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Effetto Tetris e sindrome da videogiochi ripetitivi spiegati dalla scienza

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Ti è mai capitato, dopo una lunga partita a Tetris, di guardare gli scaffali della cucina e immaginare come incastrare le scatole di cereali e i pacchi di pasta? O di fissare un muro e vederlo scomporsi in blocchi a forma di L e T? Non è una semplice suggestione, ma un fenomeno psicologico reale: l’Effetto Tetris. Succede quando il cervello, dopo essersi concentrato a lungo su un compito ripetitivo, continua a proiettare quello stesso schema sul mondo che ti circonda, anche a gioco finito.

Questo glitch mentale è la prova di quanto il nostro cervello sia bravo a imparare. Giocando a Tetris per ore, la mente si ottimizza, impara a riconoscere schemi e automatizza le soluzioni. È nella fase di ipnagogia, quella zona magica tra la veglia e il sonno, che l’effetto si manifesta con più forza: lampi di immagini, pezzi colorati che cadono, spazi vuoti che chiedono di essere riempiti. Ma non è solo un’esperienza notturna. Durante il giorno, possiamo ritrovarci a sistemare la spesa, riordinare la scrivania o guardare un palazzo come se stessimo giocando, perché il cervello continua a eseguire l’algoritmo che ha appena imparato a fondo.

La scienza ha dimostrato che è tutto vero. In uno studio, persone che non avevano mai giocato a Tetris hanno iniziato a vedere immagini dei blocchi mentre si addormentavano, già dopo poche sessioni. La scoperta più incredibile, però, riguarda alcuni pazienti con amnesia grave. Pur non ricordando di aver mai giocato, descrivevano comunque le stesse visioni ipnagogiche. Questo dimostra che la memoria procedurale (il “saper fare”) è indipendente dalla memoria dichiarativa (il ricordo dell’evento). Il cervello impara e ripete un automatismo, anche se la nostra coscienza non sa perché.

Ma l’Effetto Tetris non riguarda solo i videogiochi. È una finestra su come funziona l’apprendimento. Chi passa ore su un puzzle può iniziare a vedere incastri ovunque. Un programmatore può continuare a vedere righe di codice anche a occhi chiusi. Un musicista può sentire una melodia ripetersi in loop nella testa. È lo stesso principio che vale per i fotografi che inquadrano mentalmente scene di vita quotidiana o per chi lavora in magazzino e continua a organizzare oggetti con lo sguardo. La mente è una macchina che cerca schemi per rendere il mondo prevedibile. È efficientissima, ma a volte si “incanta” sull’ultimo schema che le abbiamo insegnato.

Una delle scoperte più affascinanti è che Tetris è stato usato in alcuni studi come “interferenza visuospaziale” per ridurre l’impatto di ricordi traumatici o pensieri ossessivi. Giocare per pochi minuti dopo un evento stressante, o durante un forte desiderio (come quello di fumare), può “occupare” le risorse mentali che altrimenti alimenterebbero quelle immagini negative. Non è una cura miracolosa, ma dimostra quanto un semplice gioco possa influenzare attivamente ciò che pensiamo.

È importante chiarire che l’Effetto Tetris non è un’allucinazione né un disturbo. È un residuo innocuo e temporaneo dell’apprendimento, che compare quando un’attività è intensa, visiva e ripetitiva. Di solito svanisce in poche ore o giorni, man mano che il cervello sposta la sua attenzione su altro.

Perché accade? I neuroni che usiamo per riconoscere e ruotare le forme si attivano così tante volte insieme da creare una scorciatoia, un legame fortissimo. Il nostro cervello ama anticipare la realtà, e se ha appena trovato un trucco efficace per ordinare il caos, tende a riutilizzarlo ovunque. È come se, durante il sonno, continuasse ad allenarsi da solo per diventare ancora più bravo.

Se questo effetto ti dà fastidio, ci sono modi semplici per gestirlo:

  • Alterna le attività: Passa da un compito visivo a uno fisico o uditivo per “spezzare” lo schema.
  • Fai delle pause: Usa la regola del 20-20-20. Ogni 20 minuti, fissa per 20 secondi un oggetto a 20 piedi (circa 6 metri) di distanza.
  • Esci all’aperto: Osservare le forme irregolari e complesse della natura aiuta il cervello a “resettarsi” dai pattern geometrici.
  • Dormi a sufficienza: Un buon sonno non solo consolida ciò che abbiamo imparato, ma ripulisce anche la mente dagli “eccessi” cognitivi.

L’Effetto Tetris, in fondo, è un promemoria affascinante: siamo macchine che imparano da ciò che fanno. Lo stesso meccanismo che ci fa vedere blocchi ovunque è quello che ci permette di imparare a suonare uno strumento, parlare una nuova lingua o padroneggiare una professione. È un piccolo, meraviglioso sguardo dietro le quinte di un cervello che non smette mai di giocare, anche quando lo schermo è spento.

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