Come si forma uno tsunami: guida scientifica alle cause e alle curiosità del fenomeno naturale

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Il meccanismo dietro la formazione degli tsunami

Gli tsunami sono tra i fenomeni naturali più potenti e affascinanti del nostro pianeta. A differenza delle onde normali, prodotte dal vento, gli tsunami nascono da spostamenti improvvisi di ingenti volumi d’acqua. Ma come avviene esattamente questo fenomeno?

Le cause principali: non solo terremoti

Molti pensano che gli tsunami derivino soltanto dai terremoti sottomarini, ma questi rappresentano circa l’80% dei casi. Le altre cause principali sono:

  • Terremoti sottomarini: quando una placca tettonica si solleva o si abbassa bruscamente, sposta enormi volumi d’acqua. I terremoti con magnitudo superiore a 7.0 sulla scala Richter e a profondità inferiori a 50 km sono particolarmente pericolosi.
  • Frane sottomarine: il crollo improvviso di grandi masse di sedimenti sui pendii oceanici sposta l’acqua, generando onde anomale.
  • Eruzioni vulcaniche: le eruzioni, sia sottomarine sia costiere, possono causare spostamenti d’acqua notevoli, come avvenuto con il vulcano Krakatoa nel 1883.
  • Impatti di meteoriti: sebbene estremamente rari, gli impatti di grandi meteoriti nell’oceano possono innescare tsunami di portata catastrofica.

La fisica degli tsunami: un’onda diversa dalle altre

La particolarità degli tsunami risiede nel modo in cui si propagano. Un disturbo sul fondale marino trasmette la sua energia a tutta la colonna d’acqua sovrastante. In acque profonde l’onda si presenta con un’altezza contenuta (spesso inferiore a un metro) ma con una lunghezza d’onda immensa, che può arrivare a centinaia di chilometri.

Questa configurazione permette allo tsunami di viaggiare a velocità straordinarie, fino a 800 km/h in acque profonde, paragonabili a quelle di un aereo a reazione. Quando l’onda entra in acque meno profonde, la velocità diminuisce e l’altezza aumenta, secondo il principio di conservazione dell’energia.

Curiosità scientifiche che non tutti conoscono

Alcuni fatti sorprendenti sugli tsunami:

  • Il termine “tsunami” deriva dal giapponese (津波) e significa letteralmente “onda del porto”, poiché gli antichi pescatori giapponesi trovavano porti devastati senza aver assistito a tempeste in mare aperto.
  • Prima dell’arrivo di uno tsunami, è comune osservare un ritiro anomalo del mare che espone centinaia di metri di fondale. Questo segnale, noto come drawback, è un importante segnale d’allarme.
  • Gli tsunami non sono onde singole, ma una serie di onde, e la prima non è sempre la più forte.
  • Possono attraversare interi oceani: lo tsunami generato dal terremoto del Cile nel 1960 ha percorso oltre 17.000 km, raggiungendo il Giappone in 22 ore.
  • In acque profonde, lo tsunami è quasi impercettibile per le navi, con un’altezza di pochi centimetri o decimetri.

La trasformazione dell’onda all’arrivo sulla costa

Quando uno tsunami si avvicina alla costa, subisce una notevole trasformazione. In acque profonde l’onda ha un’altezza minima e una lunghezza enorme, ma man mano che il fondale si fa più alto, la parte anteriore rallenta mentre quella posteriore continua a spingere, creando un effetto di compressione che aumenta drasticamente l’altezza dell’onda.

In alcune configurazioni costiere, questo fenomeno si amplifica ulteriormente. Baie a forma di V o conformazioni naturali simili possono concentrare l’energia dell’onda, provocando run-up (risalite) che superano i 30 metri, come avvenne durante lo tsunami di Lituya Bay in Alaska nel 1958, quando l’acqua raggiunse un’altezza record di 524 metri.

Sistemi di rilevamento e allerta: la tecnologia che salva vite

Oggi esistono strumenti avanzati per monitorare e prevedere gli tsunami:

  • Reti di sismografi che individuano immediatamente eventi sismici potenzialmente tsunamigeni.
  • Boe DART (Deep-ocean Assessment and Reporting of Tsunamis) che misurano le variazioni di pressione sul fondo oceanico.
  • Sistemi di allerta internazionali in grado di diffondere avvisi in pochi minuti.
  • Modelli computerizzati che simulano la propagazione delle onde e stimano i tempi di arrivo lungo le coste.

La ricerca continua a migliorare questi sistemi per aumentare il tempo di preavviso e ridurre i falsi allarmi. Nonostante i progressi tecnologici, la conoscenza e l’educazione del pubblico restano fondamentali: riconoscere i segnali naturali di uno tsunami imminente può fare la differenza tra la vita e la morte.

Comprendere la scienza degli tsunami non è solo affascinante, ma essenziale per sviluppare strategie efficaci di mitigazione. Questo fenomeno, pur essendo raro, rimane una delle forze naturali più potenti e impattanti, e la conoscenza è la nostra migliore difesa.

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