Sembra la trama di un film di spionaggio: un messaggio cifrato, una rete di cavi sottomarini, una stanza segreta piena di geni della crittografia e una rivelazione capace di cambiare le sorti del mondo. Eppure, è tutto vero. Nel 1917, nel cuore della Prima guerra mondiale, quello che oggi conosciamo come “Telegramma Zimmermann” divenne la scintilla che spinse gli Stati Uniti, fino ad allora neutrali, a gettarsi nel conflitto. Un singolo foglio di carta, poche righe in codice, ma con conseguenze per milioni di persone.
Un’Azzardo per Vincere la Guerra
All’inizio del 1917, la guerra devastava l’Europa da quasi tre anni. Gli Stati Uniti, protetti dall’Oceano Atlantico, restavano neutrali, seguendo una politica di isolazionismo. La Germania, però, era a un punto di svolta. Per strangolare la Gran Bretagna, decise di scatenare una guerra sottomarina senza restrizioni, affondando qualsiasi nave, anche di nazioni neutrali. Ma c’era un rischio enorme: provocare l’intervento americano. Per evitarlo, il Ministro degli Esteri tedesco, Arthur Zimmermann, concepì un piano tanto audace quanto disperato: distrarre gli USA con una guerra sul loro stesso continente.
Il 16 gennaio 1917, Zimmermann inviò un telegramma cifrato al suo ambasciatore a Città del Messico. La proposta era esplosiva: se gli Stati Uniti fossero entrati in guerra contro la Germania, il Messico avrebbe dovuto attaccarli. In cambio, la Germania prometteva un lauto sostegno economico e l’aiuto per “riconquistare” i territori perduti un secolo prima: Texas, Nuovo Messico e Arizona. Il piano suggeriva persino di coinvolgere il Giappone, un’idea quasi folle, per creare un’alleanza contro Washington.
Nella Stanza delle Spie: L’Intercettazione
Come poteva un messaggio così segreto essere scoperto? All’inizio della guerra, la marina britannica aveva compiuto una mossa strategica geniale: tagliare i cavi telegrafici sottomarini tedeschi. Questo costrinse la Germania a usare canali di comunicazione internazionali, che passavano, ironia della sorte, proprio attraverso la Gran Bretagna. Ad aspettare al varco c’era la “Room 40”, un’unità di intelligence top-secret della Marina britannica. Lì, un gruppo di crittoanalisti lavorava giorno e notte per decifrare le comunicazioni nemiche.
Il Telegramma Zimmermann fu intercettato e decifrato. Ma per i britannici si aprì un dilemma: come rivelare il contenuto agli americani senza che i tedeschi scoprissero che i loro codici erano stati violati? E senza ammettere di spiare le comunicazioni “neutrali”? Con un colpo da maestri del controspionaggio, l’intelligence britannica inscenò il ritrovamento di una copia del telegramma direttamente a Città del Messico, attraverso una fonte locale. In questo modo, poterono consegnare la “pistola fumante” a Washington fingendo di averla ottenuta in modo del tutto diverso.
La Bomba Esplode: L’America si Infiamma
Il 24 febbraio 1917, l’ambasciatore britannico presentò il telegramma decifrato al governo americano. Il presidente Woodrow Wilson e il suo staff rimasero sbigottiti. Era la prova inconfutabile che la Germania stava tramando contro la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Il 1° marzo, la notizia finì sui giornali di tutta America. L’effetto fu devastante. L’opinione pubblica, fino ad allora largamente contraria alla guerra, si infiammò di sdegno. A rendere il tutto ancora più clamoroso fu l’incredibile ingenuità di Zimmermann, che ammise pubblicamente l’autenticità del telegramma, convinto che fosse indecifrabile. Non era propaganda britannica: il complotto era reale.
La Goccia che Fece Traboccare il Vaso
Il telegramma non fu l’unica causa, ma fu la spinta decisiva. Nello stesso periodo, i sottomarini tedeschi avevano ripreso a colpire senza pietà, affondando diverse navi americane. L’indignazione per la perdita di vite umane, unita alla rabbia per il complotto tedesco, creò una tempesta perfetta. L’isolazionismo non era più sostenibile. Il 2 aprile 1917, Wilson si presentò al Congresso e chiese formalmente di dichiarare guerra alla Germania. Il 6 aprile, gli Stati Uniti entrarono ufficialmente nella Prima guerra mondiale.
E il Messico? Il presidente Venustiano Carranza, tutt’altro che sprovveduto, fece analizzare la proposta. I suoi generali conclusero che il piano era una follia: il Messico, stremato da una lunga rivoluzione, non aveva i mezzi per affrontare la potenza militare ed industriale degli Stati Uniti. La proposta tedesca fu garbatamente respinta.
Un Messaggio che Scrisse la Storia
L’ingresso degli Stati Uniti non garantì una vittoria immediata, ma spostò in modo decisivo l’equilibrio del conflitto. Portò risorse economiche immense, un flusso costante di soldati freschi e una potenza industriale che la Germania non poteva più eguagliare. Il Telegramma Zimmermann è la dimostrazione perfetta di come, in guerra, l’informazione possa essere un’arma potente quanto un esercito. Un cavo tagliato sul fondo dell’oceano, un gruppo di matematici in una stanza segreta a Londra e l’arroganza di un ministro cambiarono il corso del XX secolo. A volte, la storia non è fatta solo da battaglie e trattati, ma anche da un singolo, fatale, messaggio segreto.
Potrebbe interessarti:






