7 racconti brevi da leggere con i bambini

La lettura è fondamentale per lo sviluppo cognitivo dei bambini. Leggere storie aiuta i bambini ad essere più creativi e fantasiosi, perché stimola l’immaginazione e la curiosità. Inoltre, la lettura aiuta a sviluppare il linguaggio e aumentare la memoria, poiché i bambini imparano nuove parole e concetti durante la lettura. La concentrazione migliora anche perché i bambini devono concentrarsi sulla storia e seguire il filo del racconto. Infine, leggere con i propri genitori aiuta a rafforzare il rapporto genitore-figlio, poiché la lettura è un’attività che può essere condivisa e discussa insieme, stimolando la conversazione e la comprensione reciproca. In generale, la lettura è un’attività fondamentale per il benessere e la crescita dei bambini.

È compito dei genitori incoraggiare la passione per la lettura nei bambini, poiché non è un interesse innato. Una buona strategia per iniziare potrebbe essere quella di proporre alcuni racconti brevi e adatti all’età del bambino.

Le curiosità sulle favole: come la lettura aiuta lo sviluppo dei bambini

Racconti brevi da leggere con i bambini:

1# Un coniglio sulla strada

Daniel si divertiva in macchina con il suo fratellino minore Carlo. Erano in gita con i loro genitori e si stavano dirigendo verso il Lago Rosa, dove avrebbero nuotato nelle sue calde acque e dove avrebbero fatto volare i loro nuovi aquiloni. Sarebbe stata una gita indimenticabile, però, improvvisamente, la macchina si fermò bruscamente e Daniel sentì suo padre esclamare con voce roca: “Oh mio Dio, l’ho investito!”.

– “Chi, chi?”, chiese Daniel.

– “Non ti preoccupare”, rispose il padre. – “Non è niente”.

La macchina ripartì e la madre dei bambini accese la radio che stava trasmettebdo una bella canzone.

– “Cantiamo questa canzone”, disse la mamma guardando i bambini seduti sul sedile posteriore.

La mamma iniziò a canticchiare la canzone. Ma Daniel guardò fuori dal finestrino posteriore e vide un coniglio sdraiato sulla strada.

– “Ferma la macchina papà”, gridò Daniel. “Per favore, fermati”.

– “Perché?”, rispose il padre.

– “Il coniglio è rimasto sdraiato sulla strada!”, esclamò il bambino.

– “Lasciamolo lì”, disse la madre. “È solo un animale”.

– “No, no, fermati. Dobbiamo raccoglierlo e portarlo all’ospedale degli animali”. Esclamarono i due bambini che erano molto preoccupati e tristi.

– “Ok, va bene”, disse il padre, accorgendosi del suo errore.

Tornarono indietro e raccolsero il coniglio ferito. Tuttavia, durante il loro viaggio, una pattuglia della polizia li fermò per avvisarli che una grande roccia era caduta sulla strada e che non avrebbero potuto proseguire.

Decisero quindi di aiutare i poliziotti a rimuovere la roccia e, grazie alla solidarietà di tutti, riuscirono a liberare la strada e ad arrivare in tempo dal veterinario, dove curarono la zampa del coniglio. I genitori di Daniel e Carlo accettarono di portarlo a casa loro finché si fosse ripreso. E qualche settimana dopo tutta la famiglia andò a riportare il coniglietto nel bosco. Carlo e Daniel gli dissero addio con tristezza, ma sapendo che sarebbe stato più felice essendo libero.

2# Segreto pubblico

Greta, la figlia del sindaco, era una bambina molto curiosa. Voleva sapere sempre tutto, ma non sapeva mantenere nemmeno un segreto.

Di cosa parlavi con il Governatore?“, chiese un giorno a suo padre, dopo aver cercato di ascoltare una lunga conversazione tra i due uomini.

Stavamo parlando dell’orologio grande che domani, a mezzogiorno, installeremo nella piazza del comune. Ma è un segreto e non devi dirlo a nessuno“, le rispose l’uomo.

Greta promise di mantenere il segreto, ma il giorno dopo, all’ora stabilita, si presentò in piazza con tutti i suoi compagni di scuola per vedere l’installazione del nuovo orogologio. Tuttavia, fu molto sorpresa nel vedere che quell’orologio non esisteva affatto. Il sindaco aveva voluto dare una lezione a sua figlia ed effettivamente fu molto dura, poiché i ragazzi del paese si presero gioco di lei per diverso tempo. Nonostante questo, la lezione del padre servì a Greta per imparare a mantenere i segreti.

3# Il bambino e i chiodi

C’era un bambino che aveva un brutto carattere. Un giorno, suo padre gli diede una borsa piena di chiodi e gli disse che ogni volta che avesse perso la calma, avrebbe dovuto piantare un chiodo nella recinzione del cortile di casa. Durante il primo giorno, il piccolo piantò 45 chiodi. Il giorno successivo ne piantò un po’ meno e così via per il resto dei giorni. Il bambino capì che era più facile controllarsi piuttosto che dover piantare chiodi nella recinzione. Alla fine, ci fu un giorno in cui il bambino non perse mai la calma e corse dal padre felice di essere finalmente riuscito a controllare il suo temperamento. Il padre, molto contento e soddisfatto, gli suggerì di togliere un chiodo dalla recinzione per ogni giorno in cui avesse saputo controllarsi. I giorni passarono e quando il bambino terminò di togliere tutti i chiodi, andò dal padre per dirglielo.

Allora il padre prese il bambino per mano e lo portò alla recinzione dicendo:

Hai lavorato sodo per piantare e togliere i chiodi da questa recinzione, ma guarda tutti i buchi che sono rimasti. Non sarà mai più la stessa. Ciò che voglio dire è che quando parli o agisci con rabbia e malumore, lasci una cicatrice come questi buchi nella recinzione. Non importa quante volte chiedi scusa, la ferita rimarrà sempre lì. E una ferita fisica è come una ferita verbale. Gli amici, così come i genitori e tutta la famiglia, sono tesori da apprezzare. Ti sorridono e ti incoraggiano a migliorare. Ti ascoltano, condividono parole di conforto e hanno sempre il loro cuore aperto per te“.

Le parole del padre, così come l’esperienza vissuta con i chiodi, fecero riflettere il bambino sulle conseguenze del suo carattere.

4# La sepoltura del lupo

C’era una volta un lupo molto ricco, ma anche molto avaro. Non donò mai nulla a nessuno, nemmeno un po’ di ciò che gli avanzava. Tuttavia, quando diventò vecchio, seduto sulla porta di casa sua, iniziò a pensare alla propria vita.

Un giorno, un asinello che passava di lì gli chiese: “Vicino, potresti prestarmi quattro chili di grano?“. E il lupo gli rispose: “Te ne darò otto, se prometti di vegliare sulla mia tomba nelle tre notti successive alla mia sepoltura“.

Va bene“, disse l’asinello.

Pochi giorni dopo, il lupo morì e l’asinello andò a vegliare sulla sua tomba. Durante la terza notte, si unì a lui un’anatra che non aveva una casa. E insieme rimasero lì, quando, nel bel mezzo di una terribile folata di vento, arrivò un aquilotto che disse loro: “Se mi permetterete di prendere il lupo, vi darò una borsa piena d’oro“.

Se riempirai una delle mie scarpe, sarà sufficiente“, rispose l’anatra, che era molto astuta.

L’aquilotto se ne andò per poi ritornare subito con un grande sacco pieno d’oro, che iniziò a versare nella scarpa che l’astuta anatra aveva posizionato sopra ad una fossa. Poiché la scarpa non aveva la suola e la fossa era vuota, l’aquilotto non riuscì a riempirla del tutto e, per questo, decise di andare alla ricerca di tutto l’oro del mondo. Però, mentre cercò di attraversare un burrone con cento sacchi pieni d’oro appesi al suo becco, cadde rovinosamente a terra.

Amico asinello, ora siamo ricchi“, disse l’anatra.

La malvagità dell’aquilotto ci ha giovato. E ora, noi e tutti i poveri della città con cui condivideremo l’oro non avremo mai più bisogno di nulla“, disse l’asinello.

Così fecero e le persone del villaggio diventarono le più ricche del mondo.

5# Uga la tartaruga

Accidenti, tutto mi va male!“, diceva lamentandosi costantemente Uga, la tartaruga. E non lo faceva per nulla, di fatto, arrivava sempre in ritardo, era l’ultima a finire i suoi compiti, non vinceva quasi mai dei premi per la sua velocità e, per di più, era una dormigliona. “Questo deve cambiare!“, pensò un bel giorno, stufa che i suoi compagni del bosco la rimproverassero per la sua poca dedizione. Per questo, optò per non fare niente, neanche compiti semplici come accatastare le foglie secche cadute dagli alberi in autunno o rimuovere i sassolini dal sentiero.

