Perché le vongole vivono fino a 500 anni: il segreto del loro metabolismo lento e la sfida all’invecchiamento negli abissi

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I longevi abitanti degli abissi: un mistero biologico

Nell’oscurità degli abissi marini si nasconde uno dei più straordinari esempi di longevità del regno animale. Alcune specie di bivalvi, come la vongola islandese, possono raggiungere l’incredibile età di 500 anni, superando di gran lunga la durata della vita umana e persino quella di molti alberi secolari.

L’Arctica islandica, conosciuta anche come quahog artico, detiene infatti il record di longevità tra gli animali. Un esemplare, soprannominato “Ming” (perché nato durante la dinastia cinese omonima), è stato datato scientificamente a ben 507 anni. Questo mollusco è rimasto silenzioso sul fondale dell’oceano mentre, sopra di lui, si svolgeva gran parte della storia moderna: dalla scoperta dell’America alla rivoluzione digitale.

Il segreto nascosto nelle profondità marine

Ma come fanno questi organismi apparentemente semplici a sopravvivere così a lungo? Il segreto sta in un metabolismo eccezionalmente lento, una vera e propria modalità “risparmio energetico” della natura.

Gli scienziati hanno osservato che le vongole longeve presentano:

  • Metabolismo basale molto basso: consumano energia a un ritmo fino a 100 volte inferiore rispetto ad altri animali di dimensioni simili
  • Grande efficienza energetica: ogni caloria viene sfruttata al massimo
  • Elevata resistenza alla carenza di ossigeno: sopportano lunghi periodi di scarsità senza danni

La scienza dietro la longevità abissale

A livello cellulare, il fenomeno è ancora più sorprendente. Le vongole centenarie hanno meccanismi di riparazione del DNA molto efficaci, che impediscono l’accumulo di mutazioni dannose. I loro telomeri — le estremità dei cromosomi che negli umani si accorciano con l’età — si consumano pochissimo anche dopo secoli di vita.

Un altro fattore essenziale è la stabilità delle proteine. Le proteine delle cellule di questi molluschi restano intatte e funzionanti per tempi lunghissimi, evitando così la formazione di sostanze tossiche che, in altri animali, contribuiscono alle malattie neurodegenerative e all’invecchiamento.

L’ambiente estremo come vantaggio evolutivo

Paradossalmente, è proprio l’ambiente difficile degli abissi a permettere questa straordinaria longevità. Le basse temperature rallentano naturalmente il metabolismo, mentre l’alta pressione mantiene stabili le molecole. Inoltre, vivendo dove il cibo è scarso, questi molluschi hanno imparato a sopravvivere con pochissima energia.

La vita nelle profondità marine è caratterizzata da:

  • Temperature sempre basse (2-4°C)
  • Pressione altissima (centinaia di atmosfere)
  • Pochi nutrienti
  • Quasi nessun predatore specializzato

Lezioni per la scienza dell’invecchiamento umano

Questi molluschi straordinari stanno fornendo preziosi indizi alla ricerca biomedica sull’invecchiamento. I ricercatori stanno studiando i loro geni per scoprire meccanismi che potrebbero aiutarci a rallentare l’invecchiamento umano o combattere malattie legate all’età.

Molto interessante è la loro capacità antinfiammatoria. L’infiammazione cronica è una delle cause principali dell’invecchiamento umano (“inflammaging”), ma le vongole centenarie sembrano aver sviluppato un sistema immunitario capace di controllare l’infiammazione per secoli.

Un paradosso evolutivo

La longevità eccezionale di questi molluschi resta un mistero evolutivo: perché investire così tante risorse nella sopravvivenza a lungo termine, quando la maggior parte delle specie punta su una rapida riproduzione? La risposta potrebbe stare nell’ambiente stabile delle profondità marine, dove sopravvivere a lungo è più vantaggioso che riprodursi rapidamente.

La prossima volta che osserverai una vongola, ricorda che dietro quel guscio così semplice si cela un sistema anti-invecchiamento che la natura ha perfezionato nel corso dei secoli: un organismo capace di attraversare le epoche con un segreto che la scienza sta solo iniziando a scoprire.

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