Come fanno i gufi a ruotare la testa fino a 270 gradi? Ecco il segreto della loro anatomia e dei vasi sanguigni

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Se hai mai osservato un gufo girare la testa, probabilmente sei rimasto affascinato dalla sua incredibile capacità di ruotarla quasi completamente. Mentre gli esseri umani possono ruotare la testa di circa 90 gradi in ciascuna direzione, i gufi arrivano fino a 270 gradi: quasi un giro completo! Ma come fanno a compiere questo movimento senza danneggiare i vasi sanguigni o subire lesioni al midollo spinale?

Un’anatomia unica

La risposta si trova in una serie di adattamenti anatomici sviluppati in milioni di anni. Ricercatori della Johns Hopkins University hanno studiato da vicino questa straordinaria capacità, svelandone i segreti.

Collo flessibile: il sistema vertebrale

Il gufo ha 14 vertebre cervicali, il doppio rispetto all’essere umano che ne ha 7. Questo offre un’enorme flessibilità, ma c’è di più:

  • Le superfici delle articolazioni tra le vertebre sono più ampie del normale.
  • Ogni vertebra ha piccole cavità che permettono una maggiore estensione.
  • Le connessioni tra le vertebre consentono una rotazione più ampia del collo.

Il ruolo dei vasi sanguigni

Il vero segreto è nel sistema circolatorio. Se una persona provasse a ruotare la testa come fa un gufo, rischierebbe di rompere le arterie vertebrali o di causare coaguli pericolosi. I gufi, invece, hanno sviluppato eccezionali adattamenti:

  • Vasi sanguigni dilatati alla base del collo che funzionano come riserve di sangue durante la rotazione.
  • Anastomosi, ovvero connessioni tra i vasi che permettono al sangue di fluire anche se alcuni vasi vengono compressi.
  • Le arterie entrano nei fori delle vertebre in punti più distanti rispetto agli esseri umani, riducendo il rischio di stiramento o restringimento.
  • I canali ossei sono molto più ampi, permettendo ai vasi di muoversi senza venire schiacciati.

Un’evoluzione necessaria

A differenza degli esseri umani, i gufi hanno occhi fissi e tubolari che non possono muovere di lato. Per compensare questa rigidità, e per cacciare di notte con precisione sfruttando anche l’udito, è stato fondamentale sviluppare un collo estremamente flessibile.

Inoltre, l’udito acuto dei gufi richiede una precisa direzione della testa verso i suoni per localizzare le prede anche dove la vista non basta.

Spunti per la medicina

Studiare questa particolare anatomia non è solo una curiosità. Comprendere come i gufi evitano danni ai vasi sanguigni durante i movimenti estremi del collo può ispirare nuove soluzioni per trattare traumi cervicali o malattie cerebrovascolari negli esseri umani.

La prossima volta che vedrai un gufo ruotare la testa, ricordati che stai osservando uno dei più sorprendenti risultati dell’evoluzione: un sistema perfetto che continua a ispirare la scienza moderna.

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