Perché dovrei preoccuparmi di farlo se poi i miei compagni lo finiscono più in fretta? Meglio che mi dedichi a giocare e riposare“.

Non è una buona idea“, disse una formica. “Ciò che conta veramente non è fare il lavoro in tempo record, ma fare del tuo meglio, perché avrai sempre la soddisfazione di avercela fatta. Non tutti i lavori hanno bisogno di operai veloci. Ci sono lavori che richiedono più tempo ed impegno. Se non ci provi, non saprai mai di cosa sei capace e ti rimarrà sempre il dubbio di cosa sarebbe successo se avessi provato a farlo almeno una volta. È meglio provarci e non riuscirci, che non provarci affatto e vivere sempre con il rimorso. La costanza e la perseveranza sono buone alleate per raggiungere ciò che ci proponiamo, per questo ti consiglio di provarci. Potresti sorprenderti di ciò che sei capace di fare“.

Formica, hai ragione! Queste parole sono quello di cui avevo bisogno: mi serviva qaulcuno che mi aiutasse a capire il valore dello sforzo. Prometto che ci proverò“, disse la tartaruga.

Così, Uga, la tartaruga, iniziò a impegnarsi nei suoi compiti. Si sentiva felice con se stessa perché ogni giorno riusciva a realizzare quello che si era proposta, anche se era poco, poiché era consapevole di aver fatto tutto il possibile per riuscirci.

Ho trovato la mia felicità: ciò che conta non è fissarsi obiettivi grandi ed impossibili, ma completare tutti i piccoli compiti che contribuiscono a raggiungere traguardi più grandi“.

6# La carta e l’inchiostro

C’era un foglio di carta su un tavolo, accanto ad altri fogli uguali a lui, quando, ad un certo punto, una penna, imbevuta di inchiostro nero, lo macchiò completamente e lo riempì di parole.

Non potevi risparmiarmi questa umiliazione?” disse arrabbiato il foglio di carta all’inchiostro. “Il tuo nero infernale mi ha rovinato per sempre“.

Non ti ho sporcato“, rispose l’inchiostro. “Ti ho vestito di parole. Da ora non sei più un semplice foglio di carta, ma un messaggio. Custodisci il pensiero dell’uomo. Sei diventato qualcosa di prezioso“.
In quel momento, qualcuno che stava sistemando l’ufficio vide quei fogli sparsi e li raccolse per buttarli nel fuoco. Tuttavia, notò il foglio “sporco” di inchiostro e lo rimise al suo posto perché portava, ben visibile, il messaggio della parola. Poi, buttò il resto nel fuoco.

7# La gara delle scarpe da ginnastica

Alla fine il grande giorno arrivò. Tutti gli animali della foresta si alzarono presto perché era il giorno della grande corsa delle scarpe da ginnastica. Alle nove erano già tutti riuniti vicino al lago. C’era anche la giraffa, la più alta e bella della foresta. Ma era così presuntuosa che non voleva essere amica degli altri animali, così cominciò a prendersi gioco di loro:

Ah ah ah, rideva della tartaruga, perché era così bassa e lenta“.

Ah ah ah, rideva del rinoceronte, perché era così cicciottello“.

Ah ah ah, rideva dell’elefante per il suo naso tanto lungo“.

Poi, arrivò l’ora della partenza. La volpe indossava delle scarpe a righe gialle e rosse. La zebra indossava delle scarpe rosa con dei grandi fiocchi. La scimmia indossava delle scarpe verdi con dei puntini arancioni. La tartaruga indossava delle scarpe bianche come le nuvole. E quando fu il momento di iniziare la corsa, la giraffa si mise a piangere disperata, perché era troppo alta per riuscire ad allacciarsi le scarpe.

Qualcuno mi aiuti!“, gridò la giraffa.

Tutti gli animali la guardarono, poi la volpe andò a parlare con lei e le disse: “Ti prendevi gioco degli altri animali perché diversi da te. È vero, siamo tutti diversi, ma tutti abbiamo qualcosa di buono e possiamo essere amici e aiutarci quando ne abbiamo bisogno“.

Allora, la giraffa chiese scusa a tutti per essersi presa gioco di loro. Presto arrivarono le formiche, che si arrampicarono sulle sue scarpe per allacciare i lacci. Infine, tutti gli animali si posizionarono sulla linea di partenza. Pronti, partenza, via! Quando la corsa finì, tutti festeggiarono perché avevano guadagnato una nuova amica che aveva imparato il significato dell’amicizia.

12 favole brevi per bambini

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