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Gli anelli degli alberi e il clima: la dendrocronologia che svela la storia della Terra

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Gli alberi sono molto più di semplici elementi del paesaggio. Silenziosi e apparentemente immobili, custodiscono al loro interno una memoria antica, incisa in una forma che non ha bisogno di parole: i loro anelli di accrescimento. Questi cerchi concentrici, invisibili a uno sguardo distratto, sono preziosi archivi naturali per gli scienziati che vogliono conoscere il passato della Terra. Ogni tronco è come un diario scritto anno dopo anno, capace di raccontare come cambiava l’ambiente attorno a sé.

La scienza che studia questi anelli si chiama dendrocronologia, un termine nato dalla combinazione di parole greche che significano “albero”, “tempo” e “studio”. Il funzionamento di questo meccanismo naturale è affascinante: ogni anno un albero crea un nuovo strato di legno nella zona sotto la corteccia. In primavera e estate, la crescita è più rapida e le cellule formano una parte chiara dell’anello; in autunno, la crescita rallenta e le cellule diventano più piccole e compatte, creando una parte scura. L’alternanza tra chiaro e scuro rappresenta un anno di vita.

La larghezza di ciascun anello è una vera e propria firma climatica. Negli anni favorevoli, con clima mite e piogge regolari, l’anello risulta largo: l’albero ha avuto risorse abbondanti per crescere. Negli anni difficili, con siccità o gelate, l’anello è più sottile perché la pianta ha dovuto risparmiare energie. Studiando la sequenza di anelli, gli esperti possono ricostruire periodi di abbondanza o di scarsità d’acqua, e persino individuare eventi estremi come incendi o eruzioni vulcaniche che hanno condizionato il clima.

Questa capacità rende alcune specie, come le sequoie giganti americane o i pini bristlecone, veri archivi viventi: molti esemplari superano i 4.000 anni di età. Analizzando alberi vivi, tronchi antichi o resti di legno conservati nei sedimenti, i ricercatori costruiscono cronologie climatiche che si estendono per millenni, molto prima dell’invenzione degli strumenti di misura meteorologici.

I dati ottenuti con la dendrocronologia non sono solo curiosità storiche. Confrontando le informazioni del passato con quelle di oggi, si possono distinguere i cambiamenti naturali da quelli provocati dall’uomo. Gli anelli hanno aiutato a confermare fenomeni come la Piccola Era Glaciale, tra il XIV e il XIX secolo, quando gran parte del pianeta visse un raffreddamento che influì sull’agricoltura, sulla pesca e sulle comunità umane.

La dendrocronologia è anche un ponte tra discipline. Gli archeologi la usano per datare antichi reperti in legno con grande precisione. Biologi, climatologi e geologi sfruttano gli stessi dati per seguire i movimenti delle masse d’aria, capire la formazione delle correnti oceaniche del passato o mappare eventi come la diffusione di malattie delle piante.

Ogni albero è, in un certo senso, un testimone silenzioso. I suoi anelli, se letti con attenzione, sussurrano storie che attraversano secoli e continenti: racconti di piogge abbondanti, di estati torride, di inverni rigidi e di tempeste devastanti. Dietro un semplice tronco si nasconde un archivio vivente che ci parla del clima, della storia e dei cambiamenti della Terra. Basta sapere come ascoltare queste voci mute, e il passato, inciso nel legno, si rivelerà davanti ai nostri occhi.

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