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La Guerra dell’Orecchio di Jenkins: Quando un Piccolo Incidente nei Caraibi Accese il Conflitto tra Spagna e Gran Bretagna

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Un orecchio mozzato può davvero scatenare una guerra tra due imperi? Sembra l’inizio di un romanzo, eppure è la cronaca di quanto accadde nel Settecento tra Spagna e Gran Bretagna. Tutto ebbe inizio nel 1731, nelle acque ribollenti dei Caraibi. Il capitano britannico Robert Jenkins fu fermato da una nave della guardia costiera spagnola, impegnata a reprimere il contrabbando. L’ispezione divenne violenta. Secondo il drammatico racconto di Jenkins, il comandante spagnolo, per punirlo, gli tranciò di netto un orecchio, lanciandogli una minaccia: “Va’ a dire al tuo re che farò lo stesso a lui”. Jenkins non gettò via la macabra prova di quell’oltraggio: la conservò in una fiaschetta piena d’alcol, trasformandola in un simbolo di vendetta.

Per sette lunghi anni, quella storia rimase un aneddoto sussurrato nelle taverne e nei corridoi del potere, alimentando le già forti tensioni tra le due nazioni. La svolta arrivò nel 1738, quando Jenkins fu convocato davanti al Parlamento britannico. Portò con sé la sua reliquia. Anche se gli storici ancora discutono se l’orecchio sia stato fisicamente esibito o se la scena sia stata amplificata a dismisura dalla propaganda, l’effetto fu devastante. La storia del capitano mutilato accese l’opinione pubblica, fornendo un pretesto perfetto per chi voleva la guerra. L’onore della nazione era stato ferito e andava lavato col sangue.

In realtà, l’orecchio fu solo la scintilla che fece esplodere una polveriera già stracolma. Da decenni, Gran Bretagna e Spagna si contendevano il dominio dei commerci nelle colonie americane. Il trattato di Utrecht del 1713 aveva concesso ai britannici l’asiento, un lucroso contratto per la fornitura di schiavi africani alle colonie spagnole, e un permesso limitato per commerciare altre merci. Tuttavia, il contrabbando britannico era dilagante, aggirando i rigidi monopoli di Madrid. Le ispezioni spagnole, spesso brutali, erano viste a Londra come un affronto alla “libertà dei mari”, mentre Madrid le difendeva come un legittimo esercizio di sovranità.

Quando il racconto di Jenkins divenne di dominio pubblico, la fazione favorevole alla guerra ebbe la meglio. Nel 1739, la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Spagna, dando inizio a un conflitto che molto più tardi sarebbe passato alla storia come la Guerra dell’orecchio di Jenkins. Il primo successo britannico fu spettacolare: l’ammiraglio Edward Vernon conquistò la strategica città di Portobelo, in Panama, con appena sei navi, scatenando un’ondata di euforia patriottica in patria. Ma l’entusiasmo fu presto spento da una disfatta colossale. Il massiccio assedio di Cartagena de Indias nel 1741 si trasformò in un disastro. L’esercito britannico, decimato da malattie tropicali e dalla tenace resistenza spagnola guidata dall’ammiraglio Blas de Lezo, fu costretto a una umiliante ritirata.

La guerra non fu combattuta solo per mare. Nelle colonie del Nord America, il conflitto si svolse lungo il confine tra la Georgia britannica e la Florida spagnola. La battaglia di Bloody Marsh nel 1742 vide le forze britanniche respingere un’invasione spagnola, consolidando il controllo inglese sulla regione. Nel frattempo, in Europa, le ostilità si fusero con un conflitto ben più vasto, la Guerra di Successione Austriaca, trasformando lo scontro anglo-spagnolo in una pedina su una scacchiera globale.

E come finì? La pace ufficiale, siglata nel 1748, lasciò molte questioni irrisolte. I veri nodi commerciali vennero sciolti solo nel 1750 con un trattato fra Londra e Madrid, che mise fine all’asiento britannico in cambio di un indennizzo. L’orecchio di Jenkins, però, aveva compiuto la sua missione: era diventato un’immagine indelebile, un simbolo potente del pretesto che può nascondere le vere ragioni di una guerra.

Questa vicenda ci insegna una lezione fondamentale: dietro un singolo evento, per quanto drammatico, si celano spesso profonde tensioni economiche e politiche. L’orecchio del capitano Jenkins diede un volto umano e comprensibile a complesse dispute su rotte commerciali, monopoli, ambizioni imperiali e il disumano traffico di esseri umani. Fornì al popolo un motivo semplice e potente per cui indignarsi e combattere, nascondendo gli interessi ben più grandi che erano in gioco. Le guerre nascono quasi sempre da cause complesse, ma per scatenarle, a volte, basta un simbolo. Nel 1739, quel simbolo fu un orecchio conservato nell’alcol.

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