Immagina di alzare gli occhi al cielo di Roma, o dell’Avana, e vedere immense tende di luce verde e rossa danzare come fiumi infuocati. Non è fantascienza: nel 1859 accadde davvero. In quel momento, la Terra fu colpita da una tempesta solare così potente da entrare nella storia come l’Evento di Carrington. Fu uno di quei momenti in cui la natura ci ricorda che, per quanto tecnologici, siamo ospiti su un pianeta governato dai capricci del Sole.
Ma cos’è una tempesta solare? Il Sole non è una lampadina tranquilla, ma un’immensa fornace di gas rovente e magnetismo. A volte, sulla sua superficie, appaiono delle zone più scure, le macchie solari, sintomo di campi magnetici estremamente intensi. Quando queste aree “esplodono”, scagliano nello spazio due cose: un lampo accecante di radiazioni, chiamato brillamento solare, e una gigantesca bolla di particelle cariche, definita espulsione di massa coronale (CME). Se questa nube investe il nostro pianeta, interagisce con il campo magnetico terrestre e scatena una tempesta geomagnetica. Le aurore iniziano a danzare ai poli, ma durante eventi estremi l’energia è tale da spingerle a latitudini inimmaginabili.
Il 1° settembre 1859, l’astronomo inglese Richard Carrington osservò con stupore una fiammata di luce bianchissima esplodere da un gruppo di macchie solari, un evento di una rarità assoluta. Meno di 18 ore dopo, la Terra fu travolta. Aurore boreali illuminarono i cieli di tutto il mondo, arrivando fino al Mediterraneo e ai Caraibi. Si racconta che a Roma la gente corse in strada, convinta che il Colosseo fosse in fiamme. A Cuba, testimoni affermarono di poter leggere il giornale in piena notte, rischiarati solo dalla luce spettrale dell’aurora. Era uno spettacolo maestoso e inquietante.
L’impatto più sconvolgente, però, riguardò la tecnologia più avanzata dell’epoca: il telegrafo. Le sue linee, fili metallici tesi per chilometri, si trasformarono in gigantesche antenne, assorbendo le correnti elettriche indotte dalla tempesta. Gli operatori presero violente scosse, in alcuni uffici la carta telegrafica si carbonizzò e scoppiarono piccoli incendi. Ma accadde anche l’impensabile: alcuni tecnici riuscirono a trasmettere messaggi staccando le batterie. Era l’energia della tempesta stessa a “dare corrente” alle linee, un assaggio terrificante della potenza del nostro Sole.
Cosa succederebbe oggi, in un mondo dipendente da reti elettriche globali e satelliti? Una tempesta come quella di Carrington sarebbe un colpo devastante. Le correnti indotte potrebbero friggere i grandi trasformatori delle centrali elettriche, componenti enormi, costosi e costruiti su misura, che richiederebbero mesi, se non anni, per essere sostituiti. Un blackout esteso potrebbe durare a lungo. I satelliti, vitali per comunicazioni e previsioni, andrebbero in tilt o verrebbero danneggiati. Il GPS perderebbe precisione, con conseguenze a catena su trasporti, logistica, agricoltura e persino sui sistemi finanziari, che si sincronizzano grazie agli orologi atomici a bordo. L’internet via fibra ottica è più resistente, ma i suoi nodi e le centrali di alimentazione restano vulnerabili. Non torneremmo all’età della pietra, ma affronteremmo un collasso di servizi senza precedenti.
Non è un’ipotesi remota. Nel 1989, una tempesta, molto più debole, causò un blackout di 9 ore in Québec. Nel 2003, durante le “tempeste di Halloween”, molte reti elettriche e satelliti subirono danni. E nel 2022, SpaceX ha perso decine di satelliti Starlink appena lanciati, a causa di un’eruzione solare che ha reso l’atmosfera più densa, trascinandoli verso il basso.
La buona notizia è che non siamo impreparati. Oggi monitoriamo il Sole 24 ore su 24 con una flotta di sonde spaziali come SOHO, STEREO, DSCOVR e telescopi gestiti da agenzie come NASA, ESA e NOAA. Questo ci dà un preavviso che va da poche decine di minuti a un paio di giorni, tempo sufficiente per agire. Le compagnie elettriche possono isolare i trasformatori più a rischio, gli operatori possono mettere i satelliti in modalità protetta e i governi possono preparare piani di emergenza. Non possiamo fermare una tempesta solare, ma possiamo proteggerci dalle sue conseguenze peggiori.
L’Evento di Carrington non è solo una storia affascinante, ma un potente monito. È la dimostrazione che il cielo, oltre a regalarci meraviglia, può scuoterci fin nelle fondamenta. Viviamo grazie al Sole, che ci riscalda e ci illumina, ma ogni tanto ci ricorda di essere una stella viva, potente e imprevedibile. Conoscere la sua forza, prepararci e rispettarla è il modo migliore per trasformare la paura in stupore e continuare a guardare l’universo con occhi pieni di meraviglia.
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