Quante ore di sonno sono necessarie a seconda dell’età: guida completa per un riposo ottimale

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Il sonno è uno dei pilastri della nostra salute ed è essenziale, tanto da occupare circa un terzo della nostra vita. Ma quante ore dovremmo davvero dormire? La risposta non è unica: i bisogni variano con l’età, in base ai cambiamenti fisici e cerebrali del nostro organismo.

Le fasi del sonno: un viaggio per mente e corpo

Prima di analizzare le ore necessarie a ogni età, è importante capire che il sonno non è sempre lo stesso. Durante la notte attraversiamo diverse fasi che si susseguono in cicli di circa 90 minuti:

  • Fase N1: Transizione dalla veglia al sonno, con i muscoli che iniziano a rilassarsi.
  • Fase N2: Sonno leggero, in cui la temperatura corporea scende e il battito rallenta.
  • Fase N3: Sonno profondo o “onde lente”, fondamentale per il recupero fisico.
  • Fase REM: Caratterizzata da movimenti oculari rapidi, è il momento dei sogni e del consolidamento della memoria.

Il fabbisogno di sonno nelle diverse fasi della vita

Secondo la National Sleep Foundation e recenti studi, ecco quante ore dovremmo dormire in base all’età:

Fascia d’età Ore di sonno raccomandate Motivazione biologica
Neonati (0-3 mesi) 14-17 ore Sviluppo cerebrale intenso e formazione delle connessioni neuronali
Lattanti (4-11 mesi) 12-15 ore Crescita rapida e sviluppo del cervello
Bambini piccoli (1-2 anni) 11-14 ore Maturazione del sistema nervoso
Bambini in età prescolare (3-5 anni) 10-13 ore Sviluppo delle abilità cognitive e motorie
Bambini in età scolare (6-13 anni) 9-11 ore Miglioramento dell’apprendimento e della memoria
Adolescenti (14-17 anni) 8-10 ore Cambiamenti ormonali e sviluppo cerebrale
Giovani adulti (18-25 anni) 7-9 ore Completamento della maturazione cerebrale
Adulti (26-64 anni) 7-9 ore Mantenimento delle funzioni cognitive e recupero fisico
Anziani (65+ anni) 7-8 ore Modifiche del ritmo circadiano e cambiamenti nella struttura del sonno

Perché i bambini hanno bisogno di dormire di più?

I numeri sono chiari: un neonato può dormire fino a 17 ore al giorno, mentre un anziano ne ha bisogno per poco meno della metà. In infanzia il cervello è in costante sviluppo e si formano migliaia di connessioni ogni secondo, richiedendo grandi quantità di energia.

Durante il sonno profondo, il flusso sanguigno cerebrale dei bambini può aumentare fino al 30% rispetto agli adulti, supportando questa intensa attività. Inoltre, il sonno REM rappresenta il 50% del totale nei neonati, contro il 20-25% negli adulti, ed è cruciale per lo sviluppo cognitivo.

L’adolescenza: quando la biologia sfida le abitudini sociali

Durante la pubertà il ritmo circadiano subisce un cambiamento: gli adolescenti tendono a restare svegli la sera e faticano ad alzarsi al mattino. Non si tratta di pigrizia, ma di un reale spostamento nella produzione della melatonina, l’ormone che regola il sonno.

Studi svolti presso l’Università di Stanford hanno evidenziato che costringere gli adolescenti a svegliarsi presto per andare a scuola va contro il loro orologio biologico naturale, provocando privazione cronica del sonno e compromettendo le capacità cognitive. Le scuole che hanno posticipato l’inizio delle lezioni hanno registrato miglioramenti nel rendimento scolastico e nella salute mentale degli studenti.

Gli adulti e il mito delle “5 ore di sonno”

Si sente spesso dire che alcune persone riescano a funzionare bene con sole 5 ore di sonno, ma la realtà è diversa. Meno dell’1% della popolazione possiede una rara mutazione nel gene DEC2 che consente di recuperare efficacemente il riposo con meno sonno.

Per la maggior parte di noi, dormire meno di 7 ore regolarmente porta a conseguenze come:

  • Diminuzione delle capacità cognitive, paragonabile a un tasso alcolemico di 0,8 g/l dopo 16 ore di veglia
  • Aumento del 45% del rischio di malattie cardiovascolari
  • Maggiore rischio di diabete tipo 2 a causa della compromissione della regolazione glicemica
  • Sbalzi negli ormoni della fame, come grelina e leptina, che possono favorire l’aumento di peso

La qualità supera la quantità: l’efficienza del sonno

Non conta solo quanto dormiamo, ma anche come dormiamo. Con l’età, l’efficienza del sonno, ovvero il tempo effettivo trascorso dormendo mentre siamo a letto, diventa fondamentale.

Gli anziani, pur avendo bisogno di meno ore, spesso sperimentano un sonno frammentato. Il sonno profondo (fase N3) scende dal 20% di un giovane adulto a meno del 5% oltre i 70 anni, motivo per cui molti anziani non si sentono riposati nonostante trascorrano molte ore a letto.

Curiosità scientifiche sul sonno

  • Record di veglia: Randy Gardner rimase sveglio per 11 giorni e 25 minuti nel 1964, manifestando alla fine deficit cognitivi, allucinazioni e paranoia.
  • Genetica del sonno: Circa il 10% della popolazione ha una predisposizione genetica che li porta ad essere “mattinieri” o “nottambuli”, rendendo difficile cambiare queste abitudini.
  • Il paradosso dei delfini: I delfini dormono con un solo emisfero cerebrale alla volta, così possono respirare e difendersi dai predatori.
  • Pulizia cerebrale: Durante il sonno, il cervello attiva il “sistema glinfatico”, un processo che rimuove le proteine tossiche accumulate, come la beta-amiloide legata all’Alzheimer. Questo sistema è fino a dieci volte più attivo mentre dormiamo.

Strategie per un sonno ottimale in ogni età

Per genitori di neonati e bambini

Stabilire una routine costante è fondamentale: un bagno caldo, una ninna nanna o una breve lettura possono inviare segnali al cervello per prepararsi al riposo. In questo caso, la regolarità è più importante dell’orario preciso.

Per adolescenti

Limitare l’esposizione alla luce blu degli schermi e dei dispositivi almeno 1-2 ore prima di dormire aiuta a non inibire la produzione di melatonina. Inoltre, un ambiente fresco (18-20°C) favorisce l’addormentamento.

Per adulti

Mantenere un orario fisso per andare a letto e svegliarsi, anche nei weekend, aiuta a stabilizzare il ritmo circadiano. L’esercizio fisico regolare migliora la qualità del sonno, ma è consigliabile evitarlo nelle 3-4 ore precedenti il riposo notturno.

Per anziani

L’esposizione alla luce naturale al mattino aiuta a sincronizzare l’orologio biologico. Limitare i sonnellini a massimo 30 minuti, e non dopo le 15:00, può migliorare la qualità del sonno notturno.

Conclusione: il sonno come medicina personalizzata

Il bisogno di sonno segue il nostro sviluppo: è elevato in infanzia per supportare la crescita, stabile in età adulta per mantenere le funzioni del corpo e leggermente ridotto in età avanzata, ma rimane essenziale. Considerare il sonno come un lusso o un tempo sprecato significa rinunciare a uno degli strumenti più potenti per la salute.

Come affermava il neuroscienziato Matthew Walker: “Il sonno è la migliore medicina creata dalla natura”. La scienza continua a confermare che questo stato, apparentemente passivo, è in realtà un processo attivo, rigenerante e perfettamente calibrato per le esigenze di ogni età.

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