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La vera storia della mela di Newton e della nascita della legge di gravitazione universale

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La mela non colpì mai la testa di Newton, e la gravità non nacque in un istante. La storia vera è più semplice e, per questo, ancora più affascinante. Siamo nel 1666, in Inghilterra. A causa della peste, le università sono chiuse e il giovane Isaac Newton è tornato nella sua casa di Woolsthorpe. Un pomeriggio, mentre era in giardino, vide cadere una mela. Non fu un evento teatrale, nessuna esclamazione improvvisa. Fu un momento di curiosità profonda. Newton si chiese: perché la mela cade sempre verso il basso e mai di lato o verso l’alto? E, soprattutto, quella stessa forza che la attira potrebbe estendersi molto più in su, fino a raggiungere la Luna?

Quella domanda fu la scintilla di una rivoluzione scientifica. Newton ipotizzò che la stessa forza che fa cadere la mela attraesse anche la Luna. Ma allora perché la Luna non precipita sulla Terra? La risposta sta nel suo movimento. Immagina di lanciare un sasso: più lo lanci forte, più lontano cade. Se potessi lanciarlo con una forza tale da fargli “mancare” continuamente il suolo mentre la Terra curva sotto di lui, quel sasso non cadrebbe mai: entrerebbe in orbita. La Luna fa esattamente questo. È costantemente attratta dalla Terra, ma il suo veloce moto laterale la mantiene in un equilibrio perfetto, facendola girare intorno a noi. Quella forza è la gravità.

Newton non scoprì tutto in un pomeriggio. Trasformare quell’intuizione in una legge matematica precisa richiese anni di lavoro. Calcolò che la forza di gravità diminuiva con il quadrato della distanza: raddoppiando la distanza, la forza si riduce a un quarto; triplicandola, a un nono. Inizialmente, i calcoli non tornavano a causa di dati imprecisi sulla dimensione della Terra. Ma quando nuove misurazioni corressero quegli errori, il quadro si incastrò perfettamente.

Nacque così la sua legge di gravitazione universale, un’idea sconvolgente: ogni cosa nell’Universo attira ogni altra cosa. Non solo la Terra e la mela, ma il Sole e i pianeti, tu e la sedia su cui sei seduto, due stelle lontanissime tra loro. La forza dipende dalla massa degli oggetti e dalla loro distanza. Prima di lui, si credeva che le leggi del cielo e quelle della Terra fossero diverse. Newton le unificò, dimostrando che gli stessi principi governano la caduta di un frutto e l’orbita ellittica dei pianeti, il ciclo delle maree e il ritorno delle comete.

Un dettaglio curioso e spesso trascurato è che Newton non raccontò la storia della mela nei suoi scritti scientifici. La menzionò solo anni dopo, in conversazioni private con amici come William Stukeley. L’albero, di una rara varietà chiamata “Flower of Kent”, è ancora oggi un simbolo a Woolsthorpe. La mela, quindi, è il vero punto di partenza, ma l’idea non fu un colpo di genio isolato. Fu l’inizio di un lavoro titanico, culminato nel 1687 con la pubblicazione dei Principia, il libro che riscrisse le fondamenta della fisica.

Il suo non fu un percorso solitario. Altri scienziati, come Robert Hooke, avevano già intuito che una forza attrattiva diminuisse con la distanza, ma non erano riusciti a dimostrarlo matematicamente. Fu l’amico e astronomo Edmond Halley a spingere Newton a pubblicare i suoi risultati, sostenendolo anche economicamente. La scienza è anche questo: un dialogo di idee, un confronto continuo che costruisce la conoscenza.

Ma perché questa scoperta cambiò il mondo? Per tre ragioni fondamentali:

  • Ha unificato cielo e Terra. Con Newton, le leggi della natura diventarono finalmente universali. Un sasso che cade e un pianeta che orbita obbediscono allo stesso principio fondamentale.
  • Ha reso la scienza potentemente predittiva. La sua legge non solo spiegava il passato, ma permetteva di prevedere il futuro. Grazie ad essa, Halley predisse il ritorno della sua cometa e oggi noi lanciamo satelliti, inviamo sonde su Marte e usiamo il GPS.
  • Ha aperto la strada alle teorie successive. Secoli dopo, Einstein perfezionò la visione di Newton con la Relatività Generale, ma per la vita di tutti i giorni e gran parte delle applicazioni, dalla costruzione di un ponte a un viaggio in orbita, la gravità di Newton funziona ancora alla perfezione.

Cosa ci insegna, allora, la vera storia della mela? Che le più grandi scoperte nascono da una domanda semplice. Che osservare un evento comune può aprire una porta sull’Universo, se ci si ferma a chiedere “perché”. La mela non fece nascere la gravità; essa c’era da sempre. Fece nascere una nuova comprensione, capace di collegare il gesto quotidiano di una caduta con la danza dei pianeti. È proprio in questo ponte tra l’ordinario e l’immenso, tra la mela e la Luna, che si nasconde la vera magia della scienza.

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