Cosa c’era prima del Big Bang Origini e teorie sull’inizio dell’universo

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Immagina di riavvolgere il tempo come fosse un vecchio nastro. Ogni istante che passa ci porta sempre più indietro: le stelle si contraggono, le galassie si avvicinano, i pianeti si dissolvono. Fino a raggiungere quel momento primordiale, circa 13,8 miliardi di anni fa, quando tutto ciò che esiste oggi era concentrato in un punto incredibilmente denso e caldo. Questo momento è ciò che conosciamo come Big Bang.

È naturale chiedersi: se il Big Bang è l’inizio di tutto, cosa c’era prima? La verità è che la scienza non ha ancora una risposta definitiva. Non è per mancanza di curiosità, ma perché le leggi della fisica che conosciamo smettono di funzionare se proviamo a descrivere ciò che avvenne prima di quell’istante.

Una delle difficoltà principali è che il Big Bang non è stato un’esplosione dentro lo spazio, ma la nascita dello spazio e del tempo stessi. Prima di esso, non esisteva un “vuoto” dove qualcosa potesse trovarsi, e nemmeno un “prima” in senso tradizionale. Secondo la teoria della relatività generale di Einstein, il tempo stesso è nato con il Big Bang: chiedere cosa c’era “prima” è come domandare cosa ci sia più a nord del Polo Nord.

Nonostante questo limite, la ricerca scientifica non si ferma. Esistono diverse ipotesi affascinanti. Una di queste è la teoria del rimbalzo cosmico (Big Bounce), che suggerisce un universo ciclico: nasce, si espande, poi collassa in un punto denso per riesplodere in un nuovo Big Bang. In questa visione, quello che noi chiamiamo “l’inizio” sarebbe soltanto uno degli innumerevoli cicli di morte e rinascita cosmica.

Un’altra ipotesi è quella del multiverso: il nostro universo sarebbe solo una “bolla” in un’enorme schiuma di universi, ognuno con le proprie leggi fisiche. In questo caso, il nostro “prima” potrebbe essere appartenuto a un universo completamente diverso, e il Big Bang non rappresenterebbe la nascita dell’intero cosmo, ma soltanto del nostro universo osservabile.

C’è poi l’idea della creazione quantistica dal vuoto. Nella fisica delle particelle, il vuoto non è mai completamente privo di energia: minuscole fluttuazioni quantistiche possono generare particelle e antiparticelle che appaiono e scompaiono in frazioni infinitesimali di secondo. Alcuni fisici ipotizzano che, in condizioni estreme, una di queste fluttuazioni possa aver dato origine a un intero universo.

Ciò che sappiamo con maggiore certezza è che dal primo minuscolo frammento di secondo possiamo descrivere gli eventi con precisione crescente: la rapidissima inflazione cosmica, la nascita delle prime particelle, la formazione degli atomi, e poi delle stelle e delle galassie. Ma quell’attimo iniziale resta avvolto da un mistero che è al tempo stesso scientifico e filosofico.

Forse il fascino sta proprio lì: nel non sapere perfettamente cosa c’era prima del tutto. Il nostro universo custodisce ancora segreti profondi, e ogni volta che la scienza fa un passo avanti, emergono nuove domande. Studiare il Big Bang significa esplorare le origini dello spazio e del tempo, spingersi ai limiti della nostra comprensione, e immaginare scenari che sfiorano la fantascienza, ma che potrebbero nascondere la verità sulla nascita di tutto ciò che conosciamo.

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