Perché il sole emette luce a bande colorate? Scopri cosa rivela lo spettro solare sulla composizione delle stelle e la storia delle prime analisi della luce

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Hai mai osservato la luce del sole attraversare un prisma e trasformarsi in un meraviglioso arcobaleno di colori? Questo affascinante fenomeno non è solo uno spettacolo per gli occhi: racchiude uno degli strumenti scientifici più potenti dell’umanità.

La magia della luce: come nasce lo spettro solare

Quella che chiamiamo “luce bianca” è in realtà l’insieme di tanti colori che viaggiano uniti come un’unica onda elettromagnetica. Quando questa luce attraversa un prisma o le gocce d’acqua di un arcobaleno, ogni colore viene deviato in modo diverso in base alla sua lunghezza d’onda. Il rosso, con una lunghezza d’onda maggiore (circa 700 nanometri), si piega meno del violetto (circa 400 nanometri).

Perché avviene questo fenomeno? La risposta si trova nei fotoni, le particelle elementari della luce. Ogni fotone porta una certa quantità di energia e questo determina il colore che vediamo. I fotoni “blu” hanno più energia di quelli “rossi” – un concetto che avrebbe stupito anche gli scienziati di qualche secolo fa.

La scoperta di Newton: svelato l’arcobaleno nascosto

Nel 1666, durante la peste, il giovane Isaac Newton si isolò nella casa di famiglia. Usando un semplice prisma, fece passare un raggio di luce solare e proiettò sul muro quello che chiamò “spectrum” (dal latino “apparizione” o “fantasma”).

Newton dimostrò che la luce bianca non era pura come si credeva, ma composta da tutti i colori dell’arcobaleno. Una scoperta che cambiò la scienza del suo tempo!

Le righe misteriose: la scoperta di Fraunhofer

La vera rivoluzione arrivò nel 1814, quando l’ottico tedesco Joseph von Fraunhofer notò qualcosa di incredibile: lo spettro solare non era continuo, ma attraversato da centinaia di sottili linee scure, le “righe di Fraunhofer”.

Nel 1859, Gustav Kirchhoff e Robert Bunsen capirono che ogni elemento chimico riscaldato emette luce con uno spettro preciso, come una firma unica. Gli stessi elementi, se presenti nell’atmosfera del Sole, assorbono particolari lunghezze d’onda e creano proprio quelle righe scure individuate da Fraunhofer.

Il codice a barre delle stelle: scoprire la loro composizione

Questa scoperta rivoluzionò l’astronomia: le righe scure nello spettro solare erano causate dagli elementi nell’atmosfera del Sole che assorbono specifiche lunghezze d’onda. Gli scienziati potevano finalmente capire di cosa fosse fatto un corpo celeste anche a milioni di chilometri di distanza, semplicemente studiando la sua luce.

Nel 1868, l’astronomo francese Jules Janssen individuò l’elio nel Sole prima ancora che fosse scoperto sulla Terra. Il nome elio viene da “Helios”, il dio greco del Sole.

Come funziona l’analisi spettrale?

  1. La luce delle stelle passa attraverso uno spettroscopio, che la scompone nei suoi colori.
  2. Le righe di assorbimento (scure) o di emissione (luminose) formano schemi unici.
  3. Confrontando questi schemi con quelli noti degli elementi, si identifica la composizione delle stelle.
  4. L’intensità delle righe rivela anche la quantità relativa di ciascun elemento.

Curiosità che sorprendono

Sapevi che grazie all’effetto Doppler applicato agli spettri stellari siamo riusciti a capire che l’universo si sta espandendo? Quando una stella si allontana le sue righe spettrali si spostano verso il rosso (redshift), mentre quando si avvicina verso il blu (blueshift).

Gli astrónomi possono anche determinare, attraverso le righe spettrali, non solo la composizione chimica delle stelle ma anche la loro temperatura, pressione, il campo magnetico e addirittura se stanno ruotando!

L’eredità moderna: dalla tavola periodica agli esopianeti

Oggi l’analisi spettrale è essenziale per individuare gli esopianeti. Analizzando minuscole variazioni nello spettro di una stella, si possono scoprire pianeti invisibili che le orbitano attorno. Ancora più incredibile: durante il transito di questi pianeti davanti alla loro stella, si può analizzare la loro atmosfera e cercare biomarcatori – le impronte della vita.

La prossima volta che guarderai un arcobaleno o la luce scomposta da un prisma, ricorda: stai vedendo lo stesso fenomeno che ha aiutato l’umanità a svelare i segreti delle stelle e a capire da cosa è fatto l’universo. In quelle bande colorate c’è la storia degli elementi che compongono tutto ciò che ci circonda, compresi noi stessi.

Un arcobaleno non sarà mai più solo un bel fenomeno atmosferico, ma la chiave che ci permette di capire la nostra origine stellare.

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