1756911677650_QgX44Oeo

Pesci che si illuminano al buio il mistero della bioluminescenza e dei batteri luminosi negli abissi marini

Condividi l'articolo

Immagina di immergerti nelle profondità dell’oceano, dove la luce del sole non riesce più a penetrare. Intorno a te regna un buio assoluto… finché, all’improvviso, nel silenzio blu, appare un bagliore verde, blu o rosso, come un piccolo faro vivente. Alcuni pesci possiedono questa straordinaria capacità: illuminarsi al buio. Ma come è possibile? Il segreto sta in un’alleanza sorprendente tra gli animali e minuscoli batteri luminosi.

La capacità di produrre luce si chiama bioluminescenza. Negli oceani è un fenomeno molto diffuso: dai minuscoli organismi planctonici alle meduse, dai calamari ad alcune specie di squali. Nei pesci luminescenti, il bagliore non proviene solo dal loro corpo, ma spesso è il risultato della presenza di batteri bioluminescenti che vivono in simbiosi con loro.

Questi batteri producono luce attraverso una reazione chimica naturale. All’interno delle loro cellule avviene l’interazione tra una molecola chiamata luciferina e un enzima noto come luciferasi. Quando si aggiunge ossigeno a questo processo, si generano fotoni, ovvero particelle di luce. Il colore della luce può variare in base al tipo di luciferina, alla struttura dell’enzima e persino alla profondità in cui vive l’organismo, poiché la luce si comporta in maniera diversa sott’acqua.

Ma perché un pesce dovrebbe voler brillare? Le ragioni sono molte e affascinanti. Alcuni lo fanno per mimetizzarsi: a certe profondità, proiettare luce verso il basso li aiuta a confondersi con il tenue chiarore proveniente dalla superficie, rendendoli invisibili ai predatori che osservano dal basso. Altri usano la luce per comunicare con i propri simili, soprattutto durante la riproduzione. Alcuni predatori, invece, impiegano la luce come esca, attirando piccole prede curiose, proprio come fa il celebre anglerfish, il pesce con un’antenna luminosa davanti alla bocca.

Per i batteri, l’accordo è vantaggioso: il pesce offre loro un rifugio sicuro e un flusso costante di nutrienti; in cambio, i batteri forniscono luce quando serve. Molti pesci possiedono organi specializzati chiamati fotofori, piccole “lampadine” naturali collocate sulla pelle o vicino agli occhi, dove i batteri trovano la loro casa. In alcune specie, i pesci possono persino “spegnere” la luce, coprendo i fotofori con tessuti o palpebre, come se abbassassero una tenda.

È importante distinguere la bioluminescenza dalla fluorescenza: nella prima, la luce è prodotta direttamente da una reazione chimica; nella seconda, la luce esterna viene assorbita e poi riemessa a una lunghezza d’onda diversa. Alcuni pesci possiedono entrambe le capacità, dando vita a scenari luminosi spettacolari.

Lo studio di questi organismi e dei loro batteri ha anche risvolti pratici per l’uomo. Gli scienziati stanno sviluppando biosensori medici, metodi per il rilevamento dell’inquinamento e sistemi di illuminazione sostenibile ispirati a questi processi naturali. Il mondo sommerso, avvolto nell’oscurità, nasconde dunque un universo fatto di bagliori viventi, piccole lanterne biologiche che danzano nelle correnti oceaniche, trasformando la chimica in pura magia visiva.

Potrebbe interessarti:

Torna in alto