Come i serpenti vedono al buio grazie al calore e sentono senza orecchie

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Quando pensiamo alla parola vedere, ci vengono subito in mente gli occhi. Ma nel mondo animale esistono creature che percepiscono la realtà in modi sorprendentemente diversi dal nostro. Uno degli esempi più affascinanti è quello di alcuni serpenti, capaci di “sentire” il calore degli altri esseri viventi anche nel buio più totale. E la cosa più curiosa? Molti di loro non hanno orecchie esterne e vivono in un universo sensoriale che va ben oltre i limiti della percezione umana.

Per scoprire il loro segreto, bisogna addentrarsi nella biologia e nella fisica. Alcune famiglie di serpenti, come pitoni, vipere e boidi, possiedono delle strutture speciali chiamate fossette loreali o labiali. Si tratta di vere e proprie “antenne” naturali in grado di captare le radiazioni infrarosse emesse da corpi caldi. Non serve la luce: basta la presenza di un piccolo mammifero che si muove nella notte e, anche se resta immobile, il calore del suo corpo si propaga come onde invisibili. Queste onde raggiungono le fossette del serpente, che le trasformano in segnali elettrici inviati al cervello, formando una sorta di immagine termica mentale.

È un meccanismo simile a quello delle telecamere a infrarossi usate dai pompieri per vedere attraverso il fumo o dai militari per muoversi nell’oscurità. La differenza è che i serpenti perfezionano questo sistema da milioni di anni, senza alcun supporto tecnologico, sfruttando soltanto la loro straordinaria evoluzione biologica.

E le orecchie? Qui si svela un altro aspetto sorprendente: la maggior parte dei serpenti non possiede padiglioni auricolari come i nostri e nemmeno un timpano visibile. Nonostante ciò, sono in grado di “ascoltare” percependo le vibrazioni del terreno. Questo avviene grazie alla mandibola, che trasmette le vibrazioni a un piccolo osso collegato all’orecchio interno. È come se per loro il mondo fosse percepibile con due canali differenti: uno dedicato alla vista e al calore e uno legato alle vibrazioni, un po’ come se una persona vedesse con gli occhi e “sentisse” con i piedi.

Il bello è che il cervello del serpente integra tutte queste informazioni in un’unica immagine ricca di dettagli. Non percepisce il calore come noi vediamo i colori, ma fonde la vista normale con la percezione termica. Questo gli permette di cacciare con una precisione incredibile anche nel buio più fitto. Un pitone, ad esempio, riesce a distinguere la sagoma tridimensionale di un topo nella completa oscurità e a colpire con un errore di appena pochi centimetri, facendo affidamento quasi esclusivamente alla “visione termica”.

Queste incredibili capacità dimostrano che la percezione della realtà non è uguale per tutte le specie. Dove noi vediamo solo buio, loro distinguono sagome di calore; dove per noi regna il silenzio, loro colgono vibrazioni impercettibili. È come se vivessero in un mondo sovrapposto al nostro, invisibile ai nostri sensi, in cui fisica, biologia ed evoluzione lavorano insieme per creare soluzioni perfette. Un mondo che ci ricorda quanto la natura sia capace di invenzioni ingegnose e sorprendenti, progettate su misura per ogni creatura che lo abita.

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