersi entro venti giorni dalla morte del Pontefice. Possono partecipare solo i cardinali elettori con meno di 80 anni, che soggiornano nella Casa Santa Marta all’interno del Vaticano.
Prima dell’inizio, i cardinali prestano un giuramento solenne di segretezza assoluta sulle deliberazioni e di non utilizzare apparecchi di registrazione o comunicazione. Tecnici specializzati verificano che la Cappella Sistina sia completamente libera da dispositivi di ascolto o trasmissione, in un’operazione nota come “bonifica”.
La tecnologia anti‐spionaggio nel Conclave moderno
- Sistemi di disturbo elettronico (jammer) per bloccare segnali radio
- Rilevatori di radiofrequenze per individuare eventuali dispositivi elettronici
- Schermatura elettromagnetica della Cappella Sistina
- Scanner biometrici per controllare gli accessi
All’interno della Cappella Sistina: la procedura di voto
Il rito di votazione è meticoloso e ricco di simbolismo. Ogni cardinale si avvicina all’altare con una scheda sulla quale scrive il nome del candidato prescelto. Pronunciando la formula “Testor Christum Dominum, qui me iudicaturus est, me eum eligere, quem secundum Deum iudico eligi debere” (Chiamo a testimone Cristo Signore, che mi giudicherà, e dichiaro che il mio voto va a colui che ritengo debba essere eletto), deposita la scheda in un calice coperto da una patena.
La maggioranza richiesta per l’elezione è di due terzi dei voti e le votazioni si ripetono finché un candidato non raggiunge tale quota.
Il segnale di fumo: tradizione e modernità
Il celebre segnale di fumo dalla Cappella Sistina è uno dei momenti più attesi. Dopo ogni votazione, le schede vengono bruciate in una stufa e il colore del fumo indica l’esito:
- Fumo nero: prodotto bruciando le sole schede, indica che non c’è stata elezione
- Fumo bianco: ottenuto aggiungendo sostanze chimiche come clorato di potassio, lattosio e colofonia, annuncia l’elezione del nuovo Papa
Dal 2005, al segnale di fumo si affianca il suono delle campane di San Pietro per evitare confusioni sull’interpretazione del colore.
Habemus Papam: il momento dell’annuncio
Quando un cardinale ottiene i due terzi dei voti, il Cardinale Decano gli chiede: “Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?” (Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?). Con l’accettazione l’eletto diventa immediatamente Papa e gli viene chiesto con quale nome desidera essere chiamato.
Il nuovo Papa viene quindi vestito con gli abiti papali bianchi in una stanza detta “Stanza delle Lacrime”, per l’emozione che spesso lo travolge, e il Cardinale Protodiacono si affaccia dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro per annunciare: “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!”
Curiosità storiche sui conclavi
- Il conclave più lungo si tenne a Viterbo dal 1268 al 1271, durando quasi tre anni. I cittadini, esasperati, tolsero il tetto al palazzo dove erano riuniti i cardinali e razionarono il cibo per spingerli a decidere.
- Il conclave più breve durò appena 4 ore nel 1503, quando Pio III fu eletto al primo scrutinio.
- Durante alcuni conclavi medievali i cardinali comunicavano segretamente con l’esterno utilizzando messaggi nascosti nel cibo.
- Fino al 1904 le potenze cattoliche (Spagna, Francia e Impero Asburgico) potevano esercitare il veto sull’elezione di un candidato sgradito; l’ultimo veto fu usato dall’Austria nel 1903 contro il cardinale Rampolla, prima di essere abolito da Papa Pio X nel 1904.