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Turritopsis dohrnii la medusa immortale che ringiovanisce per sfuggire alla morte

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Immagina una creatura che, di fronte alle difficoltà della vita, preme un tasto per riavvolgere il tempo. Non fugge, non si nasconde: semplicemente, ringiovanisce. Questa è la storia di Turritopsis dohrnii, conosciuta come la medusa immortale. Non è invulnerabile, ma possiede un meccanismo biologico unico. Quando è ferita, affamata o semplicemente troppo vecchia, invece di morire, può tornare al suo stadio infantile, il polipo, e ricominciare il suo ciclo vitale da capo.

Come è possibile? Generalmente, la vita delle meduse si svolge a senso unico. Nascono come polipi, piccoli organismi simili a fiori ancorati al fondale. crescendo, questi polipi generano le meduse adulte, le forme a campana che nuotano libere nell’acqua. Una volta adulte, invecchiano e muoiono. Ma per Turritopsis dohrnii, il tempo può invertire la sua direzione.

Quando questa piccola medusa affronta uno stress estremo — che sia una ferita, la fame o un drastico cambio di temperatura — le sue cellule attivano un processo straordinario chiamato transdifferenziazione. Dietro questa parola complessa si nasconde un’idea incredibile: cellule già specializzate cambiano la loro funzione, trasformandosi in tipi di cellule completamente diversi. È come se una cellula della nostra pelle potesse diventare, all’occorrenza, una cellula nervosa o muscolare. Grazie a questa metamorfosi al contrario, l’intera medusa si riorganizza: la campana si ritrae, si trasforma in una sorta di “cisti” e si deposita sul fondale, da cui rinasce un nuovo polipo. Da quel polipo, in futuro, germoglieranno altre meduse. In pratica, è la farfalla che torna a essere bruco per non morire: in natura, questo miracolo esiste davvero.

Questa abilità, nota come reversione del ciclo vitale, è stata documentata per la prima volta in laboratorio alla fine degli anni ’90. In condizioni controllate, quasi tutte le meduse esaminate sono riuscite a ringiovanire se sottoposte a uno stress. Anche se osservare il processo in mare aperto è difficile, il successo di Turritopsis dohrnii è evidente. Originaria del Mediterraneo, oggi si è diffusa in quasi tutti gli oceani, probabilmente trasportata dalle acque di zavorra delle navi, un passeggero clandestino alla conquista del mondo.

Ma perché definirla “immortale”? Gli scienziati parlano di immortalità biologica potenziale. Ciò significa che, se non viene mangiata da un predatore o uccisa da una malattia, questa medusa può, in teoria, ripetere il suo ciclo all’infinito, sfuggendo alla vecchiaia. Tuttavia, non è invincibile: pesci e altre creature marine rappresentano una minaccia costante. La sua è un’abilità eccezionale, non una garanzia di vita eterna.

Osservarla da vicino è come ammirare un gioiello in miniatura. La sua campana misura solo pochi millimetri ed è quasi trasparente, con un piccolo stomaco rosso vivo che pulsa al centro. La sua dimensione ridotta l’ha resa a lungo invisibile, un segreto nascosto nel plancton degli oceani.

Cosa ci insegna Turritopsis dohrnii? Ci dimostra che il corpo non è una struttura rigida, ma possiede una plasticità straordinaria. Mentre le nostre cellule hanno un destino quasi sempre segnato, questa medusa può riprogrammare il suo intero organismo. Capire i meccanismi di questo processo è una delle frontiere più affascinanti della biologia, un potenziale tesoro per la medicina rigenerativa e lo studio dell’invecchiamento.

È importante notare che non è l’unica creatura con un rapporto speciale con la longevità. Le idre, ad esempio, sembrano non invecchiare, mentre i vermi planari possono rigenerare intere parti del corpo. La sua unicità, però, sta nella capacità di invertire un ciclo complesso a livello dell’intero organismo, passando da adulto a neonato.

Questa piccola medusa ci offre una lezione profonda. La natura non procede solo per linee rette, ma anche per cerchi e spirali. Dove noi vediamo un inizio e una fine, lei disegna un anello di ritorno. Non è magia: è biologia all’ennesima potenza, perfezionata da miliardi di anni di evoluzione.

Nel silenzio del mare, una creatura grande come un granello di pioggia compie un gesto che sfida la nostra logica: anziché morire, ricomincia. E in quel ricominciare c’è tutto il fascino di una scienza che, osservando i dettagli più piccoli, apre domande grandi come l’oceano.

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