Le maschere da sub si trasformano in respiratori. La nuova idea dell’ingegnere che ha creato le valvole in 3D

Brescia e Bergamo, in questi giorni, si trovano letteralmente nell’occhio del ciclone, poiché sono le due province più colpite da questa emergenza sanitaria. Negli ospedali scarseggiano i posti letto e i medici, gli infermieri e tutte le persone che operano al loro interno stanno facendo dei turni di lavoro estenuanti e interminabili.

Nell’ospedale di Chiari, a Brescia, nei giorni scorsi stavano per terminare delle valvole necessarie per il funzionamento dei respiratori. Ma, grazie all’intuito di un team di esperti, tra cui Cristian Fracassi, in poche ore sono riusciti a stamparne diverse unità grazie ad una stampante 3D. Dopo questa grande impresa, il gruppo di ingegneri della Isinnova è stato contattato dal Dott. Renato Favero, il quale ha chiesto loro di dargli una mano per riuscire a superare una nuova sfida.

Di fatto, vista la grave crisi, si potrebbe andare incontro alla mancanza di altre apparecchiature fondamentali per la sopravvivenza dei pazienti. Così, il Dott. Favero ha chiesto agli ingegneri se fosse possibile riadattare delle maschere da snorkeling, per fare in modo che potessero sostituire le maschere C-PAP ospedaliere per la terapia sub-intensiva.

Il team di esperti si è messo al lavoro per cercare di capire se questo fosse fattibile e, dopo aver ricevuto da Decathlon il disegno CAD della maschera, sono riusciti a disegnare un nuovo raccordo da applicare al respiratore e lo hanno chiamato valvola Charlotte. Dopodiché, hanno realizzato le stampe in 3D di questo elemento e hanno testato il tutto presso il nosocomio di Chiari.

Dopo le prime prove, hanno potuto constatare che il loro prototipo funziona perfettamente e, vista l’emergenza, hanno deciso di condividere la loro scoperta con tutti gli addetti ai lavori. Tuttavia, affermano che si tratta di uno strumento da utilizzare solamente in situazioni di estrema difficoltà.

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