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Macropinna microstoma il pesce degli abissi con la testa trasparente e gli occhi rotanti

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Nelle profondità più remote dell’oceano, dove il buio è quasi assoluto e la luce del sole è solo un vago ricordo, vive una creatura che sembra uscita dalla fantasia di un regista di fantascienza: il Macropinna microstoma. Conosciuto anche come pesce dagli occhi a botte (barreleye in inglese), questo piccolo abitante degli abissi è celebre per una caratteristica che lo rende unico: una testa completamente trasparente, una sorta di cupola piena di fluido attraverso cui i suoi occhi possono osservare il mondo e, incredibilmente, ruotare.

A un primo sguardo, il suo aspetto inganna. Quelle che sembrano due macchie scure frontali, simili a occhi, sono in realtà i suoi organi olfattivi. I veri occhi sono due spettacolari sfere verdi e luminose, posizionate all’interno della testa e rivolte solitamente verso l’alto. Sono occhi a tubo, ipersensibili, progettati per un unico scopo: catturare anche il più flebile barlume di luce e individuare le sagome delle prede che nuotano sopra di lui, nella cosiddetta zona crepuscolare dell’oceano.

La vera magia, però, sta nel movimento. A differenza di quasi ogni altro animale, il Macropinna non ha occhi fissi. Quando individua un potenziale pasto, può ruotare i suoi occhi in avanti, guardando letteralmente attraverso la propria “faccia” trasparente per calcolare con precisione millimetrica la distanza. Immagina un sottomarino che scruta la superficie con il periscopio e, al momento dell’attacco, lo abbassa per puntare dritto al bersaglio. Questa abilità gli permette di passare da una visione di sorveglianza a una visione di caccia in un istante.

Ma perché una testa così bizzarra? A profondità comprese tra i 600 e i 1.000 metri, la vita è una sfida estrema. Lo scudo gelatinoso che protegge gli occhi ha due funzioni vitali. Prima di tutto, è una barriera difensiva: protegge i sensibilissimi occhi dalle cellule urticanti dei sifonofori, creature coloniali da cui il Macropinna spesso ruba il cibo rimasto impigliato nei loro tentacoli. In secondo luogo, funziona come un parabrezza cristallino, garantendo un campo visivo perfetto, privo di turbolenze e distorsioni.

E quel verde smeraldo negli occhi? Non è un vezzo estetico, ma un’incredibile tecnologia biologica. Quel colore è dato da un pigmento che agisce come un filtro naturale. Attenua la luce solare residua che proviene dall’alto, permettendo al pesce di distinguere con più efficacia la debole bioluminescenza delle sue prede, come piccoli crostacei e meduse, facendole risaltare contro il buio circostante.

Il corpo del Macropinna è piccolo, lungo circa 15 centimetri, con grandi pinne piatte che usa per rimanere perfettamente immobile nell’acqua, risparmiando preziose energie. È un cacciatore paziente. Fluttua immobile, come un drone sottomarino, con lo sguardo rivolto al soffitto d’acqua sopra di lui. Quando una preda passa nel suo raggio visivo, ruota gli occhi, si allinea e scatta con una rapidità sorprendente per afferrare il suo piccolo pasto.

Per decenni, questa specie è stata un mistero. I primi esemplari pescati con le reti da traino arrivavano in superficie danneggiati, con la cupola trasparente collassata a causa del cambio di pressione. Questo portò gli scienziati a conclusioni errate sulla sua anatomia. La svolta arrivò nei primi anni 2000, quando i ricercatori del Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI) riuscirono a filmarlo nel suo habitat naturale usando veicoli robotici (ROV). Quelle immagini incredibili svelarono finalmente il segreto della sua testa trasparente e il fantastico movimento degli occhi.

Il suo regno è l’oceano Pacifico settentrionale, dalle fredde acque del Mare di Bering fino alla California. Lì, nella penombra della zona mesopelagica, l’evoluzione ha dato vita a soluzioni straordinarie: corpi gelatinosi, bocche enormi e organismi luminosi. Il Macropinna microstoma è forse l’emblema più affascinante di questa creatività, un pesce che non punta sulla forza bruta, ma su una sofisticata ingegneria ottica.

Per lui, la trasparenza non è un ornamento, ma una strategia di sopravvivenza. Nei suoi occhi tubolari e nel suo cranio cristallino c’è la risposta a una delle domande più grandi degli abissi: come si fa a vedere dove è quasi impossibile farlo? La risposta, per il pesce dagli occhi a botte, è chiara. Letteralmente.

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