Gli squali sono tra i predatori più affascinanti e temuti del nostro pianeta. Queste creature dominano gli oceani da oltre 450 milioni di anni, molto prima dei dinosauri. Ma lo sapevi che molti squali non possono permettersi il lusso di fermarsi? Letteralmente, non possono smettere di nuotare, nemmeno per dormire. Questa particolarità è legata al loro sistema respiratorio, un capolavoro evolutivo che merita di essere scoperto.
Due modi per respirare: chi deve nuotare e chi può stare fermo
Non tutti gli squali devono nuotare senza sosta. Esistono due metodi principali che usano per respirare:
- Respirazione RAM (ventilazione forzata): questi squali devono muoversi continuamente per far passare l’acqua attraverso le branchie.
- Respirazione buccale: altri squali possono pompare attivamente l’acqua sulle branchie usando i muscoli della bocca e della gola.
Specie come lo squalo bianco, il mako e il martello appartengono al primo gruppo. Se smettessero di nuotare, soffocherebbero. Al contrario, lo squalo tigre, lo squalo toro e lo squalo nutrice possono restare fermi sul fondo per ore, continuando a respirare grazie a speciali muscoli che pompano l’acqua sulle branchie.
Un’anatomia che impone il movimento
Perché questa differenza? Tutto dipende dall’anatomia. Gli squali che usano la respirazione RAM hanno branchie senza spiracoli, aperture che permetterebbero di far circolare l’acqua anche restando fermi. Inoltre, questi squali hanno corpi più idrodinamici e muscolosi, perfetti per il nuoto costante a bassa energia.
Le branchie degli squali sono strutture straordinariamente efficaci: riescono a estrarre fino al 70-80% dell’ossigeno presente nell’acqua che le attraversa, mentre i nostri polmoni prelevano solo circa il 25% dell’ossigeno che respiriamo!
Uno squalo mako nuota normalmente a circa 4-5 km/h, ma può raggiungere i 74 km/h quando insegue una preda. E tutto questo, mentre respira grazie al movimento!
Come dormono gli squali che non si fermano mai?
Ma come fanno a dormire se non possono fermarsi? La risposta è sorprendente: questi squali sono in grado di far riposare una metà del cervello alla volta, mentre l’altra metà resta sveglia per controllare le funzioni vitali e il nuoto. Questo fenomeno, chiamato “sonno unilaterale”, permette loro di continuare a muoversi anche mentre riposano.
Respirare negli abissi: adattarsi alla pressione
Nelle profondità oceaniche, dove l’ossigeno è poco e la pressione altissima, squali come il clandestino dei fondali (Hexanchus griseus) hanno sviluppato branchie più grandi e una rete di capillari più fitta, in modo da assorbire più ossigeno possibile.
Inoltre, il loro metabolismo è molto più lento rispetto agli squali di superficie, così hanno bisogno di meno ossigeno per vivere. Questo adattamento, unito a movimenti lenti ma costanti, permette loro di sopravvivere dove altri predatori non potrebbero farlo.
Un capolavoro affinato da milioni di anni
Il sistema respiratorio degli squali è il risultato di centinaia di milioni di anni di evoluzione. Questa necessità di muoversi ha modellato sia il loro corpo che il loro comportamento, rendendoli predatori instancabili.
È curioso pensare che animali così potenti abbiano una debolezza: non possono fermarsi mai. Ma è proprio questa caratteristica a renderli i perfetti cacciatori del mare, sempre attivi, sempre in cerca, sempre vivi nel loro mondo.
La prossima volta che penserai agli squali, ricorda che dietro quegli occhi freddi e quelle fauci affilate c’è una straordinaria macchina biologica, adattata alla perfezione alla vita marina, per cui fermarsi non è mai un’opzione.
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